Dopo l’accordo raggiunto sul Recovery Fund i mercati azionari del Vecchio Continente risultano più appetibili rispetto ai competitor americani. Adesso il fattore chiave diventa lo stock picking.
Nella settimana passata i mercati erano concentrati sul bilancio UE 2021-2027 e le relative decisioni sul Recovery Fund. Dopo l’accordo raggiunto nella giornata di lunedì scorso dai 27 paesi membri adesso si attende il recupero dei titoli europei di alcuni settori rispetto ai competitor americani.
Gli investitori esteri potrebbero riscoprire i mercati del Vecchio Continente grazie soprattutto alla stabilità garantita dalle decisioni economiche condivise, dalla rinnovata intesa tra i Paesi dell’Unione e dal successo nel contrasto al COVID-19.
Da aggiungere inoltre le valutazioni inferiori di molti titoli del mercato europeo rispetto alle azioni americane dello stesso settore. In alcuni casi, come il comparto tecnologico, alcuni colossi USA sono sovrastimati e considerati troppo “cari” per nuovi ingressi. Lo stock picking sarà il fattore dominante per gli acquisti di periodo ovvero un’accurata selezione dei titoli più appetibili.
Azioni: i comparti da monitorare
I comparti che beneficeranno maggiormente dall’apporto di liquidità che arriverà sul mercato dal fondo UE saranno: il digitale, le infrastrutture, l’ecosostenibile e la salute. Purtroppo le riserve non arriveranno prima del 2021, ma i risultati sulle aspettative dovrebbero vedersi nel breve.
Focus sull’Europa
Nel frattempo questa settimana si attende il tasso di disoccupazione dell’area euro di giugno. Il dato precedente si attestava al 7,40% e le previsioni stimano una crescita al 7,7%. Venerdì invece sarà comunicato il PIL dell’euro zona previsto in calo dal -3,60% al -11,50%.
Tutti gli indici europei hanno registrato una perfomance negativa la scorsa settimana. L’indice Eurostoxx50 ha perso il 2,29%, il Dax30 ha segnato un calo dello 0,63% e il Cac40 del 2,23%. In Italia le Blue Chip sono state penalizzate maggiormente rispetto ai titoli a media capitalizzazione. Il FtseMIB ha perso l’1,69% mentre il Ftse MidCap ha lasciato sul terreno solo lo 0,18% e il Ftse Star lo 0,28%.
Questa settimana sarà segnata dall’attesa sui dati del prodotto interno lordo dell’euro zona e i dati relativi all’occupazione. La settimana potrebbe essere contraddistinta da un’ulteriore pausa nel rally. I mercati potrebbero rifiatare per qualche giorno prima della ripresa del trend.
Tra i settori dello Stoxx area euro si evidenziano le perfomance settimanali del comparto farmaceutico -2,54%, tecnologico -2,05% e telecomunicazioni -2,46.
I settori che hanno trainato la ripresa post-COVID hanno registrato le discese peggiori delle scorsa settimana. Il primo segnale di qualche presa di beneficio sui mercati.
Stati Uniti: molte incognite sul futuro, dalle elezioni al COVID-19
Gli Stati Uniti soffrono la difficile gestione della crisi sanitaria, la guerra commerciale con la Cina, le tensioni sociali ed etniche e la conseguente perdita di consenso dell’amministrazione Trump. I sondaggi elettorali premiano il candidato Joe Biden e vedono una possibile vittoria al 60% dei democratici nel mese di novembre, con maggioranza alla Camera e al Senato.
Se Biden vincesse le elezioni si avrebbero strette fiscali sulle imprese, con le tasse che salirebbero dal 21% al 28% e una riduzione incisiva dei buyback. Il tema “green” sarebbe più incisivo, ma lo scontro commerciale con la Cina non migliorerebbe. Una “guerra” che ha portato la scorsa settimana alla chiusura del consolato cinese di Houston in Texas e di quello americano a Chengdu, oltre alle accuse di spionaggio mosse a quattro scienziati cinesi.
Un cambio ai vertici della Presidenza dopo il primo mandato storicamente non sarebbe ben visto dai mercati e i mesi prima delle elezioni sono tendenzialmente poco performanti in attesa del voto.
Nella settimana passata gli indici americani hanno già registrato un calo: il Dow Jones ha lasciato sul campo lo 0,70%, l’indice S&P500 ha perso lo 0,28%, mentre il Nasdaq Composite ha ceduto l’1,24%.
