Salvini non andrà a processo per il caso Open Arms: la Giunta in Senato vota “no”

Isabella Policarpio

26/05/2020

Con una vittoria schiacciante, la Giunta per le Immunità nega l’autorizzazione al processo per sequestro di persona contro il leader della Lega. Entro giugno il voto finale dell’Assemblea.

Salvini non andrà a processo per il caso Open Arms: la Giunta in Senato vota “no”

Nessun processo per Matteo Salvini sul caso Open Arms. La Giunta in Senato ha negato l’autorizzazione a procedere con parare netto: 13 no contro 7 voti a favore. Unici astenuti i 3 senatori di Italia Viva.

Almeno per il momento l’ex Ministro dell’Interno può fare un sospiro di sollievo: il voto finale e decisivo non ci sarà prima di giugno e per confermare l’autorizzazione a procedere occorrerà la maggioranza assoluta dell’Assemblea in Senato.

Resta però lo spettro del processo relativo ai fatti della nave Gregoretti. La prima udienza è fissata il 3 ottobre (e non più il 4 luglio) e, in caso di condanna, il leader della Lega rischia fino a 15 anni di carcere e l’ineleggibilità in applicazione della legge Severino.

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La richiesta del tribunale di Palermo è stata respinta. La Giunta per le Immunità in Senato, presieduta da Maurizio Gasparri, ha negato l’autorizzazione a procedere al processo per sequestro di persona e abuso d’ufficio.

L’ex Ministro era stato accusato dai magistrati siciliani per i fatti accaduti sulla Ong spagnola Open Arms con a bordo più di 100 migranti, dei quali aveva impedito lo sbarco.

Contro ogni previsione l’esito della votazione è stato schiacciante: 13 a 7 per i contrari al processo. A salvare l’ex Ministro sono stati i senatori di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, mentre i favorevoli erano esponenti del PD, Leu e M5S (solo Ricciardi ha votato “no”). Italia Viva ha deciso di astenersi dal voto all’ultimo momento.

Tuttavia la parola finale spetterà all’Assemblea del Senato, che dovrebbe votare entro il mese di giugno.

Cosa è successo sulla Open Arms

Il caso Open Arms risale ad agosto 2019, quando Salvini era ancora Ministro dell’Interno. L’accusa a suo carico è di non aver indicato un porto di approdo alla nave Ong impedendo lo sbarco a 107 migranti.

Dal fatto deriva l’accusa di sequestro di persona, ex articolo 605 del Codice penale, con l’aggravante dell’abuso d’ufficio. Ma come per il caso Gregoretti, Salvini dichiara di aver agito nell’interesse degli italiani e per difendere i confini nazionali.

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Il leader della Lega in realtà non si è mai mostrato particolarmente preoccupato. Anzi ha sempre ribadito la sua innocenza e di aver agito per salvaguardare gli interessi nazionali.

Ho difeso la legge, la sovranità, la sicurezza, l’onore e la dignità italiane, con l’accordo dell’intero governo.Sono tranquillo e rifarei tutto, non per interesse personale ma per tutelare il mio Paese, queste le sue parole.

Nel frattempo la prima udienza sul caso Gregoretti - sempre con l’accusa di sequestro di persona - è slittata al 3 ottobre (originariamente era prevista il 4 luglio). Il leader della Lega rischia fino a 15 anni di carcere e l’incandidabilità e ineleggibilità alle prossime elezioni in applicazione della legge Severino.

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