I servizi segreti americani hanno sequestrato 102 milioni di dollari intervenendo su 254 casi di frode sulla blockchain dal 2015 a oggi.
I servizi segreti americani hanno sequestrato oltre 102 milioni di dollari in criptovalute utilizzate in operazioni illecite dal 2015 a oggi. L’intelligence statunitense è riuscita così negli ultimi anni a creare una struttura in grado d’indagare sui flussi di Bitcoin e altri asset del settore crypto.
La presenza sulla blockchain ha permesso d’intervenire in 254 casi totali, come ha affermato dal vicedirettore delle indagini David Smith alla Cnbc. Lo stesso Smith ha rivelato come seguire le tracce di un wallet di criptovalute non sia diverso da rintracciare un indirizzo email correlato ad attività illecite. In entrambi i casi, infatti, vengono lasciate delle tracce su cui gli agenti lavorano per risalire ai responsabili.
Ad esempio, proprio nelle ultime settimane si è assistito al furto record dal valore di oltre 600 milioni di dollari avvenuto sulla piattaforma di gaming Axie Infinity.
In questa vicenda, le indagini condotte dall’Fbi insieme al Dipartimento del Tesoro Usa sono riuscite a ricondurre l’attacco al Lazarus Group, il collettivo di hacker finanziato dal regime della Corea del Nord.
Servizi segreti americani hanno sequestrato $102 milioni in criptovalute
Come dichiarato da David Smith, sono state diverse le operazioni illecite effettuate da parte della Corea del Nord e della Russia. Entrambi i Paesi avrebbero utilizzato Bitcoin e altre valute virtuali per riuscire ad aggirare le sanzioni attivate nei loro confronti da parte della comunità internazionale.
La caratteristica principale su cui si basano le criptovalute è la possibilità di riuscire a muovere somme di denaro ingenti nel modo più rapido possibile. Una modalità che attrae gli utenti di tutto il mondo, ma anche criminali informatici.
Ovviamente l’obiettivo di questi ultimi è riuscire, attraverso una serie di operazioni, a confondere le acque. Mentre, al contrario, le autorità nazionali e internazionali lavorano per riuscire a tenere sempre più sotto controllo le tracce lasciate nel mondo crypto.
L’elemento sorprendente scoperto dai servizi segreti americani è però un altro. Secondo gli investigatori, i cybercriminali che sono riusciti a mettere le mani su importanti somme sarebbero intenzionati a convertire Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute in Stablecoin.
Il motivo di questa operazione è più semplice di quanto potremmo pensare. Infatti, anche gli hacker vogliono evitare l’eccessiva volatilità che caratterizza le monete digitali, così come la maggior parte degli utenti. Lo scambio in Stablecoin garantisce quindi una maggiore sicurezza del proprio portafoglio.
Tuttavia, questo genere di operazioni rischia di costare caro in termini di tracciabilità, poiché potrebbe rendere più prevedibile il loro comportamento.
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