In Spagna il socialista Sanchez ha scritto la legge di Bilancio insieme alla sinistra di Podemos: più tasse per i ricchi e aumento del salario minimo.
Mentre in Italia il “governo del cambiamento” sta cercando di trovare l’accordo definitivo per la legge di Bilancio 2019, in Spagna un’altra “strana coppia” ha invece appena partorito una Manovra altrettanto “rivoluzionaria”.
Il presidente socialista Pedro Sanchez infatti, appoggiato dalla sinistra di Podemos guidata da Pablo Iglesias, ha ufficializzato i punti chiave della legge di Bilancio spagnola: patrimoniale, aumento dei salari minimi, diritto alla casa, Tobin tax, parità di genere e maggiori tutele per l’ambiente.
Il nuovo governo in Spagna
Il titolo è già di per sé emblematico “Manovra per uno Stato sociale”, con il contenuto che evidenzia la definitiva svolta a sinistra della Spagna: il patto tra il PSOE e Podemos sembrerebbe reggere e la legge di Bilancio 2019 ne è la prova lampante.
Dopo il ribaltone di inizio giugno, arrivato a seguito della mozione di sfiducia del premier popolare Mariano Rajoy, il Partito Socialista ha dato vita a un governo di minoranza visto che può contare soltanto su 84 parlamentari su 350.
A garantire la sopravvivenza del nuovo governo guidato da Pedro Sanchez è però l’appoggio esterno di Podemos, il partito di sinistra che ha come leader Pablo Iglesias e che può contare su 67 parlamentari.
A rinforzare ulteriormente l’esecutivo ci sono poi gli appoggi sempre esterni dei due partiti catalani ERC e PDECAT, del Partito Nazionalista Basco, di EHB (sinistra basca), di Nuove Canaria e infine della Coalició Compromís.
In sostanza è come se il Partito Democratico in Italia desse vita a un governa di minoranza, forte però dell’appoggio esterno di Liberi e Uguali, della sinistra radicale e di altri partiti a carattere regionale.
Così come per il governo nostrano Lega-Movimento 5 Stelle questa legge di Bilancio è il primo vero banco di prova per la tenuta dell’alleanza, ugualmente in Spagna c’era grande attesa per capire se l’accordo tra PSOE e Podemos potesse reggere.
La legge di Bilancio del governo Sanchez
Al battesimo della Finanziaria l’asse PSOE-Podemos sembrerebbe aver retto alla grande, tanto che in Spagna si parla della “Manovra più a sinistra della storia”. Leggendo i provvedimenti presi è innegabile la svolta di Madrid.
Via libera a una patrimoniale pari all’1% sui redditi superiori ai 10 milioni, all’aumento dell’Irpef fino al 47% per i redditi sopra i 130.000 euro e al 49% per quelli oltre i 300.000 euro. Inoltre ci sarà una tassazione dello 0,2% sulle transazioni finanziarie per le imprese sopra il miliardo di capitale.
Più tasse per i ricchi e aumento del salario minimo garantito che passerà da 735,90 euro a 900 euro. Per quanto riguarda le pensioni ci sarà una sorta di scala mobile con gli assegni che verranno adeguati all’inflazione reale.
Ridotte poi le tasse universitarie con 50 milioni stanziati per garantire il materiale scolastico alle famiglie in difficoltà, aumentano invece i fondi per la ricerca e via libera a incentivi per chi acquista delle auto elettriche.
Tra le altre misure decise spicca poi quella che concede ai sindaci la possibilità di calmierare gli affitti delle case in caso dovessero esserci delle bolle speculative, mentre vengono poi equiparati i permessi di paternità quelli di maternità.
Per realizzare questa Manovra il governo Sanchez ha deciso anch’esso di alzare l’asticella del deficit: invece che l’1,3% concordato sarà all’1,8%. Pure in questo caso, si dovrà vedere ora quale sarà il parere della Commissione Europea.
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