Le autorità del Giappone hanno intimato agli exchange di bloccare qualsiasi trasferimento di crypto verso Russia e Bielorussia: ecco tutti i dettagli.
I regolatori finanziari giapponesi hanno ordinato a tutti i crypto exchange operanti nel Paese di bloccare le transazioni in criptovaluta dirette verso la Russia e la Bielorussia. Il Giappone diviene pertanto la seconda nazione asiatica, dopo la Corea del Sud, in cui sono state adottate misure volte a limitare la circolazione di risorse crittografiche detenute dagli utenti russi, in accordo con le sanzioni disposte nei confronti della Russia dopo l’invasione militare dell’Ucraina.
Non è da escludere che altre nazioni del G7 scelgano di seguire l’esempio giapponese, accelerando l’iter per la regolamentazione delle crypto e dei servizi incentrati su quest’ultime. Ciononostante, alcuni esperti ipotizzano che i divieti avranno un’efficacia limitata, poiché le aziende e le istituzioni russe possono avvalersi di una serie di espedienti per movimentare fondi sotto forma di valuta digitale.
Giappone: stop ai trasferimenti di crypto verso Russia e Bielorussia
Come riportano fonti internazionali, il ministro delle Finanze nipponico Shunichi Suzuki e la Financial services agency (Fsa), vale a dire l’ente preposto alla vigilanza in ambito finanziario, hanno richiesto ai crypto exchnage del Paese di sospendere immediatamente ogni transazioni verso account riconducibili a residenti in Russia e Bielorussia. Il blocco colpirà anche gli indirizzi crittografici sospettati di avere legami con aziende o investitori russi.
Si ricorda che in Giappone è in vigore una legge che punisce con la reclusione fino a 3 anni o una multa d’importo pari a 1 milione di yen (circa $8.500, in base all’attuale tasso di cambio) coloro che eseguono trasferimenti di denaro verso soggetti colpiti da sanzioni internazionali. Fino a ora questa normativa non riguardava le valute digitali, ma il governo di Tokyo pare aver cambiato idea, come ha sottolineato lo stesso ministero delle Finanze.
“Abbiamo deciso di fare un annuncio per mantenere vivo lo slancio del G7. Prima è meglio è”.
Sono le parole rilasciate a Reuters da un dirigente giapponese della Fsa, la cui identità è rimasta anonima.
I dubbi sull’efficacia dei divieti giapponesi
Sebbene le restrizioni giapponesi rappresentino un’ottima arma per ostacolare l’accumulo di fondi in crypto da parte delle autorità di Mosca e Minsk, non mancano voci critiche nei loro confronti, dato che gli stessi funzionari governativi hanno illustrato una serie di espedienti che i grandi investitori russi potrebbero mettere in campo al fine di eludere i divieti.
Innanzitutto, gli utenti sarebbero in grado di occultare il loro vero indirizzo Ip mediante l’uso di un Virtual private network (Vpn), e strumenti di questo tipo sono disponibili in rete a buon mercato. In secondo luogo, gli utenti russi più facoltosi e organizzati potrebbero avvalersi di prestanome per ritirare i fondi dagli exchange e ricevere il denaro all’infuori dei circuiti finanziari tradizionali.
Ovviamente le autorità nipponiche hanno garantito che saranno intensificati i controlli per evitare qualsivoglia tentativo di elusione delle sanzioni.
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