Intervista a Luca Sut, deputato del Movimento 5 Stelle e Capogruppo della Commissione Attività produttive alla Camera: “Cura Italia fondamentale per supportare il sistema sanitario, le famiglie, i lavoratori, i commercianti e i professionisti, attraverso uno stanziamento di 25 miliardi che attiveranno flussi di denaro per 350 miliardi”.
Sta iniziando a entrare a pieno regime il Cura Italia, il decreto licenziato in tutta fretta dal governo per aiutare famiglie, aziende e lavoratori in crisi a causa del coronavirus stanziando nell’immediato un totale di 25 miliardi.
Come annunciato sono iniziati i pagamenti delle indennità da 600 euro previsti dal Cura Italia, con tutti gli 1,8 milioni di lavoratori che ne hanno fatto richiesta che si vedranno accreditare la somma entro la fine della settimana.
Il Cura Italia però sarebbe soltanto il primo passo della strategia del governo per affrontare questa crisi dovuta dall’emergenza coronavirus in atto nel nostro Paese, come ci ha spiegato Luca Sut deputato del Movimento 5 Stelle e Capogruppo della Commissione Attività produttive alla Camera.
Per la prima volta dopo l’inizio dell’emergenza coronavirus, in Senato l’opposizione ha votato contro un testo presentato dal governo. Viste anche tutte le polemiche dopo l’ultima conferenza del premier Conte, quella unità e “responsabilità” paventata all’inizio per fronteggiare la crisi è già venuta meno?
In un momento come questo bisogna essere uniti, non possiamo disperdere le energie su sterili polemiche, che spesso non hanno fondamenta. L’opposizione ha il diritto di esprimere la propria opinione sui provvedimenti, ma il Governo ha il dovere e la responsabilità di dare risposte concrete ai cittadini per fronteggiare l’emergenza COVID-19. E, in tal senso, il Premier Conte sta facendo un ottimo lavoro.
La più grande accusa di Salvini a Conte è quella di aver promesso soldi nel Cura Italia che però ancora non si vedono.
Non è così. Il decreto “Cura Italia” è stato fondamentale per supportare il sistema sanitario, le famiglie, i lavoratori, i commercianti e i professionisti, attraverso uno stanziamento di 25 miliardi di euro che attiveranno flussi di denaro per 350 miliardi. Abbiamo garantito alle aziende italiane la sospensione di tutti gli adempimenti, lo stop pagamento dell’Iva e la sospensione delle cartelle esattoriali. Inoltre, sono già partiti gli incentivi per le imprese che decidono di riconvertire la produzione e produrre dispositivi medici e di protezione individuale. Immediatamente operativi anche i provvedimenti che ampliano e semplificano l’intervento del Fondo di garanzia per le Pmi. E, come annunciato, a partire dal 15 aprile l’Inps ha avviato il pagamento delle indennità di 600 euro sui conti correnti di oltre 1 milione e 800mila lavoratori ed entro la fine della settimana arriverà a tutti gli altri. E già molti professionisti stanno confermando la ricezione degli accrediti.
Altro motivo del voto contrario in Senato è che la maggioranza non avrebbe accolto le proposte del centrodestra.
Tutto il percorso è stato condiviso e trasparente, sono state valutate tutte le proposte, ma purtroppo l’impressione è che, anche in un momento drammatico come questo, le opposizioni siano più impegnate a soffiare sul fuoco della polemica, alla ricerca del consenso, piuttosto che fare quadrato e cercare di trovare soluzioni agli enormi problemi che il nostro Paese si trova ad affrontare.
Viste le tante domande arrivate il sito dell’Inps è andato in sofferenza. C’è il rischio che queste problematiche possano ulteriormente rallentare l’erogazione dei pagamenti?
Nella prima giornata, all’Inps sono giunte 100 domande al secondo: un intasamento dei sistemi era prevedibile. Ma nei giorni successivi, il sistema ha funzionato correttamente e l’Istituto ha iniziato a erogare i primi pagamenti, previsti dal decreto Cura Italia, ad oltre 8 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi. Al momento il sistema sta funzionando a regime e non si ravvisano criticità che possano rallentare i pagamenti.
Il Cura Italia è stato necessario per fronteggiare nell’immediato la crisi dettata dal coronavirus. Dato che l’emergenza non sembrerebbe essere di breve durata, su quali binari si muoverà il governo nei prossimi mesi?
Con il decreto Cura Italia abbiamo provveduto a fare un primo passo indispensabile per sostenere il Paese in un momento di straordinaria difficoltà. Dopo, è arrivato un nuovo Dpcm che stanziava 4,3 miliardi per i Comuni e i 400 milioni per aiutare i cittadini che non hanno soldi per fare la spesa. La scorsa settimana è diventato operativo il decreto Liquidità, che contiene ulteriori provvedimenti a favore delle categorie produttive che stanno subendo danni economici enormi. Il Governo è inoltre al lavoro su un nuovo decreto per la seconda metà di aprile. Si studia la possibilità di un reddito di emergenza e, sempre seguendo le indicazioni del comitato scientifico, l’Esecutivo sta lavorando all’avvio della cosiddetta fase due, per far ripartire il Paese il prima possibile ma sempre in totale sicurezza.
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