Scuole sentinella, ovvero scuole di monitoraggio di diffusione del contagio per evitare i nuovi focolai. Così si immagina il protocollo di rientro in aula dell’ISS per l’anno scolastico 2021-2022.
Non è ancora stato pubblicato, ma il possibile protocollo per la strategia di rientro in aula sta già facendo discutere. Si attende in questi giorni la pubblicazione del protocollo da parte dell’Istituto superiore di sanità e le Regioni.
Preoccupa il rientro in classe di milioni di giovani senza l’obbligo di green pass, obbligo invece imposto agli insegnanti e al personale scolastico.
L’ipotesi del contenuto del protocollo che sta circolando in rete, pubblicata oggi da Repubblica, prevede un lavoro congiuto di monitoraggio, tra il green pass per il personale scolastico e i tamponi per i ragazzi. Si potrebbero chiamare“ scuole sentinelle” quelle nelle quali 110 mila studenti effettueranno test salivari per monitorare i contagi e la diffusione del Covid-19.
Scuole sentinelle: migliaia di ragazzi coinvolti
Saranno almeno 110 mila i ragazzi per Regione coinvolti nello screening volontario previsto dall’ipotesi del protocollo. Non è ancora una certezza, ma il piano di sicurezza per le scuole potrebbe effettivamente contenere un sistema di monitoraggio su base volontaria.
Durante le riaperture dello scorso anno scolastico sono stati già effettuati controlli a campione, ma ora il piano potrebbe essere riorganizzato. Secondo Repubblica, che oggi ha pubblicato l’ipotesi del protocollo, il sistema di monitoraggio dovrebbe andare avanti per tutto l’anno scolastico.
Dopo due mesi di sperimentazione con i test salivari eseguiti nelle scuole, nei mesi successivi verrà richiesto alle famiglie di effettuare il prelievo ogni mattina sul ragazzo prima di recarsi a scuola.
I dettagli dell’ipotesi
Nell’articolo di Repubblica vengono ipotizzati altri dettagli importanti per capire meglio come dovrebbe funzionare un simile screening. Primo fra tutti l’età e gli ordini di grado delle scuole coinvolte. Sono infatti le scuole elementari e medie a essere sotto controllo, con ragazzi dai 6 ai 14 anni ai quali sottoporre il test salivare, meno invasivo del tampone nasale e più semplice da effettuare anche a casa.
I 110 mila test saranno sottoposti ogni mese, divisi in scaglioni ogni 15 giorni, in almeno 2-3 scuole per provincia. In totale saranno quindi coinvolti ogni mese 4,2 milioni di ragazzi, sempre su base volontaria delle famiglie. A fornire il materiale per i test sarà direttamente la struttura commissariale guidata dal Generale Francesco Paolo Figliuolo.
“Come Anief – ha detto Marcello Pacifico, presidente dell’Associazione nazionale insegnanti e formatori – siamo d’accordo con i test salivari a campione, periodici, ma per tutti coloro che stazionano nelle scuole: quindi non solo per gli alunni fino alla terza media come si sta prospettando”. In particolare Pacifico sottolinea la necessità che questi test, dopo la fase sperimentale, continuino in forma gratuita per tutto l’anno, ma per ora non si hanno informazioni sul costo.
Intanto Repubblica già immagina campioni diversi ogni mese, ovvero il monitoraggio di differenti scuole a rotazione per avere un quadro più completo della diffusione e della sicurezza nelle strutture.
Come funzioneranno i prelievi
Sempre su base ipotetica si può immaginare il tipo di iter di questi prelievi di monitoraggio su base volontaria. Non si sa ancora che tipo di richiesta verrà fatta e quale dichiarazione sarà da firmare nel caso si scelga di aderire allo screening.
I prelievi, per i primi due mesi di sperimentazione, saranno effettuati a scuola, se da personale medico o scolastico non è ancora chiaro. In una fase successiva, finita la sperimentazione e a seconda degli esiti di questa, i prelievi avverranno prima dell’ingresso a scuola.
Saranno infatti i genitori al mattino a fare il prelievo e portare il tampone a scuola per farlo analizzare in seguito. Ovviamente in caso di positività sarà applicato il già noto iter di isolamento e ricerca dei contatti per prevenire un focolaio.
Tutto questo processo sarà svolto su base volontaria, quindi le famiglie e i ragazzi che non vogliono essere coinvolti non avranno ripercussioni e potranno tranquillamente continuare a seguire le lezioni.
E i docenti?
Per ora sembra che docenti e personale scolastico potrebbero non essere coinvolti nel monitoraggio, anche in considerazione dell’obbligo di presentazione del green pass per l’ingresso nella struttura scolastica, non previsto invece per gli studenti.
L’idea della scuola sentinella, per una ripartenza in sicurezza, non è poi così difficile da immaginare, vista anche l’esperienza dello scorso anno. Si attende comunque la pubblicazione del protocollo dell’ISS per avere la certezza di come tornare a scuola.
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