Il saluto fascista è reato, soprattutto se avviene in sedi istituzionali. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione in merito al caso di Gabriele Leccisi, avvocato nostalgico di Mussolini.
Il saluto fascista è reato e non si applica la “lieve entità”, soprattutto se avviene durante un Consiglio comunale o altre occasioni istituzionali e politiche.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una recente sentenza (in allegato) nella quale ha confermato la condanna alla reclusione per un mese e 10 giorni a Gabriele Leccisi, per aver fatto il saluto romano durante una seduta del Consiglio comunale di Milano l’8 maggio del 2013.
Il legale di Leccisi aveva chiesto la non punibilità per “lieve entità” del fatto; la Cassazione, invece, ha confermato la condanna, in quanto il saluto romano evoca i principi fondanti del fascismo, quali la superiorità e l’odio razziale.
Saluto fascista è reato: respinta la “lieve entità” per Gabriele Leccisi
Il saluto romano è reato in quanto rimanda inequivocabilmente ai valori e agli ideali fascisti. Con questa argomentazione, la Corte di Cassazione, nella sentenza 21409/2019 (in allegato) ha confermato la pena alla reclusione ad un anno e 10 giorni a Gabriele Leccisi, avvocato milanese nostalgico di Mussolini.
Leccisi, nel 2013, durante una seduta del Consiglio comunale di Milano, aveva fatto il saluto fascista in occasione della presentazione del Piano Rom, invitando gli altri partecipanti a fare altrettanto. Il legale di Leccisi aveva chiesto in primo grado la non punibilità per “lieve entità” del fatto, sostenendo anche che il proprio assistito fosse stato provocato.
Ma queste argomentazioni non sono servite. Infatti, la Corte di Cassazione ha negato l’applicazione dell’articolo 131 bis del Codice Penale, che consente, anche in caso di reato, di restare impuniti, quando il fatto è particolarmente lieve. Al contrario, la Cassazione ha riconosciuto la gravità del fatto, soprattutto se avviene in occasione di un Consiglio comunale o di altri eventi istituzionali.
Il gesto, difatti, rievoca gli ideali del fascismo, quali la superiorità e l’odio razziale, che sono in contrasto con i principi dell’ordinamento vigente.
Saluto romano: quando è reato
Il saluto fascista o romano non sempre costituisce reato. Infatti, secondo diversi orientamenti della Corte di Cassazione, prima di attribuire la colpevolezza, occorre verificare le intenzioni di chi ha compiuto il gesto. Se il saluto romano ha solamente uno scopo commemorativo, per esempio per le vittime di guerra, non costituisce la fattispecie di reato di apologia del fascismo e manifestazioni fasciste.
Il reato si configura, invece, quando il gesto ha finalità violente o vuole inneggiare a ideali di odio razziale che sono condannati dal nostro ordinamento, soprattutto se il saluto romano avviene in occasione di riunioni o manifestazioni pubbliche.
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