Tasso di cambio: ha effetto sulle esportazioni? C’è differenza per i servizi?

Federica Agostini

20 Gennaio 2013 - 08:30

Tasso di cambio: ha effetto sulle esportazioni? C’è differenza per i servizi?

Da Voxeu.org, traduciamo l’analisi di Barry Eichengreen e Poonam Gupta che indaga l’effetto del il tasso di cambio sulle esportazioni cercando di capire se ci sia o meno differenza per le esportazioni legate ai servizi.

(The real exchange rate and export growth: Are services different?) - Sempre più spesso, i servizi costituiscono una quota crescente delle esportazioni di un paese. Il tasso di cambio influisce tanto sulle esportazioni dei servizi quanto sulle esportazioni di beni? Secondo l’analisi che segue, sì. Inoltre, la distinzione tra servizi tradizionali (come commercio, trasporti, turismo, servizi finanziari e assicurativi) e servizi moderni (come comunicazioni computer e servizi di informazione) suggerisce che l’effetto del tasso di cambio reale è particolarmente rilevante per le esportazioni di servizi moderni.

Esportazioni e tasso di cambio: il ruolo dei servizi

Il ruolo delle esportazioni in relazione crescita economica e, a sua volta, il ruolo del tasso di cambio nella promozione delle esportazioni, ricoprono in un posto di rilievo nella letteratura sullo sviluppo e sulla globalizzazione (Rodrik 2009, Haddad e Pancaro 2010). Tuttavia, gran parte di questa letteratura risale ad un periodo in cui ’esportazioni’ significava ’esportazioni di merci’. Oggi, «esportazioni» significa ogni giorno di più «esportazioni di servizi». Tale cambiamento solleva la questione se sia ancora valida, in questo nuovo contesto, l’enfasi posta in precedenza dalla letteratura sull’importanza di un tasso di cambio competitivo per promuovere le esportazioni.

In un recente studio, abbiamo scoperto che c’è differenza (Eichengreen e Gupta 2012). Distinguendo i servizi tradizionali (commercio e trasporti, turismo, servizi finanziari e assicurativi), dai servizi moderni (comunicazioni, computer, informazioni e altri servizi correlati), troviamo che l’effetto del tasso di cambio reale è particolarmente influente per le esportazioni dei servizi moderni. Infatti, l’effetto delle variazioni dei tassi di cambio sulle esportazioni dei servizi moderni oscilla tra il 30 e il 50% in più rispetto alle esportazioni di merci e servizi tradizionali.

Tasso di cambio ed esportazione dei servizi

Esaminiamo le cause determinanti della crescita delle esportazioni di merci e servizi utilizzando i dati di 66 paesi di cui esistono le registrazioni di dati significativi relativi alle esportazioni dal 1980 al 2009. Di questi 66 paesi, 9 sono paesi a basso reddito, 15 sono a reddito medio-basso, 20 sono a reddito medio-alto e 22 sono ad alto reddito. Le variabili indipendenti includono il reddito pro-capite (rispetto al precedente periodo di cinque anni), paese ed effetti invariabili nel tempo e il tasso di cambio reale, ove vengono considerate quattro misure diverse del tasso di cambio reale.

I nostri risultati empirici confermano l’importanza del tasso di cambio reale nella crescita delle esportazioni. Inoltre, abbiamo scoperto che l’effetto del tasso di cambio reale è ancor più rilevante per le esportazioni di servizi, che non per quelle di merci. In effetti, il tasso di cambio reale è più influente sui servizi moderni (vedi Eichengreen e Gupta 2012).

Perché il tasso di cambio reale influisce tanto sulle esportazioni dei servizi?
E’ possibile che i servizi, e in particolare dei servizi moderni, richiedano meno le importazioni. E’ possibile che tali settori abbiano minori costi fissi in entrata, che rendono più elastica la risposta produttiva. Potrebbe anche essere che la domanda per queste esportazioni abbia maggiore elasticità di prezzo. Oppure potrebbe trattarsi di una combinazione di tutti questi elementi.

Con misure alternative del tasso di cambio reale, otteniamo risultati simili. L’effetto del tasso di cambio reale sulla crescita delle esportazioni è piuttosto simile per i paesi in via di sviluppo e per quelli sviluppati.

Picchi di esportazioni

Abbiamo preso in esame anche i periodi in cui la crescita delle esportazioni è accelerata sensibilmente (’picchi di esportazioni’). Come hanno dimostrato Freund e Pierola (2012), i picchi dell’export aggiungono prove supplementari alla tesi. Si tratta di casi in cui le performance delle esportazioni e le loro cause determinanti cambiano radicalmente; paesi in cui si superano gli ostacoli che in precedenza avevano ostacolato la crescita delle esportazioni.

