Sterlina crolla ancora contro euro e dollaro. Un report parla di una perdita annuale di 66 miliardi di sterline a causa dell’uscita dall’UE.
Ancora guai per la sterlina. La valuta inglese prosegue il crollo nella sessione di martedì, dopo aver colpito i minimi risalenti all’ultima crisi finanziaria del 2008 e a seguito di un report che anticipa una perdita di 66 miliardi di sterline l’anno a causa dell’addio del Regno Unito al mercato unico europeo.
In termini reale la sterlina ora è più debole di quanto non fosse dopo la crisi economica scoppiata con la Lehman Brothers nel 2008.
La sterlina crolla ancora fino a toccare i livelli più debole dall’ultima crisi finanziaria a causa della paura persistente per le prospettive del Regno Unito al di fuori dell’Unione Europea.
L’ultimo movimento al ribasso contro euro e dollaro da parte della sterlina fa seguito ad un report per cui il Regno Unito potrebbe perdere 66 miliardi di sterline in ricavi da tassazione ogni anno se il Governo May proseguirà la sua corsa verso la hard Brexit.
Il cambio euro-sterlina è in rialzo dello +0.27% per la giornata di oggi a quota 0.9064 (ore 13:30).
Intanto la sterlina perde lo 0.80% contro il dollaro a quota 1.2260, un nuovo minimo di 31 anni per la valuta inglese se non consideriamo il crollo flash che ha fatto crollare la sterlina di oltre il 6% durante le prime battute della sessione di venerdì scorso.
La sterlina è la valuta peggiore nel mercato del Forex nel 2016 tra le 32 maggiori valute mondiali secondo i calcoli di Bloomberg.
Kit Juckes, esperto del mercato valutario per Societe Generale, teme che la debolezza della sterlina possa diffondersi su altri asset, come ad esempio i titoli di Stato e le azioni.
«In termini effettivi reali, la sterlina è inferiore del 10% di quanto non fosse nel 1992, dopo l’addio all’ERM, e ora è più debole di quanto non fosse dopo la crisi della Lehman».
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