Scuola Diaz, Italia condannata per tortura. Ecco i motivi della sentenza della Corte di Strasburgo

Stefania Manservigi

7 Aprile 2015 - 16:12

L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo per i fatti di violenza avvenuti durante il blitz della polizia nella scuola Diaz in occasione del G8 di Genova del 2001. Ecco i motivi della storica sentenza.

Scuola Diaz, Italia condannata per tortura. Ecco i motivi della sentenza della Corte di Strasburgo

Dopo anni di silenzi e recriminazioni una delle più brutte pagine della storia italiana sta per essere chiusa. La Corte europea per i diritti dell’uomo ha infatti condannato l’Italia per i fatti avvenuti nella scuola Diaz in occasione del G8 di Genova, condannando l’irruzione della polizia all’interno dell’edificio avvenuta la notte del 21 luglio del 2001.
La sentenza pubblicata dal tribunale di Strasburgo accoglie il ricorso del manifestante veneto Arnaldo Cestaro, a cui è stato assegnato un indennizzo di 45.000 euro.
Per la Corte, quanto avvenuto alla Diaz, si tratta di tortura, reato per cui l’Italia è stata condannata non solo in riferimento agli eventi occorsi ma anche per non essersi dotata di una legislazione adeguata a punire il reato di tortura.
Sulla vicenda è intervenuto anche Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il ragazzo rimasto ucciso negli scontri tra manifestanti e polizia in Piazza Alimonda proprio il 21 luglio 2001:
«Meno male che almeno su questo la Corte Europea non ha fatto altro che riconoscere la sentenza della Cassazione. Posso solo esprimere un giudizio di soddisfazione per il fatto che la Corte abbia riconosciuto che l’Italia aveva toccato il fondo»
Ma quali sono i motivi della condanna riportati dalla Corte di Strasburgo?

Scuola Diaz, la sentenza di Strasburgo
L’Italia è stata condannata per la violazione dell’articolo 3 della convenzione dei diritti umani a cui aderisce.
La norma, testualmente, vieta agli Stati firmatari «la tortura e ogni altra procedura che, anche non attraverso le lesioni fisiche, si traduca comunque in un trattamento degradante e umiliante» nei confronti di individui detenuti, arrestati o anche semplicemente sottoposti a provvedimento di fermo.
Ad aggravare la posizione dell’Italia in tal senso, inoltre, è stato il venir meno delle accuse di associazione a delinquere finalizzata a devastazione e saccheggio per i 93 fermati durante il blitz.
Altro capo d’accusa della sentenza è stato poi la violazione dell’articolo 13 con riferimento all’inadeguatezza delle indagini.

Scuola Diaz, manca il reato di tortura
Un’altra accusa mossa dalla Corte di Strasburgo all’Italia è stata la mancanza di una legislazione che punisca il reato di tortura. Questa carenza della legislazione italiana non permette di prevenire il verificarsi di certi avvenimenti e non ha consentito alla giustizia italiana di punire i responsabili di quanto avvenuto nella scuola Diaz nel 2001.

Sentenza di Srasburgo: conseguenze
A questo punto la sentenza della Corte di Strasburgo potrebbe fungere da precedente per un gruppo di ricorsi portati avanti da una ventina di persone che hanno denunciato di aver subito maltrattamenti e violenze durante il blitz nella scuola Diaz e a Bolzaneto.

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