Nel Regno Unito le sigarette elettroniche potrebbero essere prescritte dal sistema sanitario nazionale per aiutare a smettere di fumare.
Le autorità britanniche stanno considerando l’utilizzo delle sigarette elettroniche come misura di contrasto al consumo di tabacco, che rimane ancora molto diffuso tra i sudditi di sua Maestà. Basti pensare che solo nel 2019 in Inghilterra sono stati registrati 64.000 decessi per malattie legate al fumo di sigaretta, e attualmente sono circa 6 milioni i britannici che consumano tabacco ogni giorno.
Il Regno Unito potrebbe divenire la prima nazione al mondo in cui le e-cigarette sono equiparate ai medicinali contro il tabagismo, con la conseguente prescrizione da parte del sistema sanitario nazionale. Secondo alcuni esperti le sigarette elettroniche non sono prive di rischi e la loro prescrizione può incontrare le resistenze di una parte dei pazienti fumatori, motivo per il quale alcuni esperti guardano con scetticismo questa opzione.
UK: sigarette elettroniche contro il tabagismo
Da diverse settimane l’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA) sta lavorando alle linee guida per aprire le porte alla prescrizione delle e-cigarette con l’intento di aiutare i fumatori a combattere la loro dipendenza. L’iniziativa ha ricevuto l’appoggio del ministro della sanità britannico Sajid Javid, il quale ha espresso il suo parere in una recente intervista:
«Aprire la porta a una sigaretta elettronica con licenza prescritta dal servizio sanitario nazionale ha il potenziale per affrontare le forti disparità nei tassi di fumo in tutto il paese»
In futuro i produttori di sigarette elettroniche potrebbero quindi richiedere alla MHRA di sottoporre i propri prodotti ai medesimi processi di approvazione normativa già previsti per i comuni farmaci, inclusi quelli per combattere la dipendenza dal tabacco. Spetterà poi ai medici britannici decidere se raccomandare o meno lo svapo ai propri pazienti, che non potranno ricevere i prodotti senza ricetta medica.
Non manca però il parere negativo di alcuni esperti sull’impiego dello svapo come trattamento per smettere di fumare. Il direttore dell’unità di ricerca sulla dipendenza dal tabacco della Queen Mary University of London Peter Hajek ha fatto notare che molti fumatori potrebbero preferire l’acquisto delle e-cigarette in autonomia, dato che probabilmente il sistema sanitario nazionale non lascerebbe loro libertà di scelta riguardo il modello di sigaretta o il sapore del liquido. Oltretutto lo specialista ha asserito che gli elevati costi da sostenere per la richiesta di approvazione rischiano di ostacolare molti piccoli produttori.
La sigaretta elettronica è veramente priva di rischi?
Il dibattito sui rischi legati allo svapo è ancora molto attuale, sia nel Regno Unito che nel resto del mondo. Diversi studi hanno dimostrato che il vapore emesso dalla sigaretta elettronica non contiene molte delle sostanze tossiche presenti nelle sigarette tradizionali (catrame, monossido di carbonio, benzene etc.), che sono le principali responsabili della carcinogenesi dei tessuti polmonari. Tuttavia gli esperti hanno evidenziato che a determinate temperature può verificarsi la degradazione del glicole propilenico contenuto nei liquidi, con la conseguente formazione di acetaldeide e formaldeide, composti organici dei quali è stata provata l’azione cancerogena.
Negli USA tra il 2019 e il 2020 la sigaretta elettronica è finita sul banco degli imputati a causa di numerosi episodi di gravi lesioni polmonari osservate dopo l’inalazione di liquidi contenenti tetraidrocannabinolo (THC), un composto presente nelle piante di Cannabis sativa. In questo caso si è tuttavia dinnanzi a un’alterazione volontaria della composizione chimica dei liquidi, poiché in quelli in commercio non sono presenti cannabinoidi.
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