La Ministra Lamorgese sceglie la via dell’accoglienza, ma afferma che l’Italia non può combattere da sola la sfida dell’immigrazione.
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese si schiera dalla parte dell’accoglienza. L’ex Prefetto di Milano è decisa a far sentire la voce dell’Italia per quanto riguarda i flussi migratori. Ma puntualizza il fatto che il nostro Paese non può essere lasciato solo nella questione immigrazione.
È notizia di ieri il recupero da parte di una nave Ong di circa 1000 persone trovate in mare su imbarcazioni di fortuna.
Inoltre, il ministero ha siglato un protocollo d’intesta con Farnesina, Cei, Sant’Egidio e varie organizzazione non governative per l’apertura di corridoi umanitari che porteranno in Italia 1.200 afghani fuggiti in Paesi vicini come Pakistan e Iran: la crisi umanitaria si è generata dopo il ritiro delle truppe NATO e la presa del potere da parte dei Talebani.
L’Italia sola sul tema migranti
La Ministra Lamorgese ha deciso di affrontare la questione dei flussi migratori in un’ottica di accoglienza, all’estremo opposto del dicastero Salvini nel governo Conte I. Per non parlare della differenza d’approccio rispetto al tempo in cui Minniti era a capo degli Interni, quando per conto dell’Italia andò a siglare accordi con le tribù libiche e i poteri vigenti di allora.
Ma l’Italia non è in grado di affrontare il fenomeno da sé. La Ministra ha richiesto un aiuto da parte dei paesi membri dell’Unione Europea, lamentando il fatto che non è possibile per un solo Stato accogliere e integrare i migranti che arrivano da paesi in crisi solo perché questo si configura geograficamente come primo Paese d’approdo.
Gli accordi di Dublino, siglati il 1990 ed efficaci dal 1997, prevedono che i paesi più vicini geograficamente ai posti da dove provengono i migranti devono concedere alle imbarcazioni di fortuna e alle navi umanitarie di attraccare. Il problema, di fatti, si palesa subito dopo: la distribuzione negli Stati membri dell’UE.
È proprio questo l’obiettivo del governo che si evince dalle parole della Lamorgese: l’Italia deve accogliere ma non può essere lasciata sola, la distribuzione delle persone deve essere condivisa tra tutti gli Stati europei.
I dati sugli sbarchi in Italia
Gli sbarchi nel nostro Paese sono aumentati nel 2021, complici le crisi che stiamo vivendo: emergenza climatica, con annessa desertificazione e carenza alimentare e di acqua; emergenza umanitaria, conseguenza degli ultimi conflitti scoppiati in Africa e Medio Oriente come quelli in Afghanistan e/o tra Etiopia ed Eritrea; ripresa delle attività economiche dopo i due anni di blocco, le vie di comunicazione hanno ripreso a funzionare.
Per quanto riguarda quest’anno, il cruscotto giornaliero aggiornato al 5 novembre 2021 riporta che quest’anno sono sbarcati circa 54.000 persone. Per quanto riguarda gli anni 2019 e 2020, fino al 5 novembre sono sbarcati rispettivamente circa 10.000 e 30.000 migranti.
Il dato fa evincere che gli sbarchi siano aumentati con il cambio del governo, essendo che la stretta di Salvini ha contribuito a fermare i flussi, stretta facilitata dalla politica attuata tramite gli accordi stipulati da Marco Minniti.
Ora che anche questi accordi pare siano cessati, sommando le crisi che stiamo vivendo, e considerando la scelta politica declinata sull’accoglienza, la pressione demografica che deriva dai flussi migratori sta aumentando.
I migranti e la questione Covid
Un problema per noi e per le persone che fuggono dai posti più poveri è il virus. Per quanto riguarda noi, il tracciamento dei casi risulta essere complicato e si rischia una proliferazione del virus se il controllo agli sbarchi tramite tampone non sia condotto in maniera efficace.
Per quanto riguarda i migranti, l’Istituto Superiore di Sanità ha affermato che - oltre all’entrare in contatto con il virus per le condizioni precarie sulle navi, sui porti e nei centri di accoglienza - un problema sarebbe anche l’accesso ai servizi sanitari, dato che molte di queste persone sono sprovviste dei documenti necessari.
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