Cosa aspettarsi dalla riunione della Banca Centrale Europea di giovedì 22 ottobre: il presidente Mario Draghi estendere il Quantitative Easing (QE)?
Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea si prepara a riunirsi a Malta nella giornata di giovedì 22 ottobre 2015 per la tradizionale riunione mensile di politica monetaria.
Con il contesto economico attuale che si trova ad affrontare il presidente della BCE Mario Draghi, aumentano le voci sulla necessità di aumentare il piano di Quantitative Easing (QE) attuale, il programma di acquisto titoli da 1 trilione di euro, dando il via ad un cosiddetto QE 2.
Draghi ha già fornito ai mercati qualche suggerimento: in sede della riunione della BCE di Settembre, il presidente ha già specificato che il QE verrà esteso oltre la sua scadenza fissata a settembre 2016 se le condizioni dei mercati lo richiederanno, alimentando così la speculazione tra gli analisti su quanto la BCE farà la sua mossa e annuncerà il QE 2, un programma di quantitative easing di intensità e durata maggiore al precedente.
«Attuiamo a appieno i nostri acquisti di asset mensili da 60 miliardi di euro ... Questi sono in programma per funzionare fino alla fine di settembre 2016, o al di là, se necessario e, in ogni caso, fino a quando non si vede un aggiustamento costante nella direzione dell’inflazione coerente con il nostro target per raggiungere dei tassi di inflazione inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio periodo»,
ha detto Draghi il mese scorso durante la conferenza stampa.
Il QE è stato lanciato a marzo di quest’anno per contribuire a spingere l’inflazione verso il target del 2 per cento e ad aumentare la liquidità nell’Eurozona.
Tuttavia, i prestiti bancari rimangono bassi e i prezzi nell’Area Euro sono scesi in media dello 0,1 per cento nel mese di settembre. La crescita rimane scostante, con economie come Italia, Grecia, Finlandia e Austria in programma per segnare un’espansione di meno dell’1 per cento nel 2015.
Purtroppo, chi si aspetta emozioni forti dalla conferenza di Draghi di giovedì potrebbe rimanere deluso: l’annuncio di un’estensione del QE è visto come improbabile dalla maggior parte degli analisti.
BCE: QE 2 in arrivo? L’opinione degli analisti
Gli economisti di BNP Paribas, ad esempio, si aspettano l’arrivo del QE 2 venga annunciato in sede di riunione di dicembre 2015, a seguito della previsione di un ulteriore calo dell’euro contro il dollaro USA.
«Non ci aspettiamo alcun cambiamento di politica alla riunione della BCE di giovedì, ma attendiamo l’EURUSD in discesa a livelli più bassi,»
scrivono Michael Sneyd e Charlotta Pühringer in una nota di BNP Paribas della scorsa settimana, in cui consigliano una posizione short sul cambio euro-dollaro a 1.145, con target a 1.090.
Anche Vasileios Gkionakis, responsabile a livello mondiale della strategia di cambio alla UniCredit Research, prevede un ribasso sull’euro-dollaro, mentre spinge più in là il QE 2 ad inizio 2016.
«Gli sviluppi dall’ultima riunione non sono stati sufficienti, a nostro avviso, affinché la banca centrale prema il grilletto sul QE2 ... Ma crediamo che il presidente della BCE Mario Draghi formulerà una retorica dovish per evitare un qualsiasi apprezzamento ulteriore del tasso di cambio, che si tradurrebbe in un inasprimento delle condizioni finanziarie»,
ha scritto in una nota venerdì.
Draghi aumenterà il QE? I fattori da considerare
I motivi per spingono la BCE verso l’estensione del QE includono l’inflazione ancora in prossimità dello zero, i timori per la crescita economica e i rischi esterni come il rallentamento in Cina, l’instabilità del mercato azionario e la crisi in Siria e nel Medio Oriente.
D’altra parte, tuttavia, i prezzi del petrolio rimangono bassi, il che sulla carta fornisce una spinta non indifferente ai paesi dell’Eurozona in prevalenza importatori di energia. Inoltre, gli indicatori di fiducia rimangono sorprendentemente positivi, con il market mover sul clima economico dell’area Euro in salita di 1,5 punti a 105,6 nel mese di settembre.
Carsten Brzeski di ING ritiene che anche se il contesto macro non sembra giustificare un’estensione del QE, la BCE dovrà affrontare la crescente speculazione degli investitori per l’arrivo di un’estensione del piano di acquisto titoli.
«Mentre non fare nulla sarebbe un po’ contrastare con la linea ufficiale secondo cui il QE è stato avviato per combattere la deflazione, intensificare il QE potrebbe far tornare delle controversie interne e distorcere l’unità nel Consiglio direttivo»,
commenta capo economista di ING Germania e Austria.
Gli analisti di RBS prevedono che il programma QE della BCE potrebbe essere prorogato di sei mesi fino a marzo 2017.
“Giovedì, la BCE dovrebbe decidere di mantenere la politica invariata, mentre l’espansione del QE potrebbe arrivare prima della fine del 2015. Ci aspettiamo delle turbolenze economiche in crescita e ulteriori rischi al ribasso sull’inflazione",
riferiscono gli analisti RBS guidati da Alberto Gallo.
Questi aggiunge che la BCE potrebbe anche scegliere di diversificare gli acquisti all’interno del QE dedicandosi anche a prestiti bancari, cartolarizzazioni e obbligazioni societarie non finanziarie - e potenzialmente anche a titoli azionari.
Un allargamento dei titoli acquistabili potrebbero far aggiungere al programma del BCE degli acquisti sulla francesi EDF e GDF Suez, oltre che sulla Deutsche Telekom e Orange, aggiunge Gallo.
A prescindere dalla decisione della BCE circa l’ampliamento del QE, questa sarà una settimana impegnativa per chi segue con attenzione gli orientamenti delle banche centrali mondiali. Domani ci si attende una dichiarazione dovish dalla Banca del Canada.
Nel frattempo, la Banca d’Inghilterra pubblicherà un documento sullo stress test del settore bancario del Regno Unito e il governatore Mark Carney e il Vice Governatore Andrew Bailey parleranno alla Commissione del Tesoro circa un disegno di legge per migliorare la governance della banca centrale.
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