Quando, come e chi può uscire di casa durante il lockdown. I motivi previsti nell’ultimo DPCM e le sanzioni per chi non rispetta le misure restrittive nella zona rossa.
Nelle regioni interessate dal lockdown si può uscire solo in caso di effettivo bisogno da scrivere nel modulo di autocertificazione del Ministero dell’Interno. Il nuovo DPCM non impone la chiusura totale (come accaduto a marzo scorso), ma divide il territorio in 3 aree in base ai fattori di rischio: soltanto nelle “zone rosse” ci saranno lockdown di breve durata con limitazioni alla libertà di movimento dei cittadini.
Tra i motivi che giustificano gli spostamenti ci sono le esigenze alimentari, quindi fare la spesa, gli impegni lavorativi e i casi di necessità da risolvere con urgenza. Permesso andare dal parrucchiere, in farmacia, in edicola o dal tabaccaio, tra le poche attività in funzione. Jogging e attività motoria si potranno fare senza allontanarsi dalla propria abitazione.
Attenzione alle sanzioni, chi esce di casa quando non ce n’è bisogno rischia fino a 1000 euro di multa.
USCIRE NEL LOCKDOWN: QUANDO E PER QUALI MOTIVI
Quando e per quali motivi si può uscire durante il lockdown
Il lockdown è la restrizione più severa per contrastare il coronavirus, per questo viene disposta soltanto in casi di effettivo pericolo per la salute pubblica. L’ultimo DPCM in vigore fino al 3 dicembre prevede lockdown di 15 giorni nelle regioni “zona rossa”, dove l’indice Rt supera la soglia limite di 1,5. Qui sono vietati gli spostamenti da e verso le altre regioni e le altre province e chi esce di casa deve avere un valido motivo tra quelli previsti nel modulo di autocertificazione:
- salute;
- lavoro;
- didattica;
- altre necessità;
- rientro al domicilio.
Si può uscire per fare la spesa, andare al lavoro (se lo smart working non è possibile), accompagnare i bambini a scuola, portare a spasso il cane, per visite mediche e per acquistare farmaci, andare in banca e dal parrucchiere. Vietato passeggiare lontano da casa, andare a trovare amici e parenti, consumare cibo e bevande fuori dagli esercizi commerciali, fare gite fuori porta nelle città o nelle regioni vicine.
Le regioni interessate dal lockdown
Il lockdown, ovvero la misura “più forte” contro il Covid, è possibile soltanto nelle regioni classificate “ad alto rischio”. Ne fanno parte Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta.
A differenza della prima ondata, si tratterà di mini-lockdown di due settimane finalizzati a “dare respiro” al sistema sanitario, durante il quale sono aperti soltanto industrie, negozi di alimentari, farmacie e parafarmacie, edicole, tabacchi, barbieri e parrucchieri. La didattica a distanza viene estesa dalla seconda media in poi e si potrà fare attività motoria all’aperto soltanto vicino alla propria abitazione.
Serve l’autocertificazione
Chiunque esca durante il lockdown deve giustificare lo spostamento mediante modulo di autocertificazione (lo stesso in vigore nei mesi di marzo, aprile e maggio scorsi). L’autocertificazione deve essere consegnata alle Forze dell’ordine durante i controlli a campione e quanto dichiarato deve corrispondere al vero, altrimenti può scattare la denuncia per Falso, con la reclusione da 1 a 6 anni (come prevede l’articolo 495 del Codice penale).
E chi non ha l’autocertificazione con sé? Chi non può stampare e compilare il modulo a casa (o se ne dimentica) può richiederlo direttamente alle autorità competenti e compilarlo in loco durante il controllo di Polizia o Carabinieri.
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Multe per chi esce senza motivo
Al di fuori dei motivi previsti nel modulo di autocertificazione del Ministero - salute, lavoro, necessità e rientro al domicilio - è vietato uscire nelle aree interessate dal lockdown. Chi infrange il divieto rischia le sanzioni stabilite nel decreto Cura Italia, ovvero la multa da 400 euro fino a 1.000 euro, nella misura massima. La sanzione è aumentata, a discrezione delle autorità di polizia, in caso di più violazioni ravvicinate o se il fatto è commesso alla guida di un mezzo.
Le conseguenze si fanno più gravi se ad usciere di casa sono persone positive al Covid-19, sottoposte a isolamento o quarantena. In questi casi scatta il penale con l’arresto fino a 18 mesi a cui si aggiunge la multa fino a 5.000 euro e, nell’ipotesi peggiore, l’accusa di delitto colposo contro la salute pubblica (articolo 452 del Codice penale).
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