Nel 2014 Antonio Tajani ha rinunciato all’indennità transitoria di fine mandato, restituendo all’UE il dovuto per “una questione di coscienza”.
Antonio Tajani meglio dei 5 Stelle. L’attuale Presidente del Parlamento Europeo infatti, nel 2014, ha rinunciato all’indennità transitoria di fine mandato che spetterebbe agli ex vicepresidenti della Commissione per una “una questione di coscienza”.
Oltre che capo dell’Europarlamento, Tajani ha anche accettato la proposta da parte di Silvio Berlusconi a diventare il prossimo Presidente del Consiglio in Italia in caso di vittoria di Forza Italia alle elezioni politiche di domenica 4 marzo.
I soldi a cui ha rinunciato Tajani
In questa campagna elettorale tanto si è discusso dei soldi restituiti durante la scorsa legislatura, visto lo scandalo “Rimborsopoli”, da parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle con alcuni di loro che hanno fatto i furbetti.
Meno invece nel novembre 2014 si è parlato riguardo la scelta da parte di Antonio Tajani che, con una lettera all’allora Presidente della Commissione il portoghese Antonio Barroso, annunciava la sua intenzione di rinunciare all’indennità transitoria di fine mandato che gli sarebbe spettata in quanto ex vicepresidente della Commissione.
Una scelta questa dettata da “motivi di coscienza”, con Tajani che così di fatto ha restituito alle casse dell’Unione Europea la bellezza di 468.000 euro, rinunciando a un’indennità da 13.000 euro al mese per tre anni.
Oltre a questa rinuncia, una volta eletto nel gennaio 2017 Presidente del Parlamento Europeo l’esponente di Forza Italia ha rifiutato anche l’indennità di rappresentanza che spetta a chi ricopre il suo ruolo, dicendo no quindi a un altro assegno da 1.400 euro mensili.
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