Lo stipendio e la carriera di Roberto Mancini, il nuovo ct dell’Arabia Saudita che ad agosto si è dimesso dalla guida dell’Italia dopo aver vinto gli Europei con gli azzurri.
Roberto Mancini è entrato nella storia del calcio nostrano: oltre ai successi da giocatore e da allenatore, è stato il ct della Nazionale capace di portare l’Italia a vincere l’Europeo 2020 mancando poi però la qualificazione ai Mondiali in Qatar.
Prima dell’inizio dell’Europeo Mancini ha rinnovato il suo contratto con la Nazionale fino al 2026, con relativo adeguamento dello stipendio, salvo poi dimettersi ad agosto 2023 spiazzando la Federazione.
Il Mancio però non è rimasto troppo a spasso: pochi giorni dopo è stato ufficializzato il suo trasferimento in Arabia Saudita dove sarà al timone della Nazionale locale.
In precedenza il suo nome insieme a quello di altri vip è finito nelle carte di Pandora Papers, l’inchiesta giornalistica internazionale del consorzio Icij a cui per l’Italia ha partecipato L’Espresso.
Stando a quanto riportato dal settimanale, Roberto Mancini sarebbe “l’azionista di Bastian Asset Holdings, con sede nel paradiso fiscale delle British Virgin Islands (BVI)”, a cui era intestato “un aereo Piaggio P180 Avanti acquistato per 7 milioni di dollari a novembre dello stesso anno”
Per L’Espresso inoltre l’ex ct della Nazionale nel 2009 “aveva segnalato a una fiduciaria italiana di essere intenzionato a chiedere lo scudo fiscale per regolarizzare la sua posizione con il Fisco”. Al momento però “non sappiamo se Mancini abbia effettivamente aderito allo scudo fiscale”.
La carriera di Roberto Mancini
Prima di diventare un allenatore di assoluta fama internazionale, Roberto Mancini è stato un ottimo giocatore e un vero “numero 10” come adesso, purtroppo, pochi se ne vedono in giro a causa di un calcio sempre più fisico e meno tecnico.
Nato a Jesi nel 1964, cresce nel settore giovanile del Bologna con cui esordisce in Serie A quando ancora non ha compiuto diciassette anni. Di lui si innamora Paolo Mantovani, compianto ex patron della Sampdoria, che sborsa la bellezza di 4 miliardi per portarlo in blucerchiato quando il Mancio è ancora minorenne.
Con la maglia della Samp gioca per quindici stagioni, condite dallo storico scudetto del 1991, da una Coppa delle Coppe nel 1990 e ben quattro Coppe Italia. Dopo un totale di 566 presenze e 171 gol, nell’estate del 1997 passa alla Lazio.
Prima di concludere la sua carriera da giocatore in Inghilterra con il Leicester, con la Lazio Mancini vince un altro Scudetto nel 2000, una Coppa delle Coppe nel 1999 e due Coppe Italia.
Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, diventa il vice di Sven-Goran Eriksson alla Lazio prima di essere chiamato, quando ancora non ha il patentino da allenatore, a guidare la Fiorentina dove vince subito la Coppa Italia.
Dopo due anni alla Lazio dove mette in bacheca un’altra Coppa Italia, nel 2004 passa a guidare l’Inter dove vince tre Scudetti di fila e due Coppe Italia. Nonostante i successi, i nerazzurri decidono di non confermare Mancini che però si consola subito passando al Manchester City nel dicembre 2009.
In Inghilterra riesce a portare di nuovo i ricchi Citizen alla vittoria di un trofeo dopo 35 anni con la FA Cup del 2011. Il capolavoro però gli riesce la stagione successiva, quando guida il City alla vittoria della Premier League.
Dopo l’addio con il club inglese, passa al Galatasaray dove vince una Coppa di Turchia per ritornare poi all’Inter. Esperienza questa non felice come quella in Russia allo Zenit, fino alla chiamata nel maggio 2018 sulla panchina della Nazionale italiana in sostituzione di Gian Piero Ventura vincendo poi Euro 2020.
L’avventura azzurra però non è proseguita al meglio per Mancini che, dopo aver fallito la qualificazione ai Mondiali in Qatar, si è dimesso ad agosto 2023 approdando subito dopo alla guida dell’Arabia Saudita.
Lo stipendio
Dopo la debacle contro la Svezia che ci è costata la partecipazione al Mondiale in Russia, la FIGC ha scelto Roberto Mancini per iniziare una sorta di nuovo corso della Nazionale italiana.
A maggio 2018 Mancini ha firmato un contratto biennale da 2 milioni netti a stagione. Con la qualificazione a Euro 2020 ottenuta con tre turni d’anticipo, è scattato il rinnovo automatico fino al 2022.
Prima dell’inizio di Euro 2020, è arrivata la notizia di un ulteriore prolungamento del contratto: Mancini sarà alla guida della Nazionale fino al 2026, con lo stipendio che si vocifera sia lievitato da 2 a 3 milioni a stagione.
Uno stipendio quello del ct che nella storia degli azzurri è inferiore soltanto a quello di Antonio Conte, che prendeva 4,5 milioni netti in parte però pagati dallo sponsor Puma.
Tra i più recenti altri CT, Marcello Lippi vincitore del Mondiale 2006 aveva uno stipendio di 1,3 milioni, Cesare Prandelli di 1,7 milioni mentre Gian Piero Ventura percepiva 1,5 milioni a stagione.
Ora che si è trasferito in Arabia Saudita, Mancini in qualità di ct ha firmato un contratto fino al 2027 che prevede uno stipendio da 25 milioni netti l’anno.
In passato Roberto Mancini come allenatore ha comunque strappato contratti ben più remunerativi. Allo Zenit per esempio lo stipendio era di 5 milioni a stagione, mentre al Galatasaray era di 3,5 milioni.
Per il suo ritorno all’Inter nel 2014 il Mancio ha incassato 4 milioni l’anno, mentre quando allenava il Manchester City lo sceicco Mansour gli garantiva uno stipendio da 3,5 milioni a stagione.
Ora che si è dimesso dal ruolo di commissario tecnico dell’Italia, per lui si parla di un possibile incarico come allenatore della nazionale dell’Arabia Saudita, con tanto di faraonico stipendioa doppia cifra.
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