Duro scontro in atto tra le Big Tech e il premier indiano Modi, pronto ad approvare nuove misure restrittive per i social. Facebook, Twitter e Google accusano il Governo di deriva antidemocratica.
Si sta verificando un duro scontro tra le Big Tech statunitensi, in particolare Facebook, Twitter e Google, e India sulle questioni riguardanti il ruolo dei social media e la privacy, con i nuovi regolamenti che il primo ministro Narendra Modi ha in programma di attuare su tali tematiche.
La tensione tra la Silicon Valley e Nuova Delhi si sta facendo sempre più alta a causa di una serie di azioni sempre più ostili tra gli attori in campo, che stanno portando a dure reciproche accuse.
Diversi investitori guardano con allarme al rischio ban che potrebbe essere attuato dal Governo indiano nei confronti di Twitter e WhatsApp, così come già accaduto lo scorso anno nei confronti dei colossi tecnologici cinesi, con 57 applicazioni vietate all’interno dei confini nazionali, tra cui TikTok e WeChat.
Le origini della battaglia in atto tra le Big Tech citate e India possono essere ricondotte all’invito da parte del ministero dell’Elettronica e dell’Informatica di eliminare dai social qualsiasi riferimento alla cosiddetta variante indiana di Covid-19 e i post che criticavano la gestione del Governo nella crisi pandemica.
Big Tech-India: i motivi dello scontro
Contestualmente Twitter ha apposto l’etichetta “manipulated media” su un post pubblicato da Sambit Patra, un esponente del partito BJP (Partito del Popolo Indiano), a cui ha fatto seguito un’ispezione negli uffici della piattaforma nata a San Francisco.
I vertici di Twitter hanno commentato l’ispezione ritenendola una tattica intimidatoria nei propri confronti.
Inoltre, è stato affermato di nutrire diverse preoccupazioni sulla strategia della polizia rispetto a quelli che sono termini di servizio applicati a livello globale, la quale rappresenta una potenziale minaccia per la libertà di espressione.
WhatsApp, invece, ha citato in giudizio il Governo per le nuove regole sul settore tecnologico, affermando come esse siano in contrasto con i principi democratici.
Rischio ban per Facebook, Twitter e Google?
Accuse che il premier Modi ha respinto al mittente, affermando come esse siano necessarie per proteggere la sicurezza nazionale, mantenere l’ordine pubblico e ridurre la criminalità, grazie alla possibilità di rendere più semplice identificare i soggetti che propagano fake news.
Tra le nuove normative che l’esecutivo di Nuova Delhi vuole applicare c’è infatti anche l’obbligo di poter rintracciare il “primo autore” dei messaggi che rientrano in tali categorie.
Una possibilità del genere, secondo Facebook, proprietaria del servizio di messaggistica più diffuso al mondo, causerebbe l’infrazione della crittografia end-to-end utilizzata dalla piattaforma, considerata fondamentale per tutelare la privacy degli utenti.
Nonostante i crescenti contrasti, Twitter, Facebook e Google hanno auspicato la possibilità di poter ancora instaurare un dialogo costruttivo con il Governo Modi, non volendo rischiare di perdere l’accesso a una nazione che, con oltre 1,3 miliardi di abitanti, rappresenta uno dei più importanti mercati del mondo.
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