Il rublo russo è la terza valuta più performante del 2016 e guida la crescita dei paesi emergenti. A maggio però sembrano esserci molti motivi per guardare ad un suo crollo.
Il rublo russo è la valuta che fino ad oggi sta conducendo il più grande rally nei mercati emergenti ma, a detta dell’unita di gestione capitali di UBS, è destinata a terminare la sua spinta.
Per diversi validi motivi sembra che il rublo non riuscirà ad andare oltre l’11% che ha guadagnato nel 2016 contro il dollaro americano, con gli analisti che prevedono una perdita di almeno metà di questo ammontare nel giro dei prossimi trenta giorni.
I trader delle opzioni sono ribassisti nei confronti del rublo come nessun’altra valuta, a parte il peso argentino, e anche la recente storia afferma che nel mese di maggio, in 9 degli ultimi 12 anni, il rublo ha perso terreno.
L’andamento della valuta russa dipende in maniera diretta dall’andamento del prezzo del petrolio, motivo per il quale le previsioni offerte da UBS Wealth Management vedono un ribasso del rublo, con la quotazione dell’oro nero che non ha i presupposti per proseguire il suo rally.
Vediamo perché, non prima di aver scoperto quanto vale un rublo in euro.
Rublo destinato a crollare con ribasso del prezzo del petrolio
Jorge Mariscal, capo del reparto investimenti presso UBS Wealth Management, ha scommesso su un rafforzamento del rublo due settimane fa, prevedendo un successivo calo che porterebbe il cambio dollaro-rublo a quota 73, dopo il 66,4 della giornata di ieri.
Il rublo è, dopo il real brasiliano, la valuta che fra tutte quelle dei paesi emergenti ha segnato la migliore performance, ma non solo. Anche a livello mondiale, comprendendo tutte le valute, il rublo è la terza migliore performer del 2016, superata dalla valuta dello Zambia.
Dopo aver segnato il massimo a quota 86, il cambio dollaro-rublo ha iniziato un lunga corsa al ribasso, trascinato dall’apprezzamento della valuta russa.
Questo è avvenuto dopo il minimo raggiunto dal prezzo del petrolio e la sua rincorsa per il ritorno sopra quota $40, traguardo che tuttavia sembra l’ultimo in grado di raggiungere.
Il prezzo del petrolio è minacciato dalle speculazioni sulla produzione dello shale oil e, come anticipato anche da Evgeny Shilenkov, trader presso Veles Capital:
“Siamo in attesa di una correzione al ribasso del prezzo del petrolio e, una volta che l’andamento si sarà invertito, ci attendiamo un crollo, probabile per la seconda metà di maggio.”
Speculatori e banca centrale russa nel mese di maggio: rublo in bilico
Gli hedge fund e altri grandi agenti speculativi hanno ridotto le proprie posizioni a favore di un rialzo del rublo del 47% da marzo, secondo il Commodity Futures Trading Commission a Washington.
Non mancano tuttavia le voci fuori dal coro.
Due analisti di Stone Harbor Investment Partners LP e Stone Harbor hanno attualmente delle posizioni a favore dell’apprezzamento del rublo, in guadagno già da mesi, e non vedono nel prossimo futuro nessuna minaccia incombente, rimanendo posizionati a favore della crescita di valore della moneta russa.
Secondo molti, inoltre, due fattori di rilevante importanza per il futuro del rublo saranno dati dall’atteggiamento della Bank of Russia e dell’abitudine che il mercato ha di vendere a maggio.
La banca centrale russa potrebbe infatti liquidare le proprie posizioni sulla moneta interna e utilizzare il denaro ottenuto per sistemare i propri guadagni, dopo le perdite maturate sulle riserve estere a causa dei contrasti sul petrolio avuti con l’Ucraina.
Il mese di maggio è inoltre famoso per le operazioni di sell, con la chiusura dei posizionamenti da parte di tutto l’emisfero boreale prima della stagione estiva.
Il rublo potrebbe soffrire questa eventualità, visto l’ottimo rendimento offerto nel 2016.
Il prezzo del petrolio, i pericoli di speculazione da parte degli hedge fund e della banca centrale russa, e infine il pericolo legato storicamente al mese di maggio sono i rischi che il rublo russo corre di vedere evaporare nel giro di poche settimane il rialzo che porta avanti da mesi.
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