Stazione orbitante, la mappa di dove può cadere secondo i russi: il rischio esiste davvero?

Marta Zanierato

13/03/2022

Le sanzioni imposte alla Russia diventano un’arma a doppio taglio, almeno per quanto riguarda la Stazione Spaziale Internazionale che rischia di precipitare.

Stazione orbitante, la mappa di dove può cadere secondo i russi: il rischio esiste davvero?

Il piano di Putin non sembra avere confini e il conflitto messo in atto dalla Russia ora potrebbe coinvolgere anche le stazioni spaziali in orbita, o almeno così sembra. 
 
Sembrava solo propaganda, notizie per seminare ulteriori minacce, ma adesso Dmitry Rogozin, direttore dell’agenzia spaziale Roskosmos, lancia un severo appello affinché vengano ritirate le sanzioni date alla Russia. Queste infatti, pregiudicano l’invio di rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale che senza rischia di precipitare sulla terra.
 
La Nasa e le altre agenzie spaziali dovrebbero prendere in considerazione tale avvertimento, dato che non è previsto che l’Iss cada sulla Russia ma su altri continenti.

Che cos’è l’Iss?

Nata nel 1998 e ancora oggi in costruzione, la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) è un grande laboratorio che orbita nello Spazio; si muove attorno alla Terra a un’altezza di 400 Km e a una velocità di 28.000 km/h. 

L’aspetto più interessante e prezioso dell’Iss è che per tenere in piedi la stazione spaziale e i progetti di ricerca a essa correlati, collaborano insieme più Stati: l’Europa, il Giappone, la Russia, gli Stati Uniti e il Canada.

Gli astronauti dell’Iss vivono a bordo della stazione per tutto l’anno per portare avanti esperimenti scientifici, per monitorare i sistemi della stazione spaziale e per assemblare eventuali i pezzi di ricambio provenienti dalla terra.

L’attività dell’Iss è di rilevante importanza perché va a beneficio dell’intero pianeta. I progetti che la riguardano, infatti, presentano possibili applicazioni nei campi della salute, dell’energia pulita e della tutela dell’ambiente.

Perché l’Iss dovrebbe cadere?

Come abbiamo appena detto, la Stazione Spaziale Internazionale è un progetto intergovernativo gestito dalle agenzie spaziali di più Paesi: quella europea (ESA), quella canadese (CSA-ASC) e quella giapponese (JAXA).

Ma la Nasa statunitense e l’agenzia spaziale russa Roskomos sono i partner principali, e sono loro a occuparsi dei moduli più importanti. La Russia, in particolare, è addetta al controllo della propulsione, fondamentale per lo spostamento dell’Iss soprattutto nel caso in cui ci sia da deviare spazzatura spaziale o altri ostacoli in rotta di collisione.

Non è difficile prevedere le conseguenze causate dalla mancanza di rifornimento: il rischio è quello di un ammaraggio o atterraggio della stazione spaziale.

Le sanzioni che sono state imposte alla Russia per il suo attacco all’Ucraina colpiscono in modo particolarmente duro il settore tecnologico e aerospaziale. Ma Dmitry Rogozin, il direttore generale dell’Agenzia spaziale russa (Roskomos), è molto severo a riguardo e avverte che tali provvedimenti potrebbero fare più male che bene: infatti le navette soyuz che riforniscono il laboratorio orbitante non potranno più essere inviate e questo causerebbe la caduta dell’ISS, ma non sulla Russia.

Dove potrebbe cadere l’Iss?

Secondo l’esperto di meccanica celeste Jonathan Mc Dowell per ora “non c’è alcun pericolo che la Stazione Spaziale possa cadere verso la Terra”. L’orbita dell’Iss, infatti, è stata corretta l’11 marzo da un cargo russo Progress, questo significa che la posizione dell’Iss è assicurata per almeno due o tre mesi ancora.

Ma cosa succederà una volta terminato questo periodo?

Fino a un mese fa, per la Stazione Spaziale Internazionale era previsto un finale spettacolare: come per altre stazioni spaziali prima di lei, l’ISS avrebbe dovuto concludere il suo volo trentennale nel 2031 con un tuffo nell’oceano Pacifico per poi inabissarsi nel punto più inaccessibile e lontano, una sorta di cimitero dei veicoli spaziali chiamato ’Punto Nemo’ in onore del Capitano Nemo di Jules Verne. Ma adesso con la mancanza di rifornimenti è difficile prevedere quale sarà la sua fine e i rischi per la Terra a essa legati.
 
Dmitry Rogozin, il direttore generale dell’Agenzia spaziale russa avverte sulla possibilità che le 500 tonnellate dell’ISS cadano sull’India o sulla Cina. Per questo è il primo a lanciare un appello affinché il piano delle sanzioni previsto per la Russia sia rivalutato. A rimetterci non sarà né Putin né il suo Paese.

Qual è la situazione attuale?

Il primo marzo scorso, la Nasa stava cercando di trovare una soluzione per mantenere l’Iss in orbita senza l’aiuto della Russia. Per quanto ci sia il rischio di una caduta, per ora non ci sono effetti e la Nasa si prende il tempo per trovare una soluzione.

Il portavoce della Nasa Joshua Finch dichiara:

"La Nasa continua a lavorare con tutti i suoi partner internazionali, compresa l’agenzia spaziale russa Roscosmos, per garantire la sicurezza delle operazioni sulla Stazione Spaziale.”

Quel che è certo è che bisognerà tenere gli occhi puntati su fine mese poiché è previsto il rientro a terra di due astronauti russi e uno americano tramite una capsula russa Soyuz.

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