Abbiamo identificato i picchi utilizzando la tecnica dei break strutturali Bai-Perron. Definiamo un picco quando, dopo un paio di pause (break), si registra una significativa accelerazione e poi una significativa decelerazione delle esportazioni. Inoltre, abbiamo fissato che il tasso di crescita dell’export fosse al massimo del 2% annuo per tre anni consecutivi. Così definito, l’aumento dura fino a quando il tasso di crescita scende al di sotto del 2% o fino a quando un altro break strutturale si identifica.

Abbiamo identificato 81 episodi di picchi nelle esportazioni di merci, 100 episodi di ondate dei servizi tradizionali e 80 episodi di picchi nelle esportazioni di servizi moderni. In genere, ogni picco dura quattro o cinque anni.

Notiamo dalla figura 1 che l’aumento (o i picchi) delle esportazioni di servizi, sia moderni che tradizionali, tende a coincidere con l’ammortamento del tasso reale di cambio, specie nelle economie in via di sviluppo.

Figura1: Tasso reale di cambio (RER) e picchi di esportazioni dei servizi moderni

Utilizzando un approccio simile a Hausmann, Pritchett, e Rodrik (2005) abbiamo stimato nel tempo le regressioni delle determinanti dell’aumento delle esportazioni di merci, di servizi tradizionali e moderni, facendo particolare attenzione al tasso di cambio reale. Coerentemente con la nostra precedente analisi, abbiamo scoperto che il deprezzamento del tasso reale di cambio ha un effetto positivo e significativo sulla probabilità di un aumento delle esportazioni di merci e servizi. Inclusi nell’analisi, altri controlli poco rilevanti sui risultati finali.

I risultati mostrano inoltre che la volatilità del tasso di cambio reale ha un effetto negativo sulla probabilità di aumento delle esportazioni. Abbiamo inoltre calcolato le regressioni di Tobit che fanno un uso più ampio dei dati, nel tentativo di distinguere i picchi più significativi da quelli più piccoli. E’ risultato che il tasso di cambio tende ad avere maggiore impatto sulle esportazioni di servizi moderni, rispetto alle esportazioni di servizi tradizionali che pure risultano più esposti ai tassi rispetto alle esportazioni di merce (il coefficiente del tasso di cambio reale è circa il 50% in più per i servizi moderni).

Lezione ai paesi in via di sviluppo

I nostri studi suggeriscono dunque che: data la tendenza dei paesi in via di sviluppo a far slittare le esportazioni da materie prime e merci ai servizi tradizionali e moderni, l’adozione politiche adeguate nei confronti dei tassi di cambio diventa ancor più importante.

Detto questo, fare affidamento su un tasso di cambio svalutato per favorire la crescita delle esportazioni di servizi, o di merci, è una pratica che ha i suoi limiti.

  • Eichengreen (2008), insieme a Haddad e Pancaro (2010) sostengono che gli ammortamenti/svalutazioni possano essere impiegati come strumento politico per stimolare la crescita solo nel breve periodo, perché un paese non può mantenere il tasso di cambio svalutato per un tempo indeterminato.
  • I rischi potenziali di questa politica includono: tensioni con gli altri paesi, l’accumulo di riserve valutarie sulle quali possono verificarsi perdite di capitale, e il fatto che l’adattamento, quando si verifichi, può presentarsi nella forma dell’inflazione.

Affinché il tasso di cambio sia realmente in grado di far aumentare le esportazioni dovrà essere sorretto da istituzioni forti e robuste politiche macroeconomiche, da una forza lavoro disciplinata, alti tassi di risparmio o altre politiche che attraggano capitali stranieri. Infine, perché i benefici superino i costi, i paesi che utilizzano il deprezzamento del tasso di cambio per rilanciare le esportazioni e la crescita dovrebbero avere in mente una via di fuga e, idealmente, metterla in atto.

Bibliografia

Bai, Jushan and Pierre Perron (2003), “Computation and Analysis of Multiple Structural Change Models,” Journal of Applied Econometrics 18, 1–22.

Eichengreen, Barry (2008), “The Real Exchange Rate and Economic Growth,” Working Paper 4, World Bank PREM Network, Commission on Growth and Development.

Eichengreen, Barry and Poonam Gupta (2012), The Real Exchange Rate and Export Growth: Are Services Different? NIPFP Working Paper 112.

Freund, Caroline and Martha Denisse Pierola (2012), «Export Surges,» Journal of Development Economics 97, 387-395.

Haddad, Mona and Cosimo Pancaro (2010), “Can Real Exchange Rate Undervaluation Boost Exports and Growth in Developing Countries? Yes, But Not for Long,” Economic Premise 20, World Bank PREM Network, June.

Hausmann, Ricardo, Lant Pritchett, and Dani Rodrik (2005), “Growth Accelerations,” Journal of Economic Growth 10, 303-329.

Rodrik, Dani (2009), “The Real Exchange Rate and Economic Growth,” Brookings Papers on Economic Activity 1, 365-412.

Servén, Luis (2003), “Real Exchange Rate Uncertainty and Private Investment in LDCs,” Review of Economics and Statistics 85, 492-492.

Traduzione italiana a cura di Federica Agostini Fonte: Voxeu.org

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