Come per magia, la Russia torna a inviare gas in Europa. Ma il gioco si fa pericoloso

Mauro Bottarelli

25 Febbraio 2022 - 20:20

Dopo il balzo di ieri, il prezzo del Dutch scende del 28% grazie a un aumento dei flussi via Ucraina. Ma se Mosca minaccia Svezia e Finlandia per la presenza al vertice Nato, l’Ue ora spinge su SWIFT

Come per magia, la Russia torna a inviare gas in Europa. Ma il gioco si fa pericoloso

Un gioco del gatto col topo. Sempre più pericoloso. Perché se l’aver esentato il ramo energetico dalle nuove sanzioni Ue ha di fatto confermato a Mosca come il gas sia il tallone d’Achille sui cui puntare per rompere l’assedio, il fatto che il Cremlino poco fa abbia minacciato di conseguenze militari Svezia e Finlandia, in caso di adesione alla Nato, aumenta la tensione. E la porta in territori inesplorati.

Come mostrano questi due grafici,

Andamento del prezzo del gas naturale europeo (Dutch) per megawatt/ora Andamento del prezzo del gas naturale europeo (Dutch) per megawatt/ora Fonte: Bloomberg
Andamento del flusso di gas russo verso l'Europa via Ucraina Andamento del flusso di gas russo verso l’Europa via Ucraina Fonte: Bloomberg

dopo il balzo del 60% registrato ieri, oggi il prezzo del gas naturale europeo ha registrato un netto -28% grazie a un ritorno al business as usual dei flussi di Gazprom verso l’Europa proprio attraverso l’Ucraina: +38% ieri e un ulteriore +24% oggi. Ovviamente, a far paura a Mosca non è la retorica di Ursula Von der Leyen rispetto alla possibilità di affrancarsi facilmente dalla dipendenza russa, bensì quella minaccia di estromissione del sistema SWIFT che lascerebbe Gazprom con poche opzioni di pagamento a sua disposizione. Quindi, meglio abbozzare. Anche perché il prezzo dei noleggi per petroliere sulla rotta TD6 dal Mar Nero al Mediterraneo ha subito un aumento di sei volte in un solo giorno, toccando il massimo dall’aprile del 2020.

Il problema è che in contemporanea con questo apparente tentativo di disgelo, Mosca ha immediatamente reagito - alzando all’inverosimile i toni - alla presenza di Svezia e Finlandia al vertice Nato in corso, minacciando i due Paesi di conseguenze militari in caso di adesione all’Alleanza. E la risposta atlantica non si è fatta attendere. Il segretario generale, Jens Stoltenberg, ha infatti comunicato la decisione dei Paesi membri di fornire armi e sistemi di difesa aerea all’Ucraina, proprio nei giorno in cui Vladimir Putin invitava i vertici dell’esercito di quel Paese a prendere il potere, al fine di rendere più agevole il negoziato.

Ma non basta. Lo stesso Stoltenberg ha sottolineato come anche un attacco hacker contro un Paese membro rappresenti fattispecie sufficiente a far scattare l’articolo 5 dell’Alleanza, ovvero l’obbligo di mutua assistenza e difesa. Di fatto, un avvertimento. Ma anche un precedente assoluto e un pericoloso by-pass, in caso qualcuno fosse così pazzo o disperato da cercare il casus belli o la false flag per alzare a dismisura la tensione. E che qualcosa stia sfuggendo di mano lo ha confermato quanto dichiarato dalla ministra delle Difesa tedesca, Christine Lambrecht, la quale prima dell’inizio del vertice si è lasciata sfuggire una frase sibillina. Rispondendo a una domanda rispetto proprio alla possibilità che la Russia attacchi un Paese Nato, la politica tedesca ha risposto che ad oggi abbiamo la speranza che Vladimir Putin non superi altri limiti e confini ma devo essere onesta e ammettere che non vi è certezza al riguardo.

E nelle ultime ore, qualcosa appare decisamente cambiato. A partire dalla pubblicazione di un tweet dell’ex presidente del Consiglio europeo. Donald Tusk, nel quale attaccava direttamente - e citandole chiaramente - Germania, Italia e Ungheria per aver bloccato in sede comunitaria l’adozione dell’immediata estromissione della Russia dal sistema SWIFT. E mentre il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, concordava sul fatto che una decisione simile arrecherebbe più danno all’Ue stessa che alla Russia, nell’arco di pochi minuti prima la Germania e poi l’Italia avrebbero cambiato idea e aperto al dispiegamento della cosiddetta nuclear option finanziaria.

E se Berlino avrebbe comunicato il suo ripensamento in via ufficiosa ma citando il ministero delle Finanze come fonte, sorprende come sia stato un tweet del ministro degli Esteri ucraino, Dmitry Kuleba, a rendere noto come Luigi Di Maio gli avrebbe assicurato il sostegno di Roma al bando russo da SWIFT. Quali conseguenze pagherebbero le nostre banche nei rapporti di controparte è noto nel governo e, infatti, hanno rappresentato fino a ieri la ragione dell’opposizione a questa extrema ratio, Ora, apparentemente, il repentino cambio di direzione. Qualcosa sta sfuggendo dal controllo. E il gioco comincia a farsi davvero pericoloso.

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