Per le prossime cinque sedute sono attesi dati importanti e fondamentali per capire l’andamento futuro dei mercati. Martedì 28 luglio sarà reso noto l’indice di fiducia dei consumatori, stimato in calo di quasi 4 punti. Mercoledì 29 luglio verranno comunicati i dati dell’EIA sulle scorte e produzione di petrolio, la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse e il discorso di Jerome Powell. Infine giovedì 30 luglio saranno rese note le nuove richieste di sussidi.
Gli indici potrebbero subire la pressione del contesto e perdere la brillantezza che li ha contraddistinti nell’inversione del trend. Si prospetta quindi una settimana all’insegna delle aspettative e uno scenario di pausa sarebbe ancora accettabile.
Oro e Argento: la corsa dei metalli preziosi
Il Gold (XAUUSD) continua la sua corsa segnando una performance settimanale di oltre 5 punti percentuali favorito da un dollaro debole, dall’incertezza che ha caratterizzato lo scenario macro economico attuale e dai tassi di interesse vicino allo zero.
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La scorsa settimana il prezzo ha chiuso appena sopra i 1.900$ e sembra intenzionato a testare quota 1.937$ livello di R3 mensile. È possibile qualche presa di beneficio, che porterebbe il lingotto verso area 1.861$, livello di R2 mensile, ma il trend di breve periodo resta comunque positivo. L’oro quindi mantiene la promessa di rappresentare un bene rifugio nei momenti di crisi, ma anche di sapere generare performance.
Da evidenziare anche il movimento dell’argento (XAGUSD), storicamente correlato positivamente al gold, che ha subito un’accelerazione a rialzo del 12,47% nella sola giornata di martedì 21 luglio ed ha registrato una performance settimanale del +18%.
Questa impennata è dovuta principalmente alla trasformazione “green” delle imprese. L’argento è infatti utilizzato a scopo industriale per oltre il 50% del suo impegno ed è inoltre adoperato per la costruzione di pannelli solari e nello sviluppo delle reti 5G.
Forex: EUR/USD verso il test delle resistenze
L’euro continua il suo rally e chiude la settimana a 1,1656 contro un dollaro sempre più debole.
I fattori chiave dell’ultima settimana risiedono prevalentemente nelle scelte di politica economica della UE, con il Recovery Fund che ha portato nuova fiducia nella moneta unica e un dollaro che soffre invece la crisi interna.
La valuta americana si è indebolita contro la maggior parte dei cambi. La causa principale è imputabile all’aumento dei casi di COVID-19 nel Paese, che creano un clima di timore sulle prospettive future e le diverse problematiche interne che non riescono a garantire serenità al mercato.
Tensioni etniche e sociali, perdita di consenso della Presidenza e gli scontri commerciali con la Cina non attirano gli investimenti nella valuta a stelle e strisce.
L’euro quindi sembra proiettato verso area 1,17 con il possibile test della trendline dinamica di lungo periodo. A seguire si trova il livello di R3 mensile a quota 1,1730 e infine la resistenza statica a 1,1750, inviolata da agosto del 2017.
Gli asset sotto i riflettori della settimana
Tra i titoli azionari sotto la lente restiamo focalizzati sul settore farmaceutico seguendo Amgen, che sta testando vari prodotti della scuderia utilizzati per la cura di altre malattie come possibile rimedio al coronavirus, ed Abbot Laboratories, che ha registrato ricavi da test diagnostici per il COVID-19 nel secondo trimestre 2020 di 615 milioni di dollari.
Sotto la lente resta Paypal, società legata ai pagamenti digitali, e Danaher Corporation, attiva nel settore della global science & technology innovator.
Sul mercato Forex è da tenere in considerazione ancora il cambio EUR/AUD. Il dollaro australiano si è apprezzato nei confronti dell’euro di oltre il 13,5% dal 20 marzo 2020. La sua corsa si è poi arrestata su un supporto storico a quota 1,6165 formando una base di accumulo da inizio giugno 2020. Questo movimento sembra presagire un cambio di tendenza anche in vista del rafforzamento dell’euro contro il dollaro dell’ultimo periodo. La rottura a rialzo del livello del Pivot mensile a 1,6355 avvenuta nella giornata di venerdì potrebbe portare l’EUR/AUD verso quota 1,6660, R1 mensile ed area di resistenza.
Infine, occhi puntati sul movimento di Oro e Argento, grandi protagonisti della scorsa settimana.
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