Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina: per il Financial Times tra febbraio e marzo l’Ue, a seguito delle sanzioni, avrebbe fatto registrare un -5,6% di esportazioni contro il -5% della Russia.
E se l’Unione europea finora avesse sbagliato tutto da quando è scoppiata la guerra in Ucraina? Una domanda che da noi è quasi pericoloso porre visto il clima di maccartismo che da tempo aleggia sopra i cieli italici, ma che sorge spontanea leggendo i dati snocciolati dal Financial Times.
Riprendendo delle stime elaborate dal Kiel Institute for the World Economy, un think tank tedesco più che autorevole, il FT ha pubblicato quello che sarebbe stato l’impatto della guerra nel periodo tra febbraio e marzo per quanto riguarda il commercio globale.
In questo lasso di tempo, le sanzioni decise da Washington e Bruxelles avrebbero provocato un calo del 2,8% del valore del commercio globale. Nel dettaglio per la Russia ci sarebbe stato un -5% delle esportazioni.
Andrebbe però peggio alle esportazioni dell’Unione europea che sarebbero calate del 5,6%. Meno conseguenze dalle sanzioni per Stati Uniti e Cina, con le esportazioni che sarebbero diminuite rispettivamente del 3,4% e dello 0,9%.
Con le trattative di pace ferme al palo, una guerra che non accenna a diminuire d’intensità e una crescente tensione internazionale che non permette di escludere un potenziale allargamento del conflitto, le sanzioni presentate come l’arma dell’Occidente per piegare Vladimir Putin avrebbero indebolito più l’Ue che la Russia.
Senza un maggiore impegno per cercare di arrivare al più presto a un cessate il fuoco, il sentore è che proseguendo questa strategia, che dovrebbe inasprirsi nelle prossime settimane con un possibile embargo al gas e al petrolio russo, alla fine parafrasando Mario Draghi potremmo ritrovarci senza né condizionatore né pace.
Le ultime notizie della guerra in Ucraina
La guerra si sposta nel Sud-Est dell’Ucraina
La foto satellitare del convoglio militare russo lungo dodici chilometri in marcia verso Kharkiv, sarebbe la prova definitiva del riposizionamento delle truppe di Mosca che, dopo aver ripiegato dal Nord dell’Ucraina, si starebbero ora spostando nelle zone del Donbass e del Mar Nero.
Gli analisti di conseguenza si aspettano nei prossimi giorni un intensificarsi dell’assedio nelle principali città del Sud-Est del Paese, con l’obiettivo del Cremlino che sarebbe quello di conquistare ulteriori territori per poi sedersi al tavolo delle trattative in una posizione di maggior forza.
Del resto la “denazificazione” del Donbass è stato il motivo dell’inizio dell’invasione, ma anche le risorse della Regione contesa farebbero gola alla Russia specie dopo le sanzioni decise dall’Occidente.
La guerra però potrebbe intensificarsi anche lungo le coste del Mar Nero e del Mar d’Azov: se dovessero cadere pure Mariupol e Odessa, a quel punto Kiev sarebbe tagliata completamente fuori da ogni sbocco sul mare.
Nuovo “mistero” a Chernobyl
Non sembrerebbe esserci pace anche per la centrale nucleare di Chernobyl. Dopo essere stata conquistata dalle truppe russe, con relativo allarme per una interruzione di corrente, il sito ora è di nuovo in mano ucraina.
Prima del ritiro delle forze di Mosca, secondo i media locali dei soldati russi sarebbero stati ricoverati in Bielorussia per esposizione a radiazioni dopo aver scavato delle trincee nella contaminata Foresta Rossa.
Stando a quanto riferito dalla Bbc, adesso l’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione avrebbe denunciato il furto di sostanze altamente radioattive da parte dei russi prima del loro ritiro.
“Anche una piccola parte di queste sostanze è mortale se gestita in modo non professionale” ha fatto sapere l’Agenzia, con Mosca che avrebbe trafugato 133 sostanze altamente radioattive dai laboratori di Chernobyl.
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