Sulla Tav il vicepremier Salvini interviene e risponde a Di Maio che lo invita a discutere dell’alta velocità nel weekend
“Nessuna crisi di governo e nessuna nostalgia del passato, lavoriamo per unire e per dare lavoro, sviluppo e futuro all’Italia. Col buonsenso si risolve tutto”,
il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde così alle dichiarazioni rilasciate, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, dal collega Luigi Di Maio.
Il leader della Lega, sulla Tav, getta acqua su fuoco ed esclude che farà saltare il governo per colpa dell’alta velocità.
Tav, per Di Maio è da irresponsabili mettere a rischio il governo
Mettere in discussione un governo su un passaggio marginale come la Tav sarebbe da irresponsabili. Lo ha detto nel pomeriggio il ministro Luigi Di Maio, durante una conferenza stampa indetta a Palazzo Chigi. Chiamando a rapporto Matteo Salvini, il capo politico dei 5 Stelle lo ha invitato a tornare sui suoi passi e a discutere una soluzione sulla grande opera già nel fine settimana.
Secondo Di Maio, i dubbi sulla Tav sarebbero dovuti, non a una prova di forza del Movimento 5 Stelle sulla Lega, ma ai risultati dell’analisi costi-benefici.
“Abbiamo commissionato l’analisi costi-benefici che ha confermato che la ridiscussione del progetto non era ideologica, ma quest’opera non stava in piedi dal punto di vista tecnico,”
ha affermato l’esponente pentastellato.
Come già annunciato nelle scorse ore dal premier Giuseppe Conte, anche il suo vice auspica che venga avviata un’interlocuzione tra Francia e Italia per ridiscutere il progetto che - a detta del capo dell’esecutivo - sarebbe svantaggioso per il nostro paese, in termini di costi.
Quello che Di Maio chiede agli alleati della Lega è di sedersi a un tavolo e lavorare per la ridiscussione integrale dell’opera. Intanto, il premier Conte ha già annunciato che da lunedì sarà in giro per i cantieri per controllare e verificare ogni lavoro. Il premier di ‘Tav sì, Tav no’ non vuole sentirne parlare. Quello di cui l’Italia necessita - chiarisce - “è un approccio pragmatico e operativo”.
Intanto, il governo starebbe valutando l’ipotesi di appellarsi alla ‘clausola della dissolvenza’ del diritto francese, che prevede la revoca dei bandi Telt in qualsiasi momento.
Se i bandi - che dovrebbero partire lunedì prossimo per evitare la perdita del finanziamento di 300 milioni di euro - fossero approvati con riserva, le aziende italiane e francesi potrebbero candidarsi.
Poi, facendo valere l’interesse nazionale, si potrebbe decidere di non approvare i capitolati. Una manovra che potrebbe portare a ridiscutere l’opera e riavviare la trattativa con la Francia e con l’Unione europea che, nel frattempo, pressano per il sì.
© RIPRODUZIONE RISERVATA