Cosa significa startup unicorno e quali sono in Italia e in Europa le aziende che possono avvalersi di questo status.
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di startup unicorno. Origine e significato del termine a primo impatto rimandano all’animale mitico e leggendario, simbolo di forza e immaginazione. Unicorni, in finanza, sono soprannominate quelle aziende private che hanno raggiunto una valutazione di mercato di oltre 1 miliardo di dollari.
Significato startup unicorno
Il termine azienda unicorno è stato coniato nel 2013 da Aileen Lee, fondatrice di Cowboy Ventures, un fondo di venture capital, per descrivere le società tecnologiche valutate più di $ 1 miliardo.
Il fenomeno degli unicorni è piuttosto controverso. Una parte del settore ritiene che tali aziende siano solo il risultato del progresso tecnologico e dell’innovazione, mentre altri pensano che il numero crescente di startupunicorno sia un segno di una bolla nel settore.
Come si diventa startup unicorno
Ottenere lo status di unicorno può essere molto difficile. Stando alle stime, un’azienda ha solo lo 0,000006% di possibilità di diventare un unicorno e ci vogliono in media sette anni perché una startup nascente diventi unicorno.
La valutazione miliardaria degli unicorni viene fatta da venture capitalist e investitori che hanno partecipato ai round di finanziamento delle società, e non è strettamente correlata alla loro effettiva performance finanziaria o ad altri dati fondamentali. Poiché tutti gli unicorni sono startup, il loro valore si basa principalmente sul loro potenziale di crescita e sviluppo previsto.
Ci possono essere diverse ragioni alla base della rapida crescita degli unicorni. A partire dall’adozione della strategia del “diventa grande velocemente”, ossia quella con cui una startip cerca di espandersi a un ritmo elevato tramite grandi round di finanziamento e riduzione dei prezzi per avere un vantaggio sulla quota di mercato e allontanare possibili rivali il prima possibile.
Molti unicorni sono stati creati attraverso acquisizioni, o grazie all’aumento del capitale privato disponibile per le società prima che diventino pubbliche, o ancora, grazie a progressi e innovazioni tecnologiche che consentono alle startup di crescere e raggiungere la massa in tempi rapidissimi.
Come scriveva Aileen Lee nel 2013 su TechCrunch, ogni grande ondata tecnologica ha dato vita a uno o più super-unicorni. L’esempio più lampante è Facebook, il super-unicorno del suo decennio.
Nella lista degli unicorni più famosi al mondo troviamo soprattutto compagnie asiatiche e americane. Tra queste Ant Group di Alibaba, ByteDance (TikTok), Stripe, SpaceX, Robinhood, Ripple, WeBank…
Unicorni italiani ed europei
L’Europa ha 70 unicorni, di cui quasi la metà del settore fintech. La maggior parte delle startup unicorno del vecchio continente sono nate nel Regno Unito, pensiamo a Revolut, Sumup, Starling Bank, Checkout.com, Monzo solo per dirne alcune. Ma rientrano nel club degli unicorni europei anche le svedesi Klarna e Trusty, la tedesca N26, l’austriaca Bitpanda.
E l’Italia? Ci sono le startup unicorno italiane? Il nostro Paese vanta solo due casi di aziende made in Italy valutate più di un miliardo di dollari. Il primo unicorno italiano della storia è Yoox, fondata nel 2000 da Federico Marchetti che nel 2015 è diventata Yoox Net-a-porter Group SpA grazoe alla fusione con l’altro famoso e-commerce.
Il secondo unicorno italiano è molto più recente. Si tratta di Depop, la startup di social shopping per comprare e vendere capi vintage, acquistata da Etsy per 1,6 miliardi. È anche il primo unicorno in assoluto per valorizzazione alla exit (è stata pagata più di Instagram). Depop, incubata in H-Farm a Treviso, è nata nel 2011 da un’idea di Simon Beckerman ma dal 2012 ha sede a Londra.
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