Terza dose per gli over 60: novità sulle priorità del governo e sulle modalità di somministrazione del vaccino anti-Covid.
L’ultima circolare del Ministero della Salute firmata dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza apre alla terza dose per una nuova fetta della popolazione; dopo gli immunodepressi e il personale sanitario essenziale, anche gli Over 60 tornano agli hub vaccinali.
Stavolta però non verrà somministrata soltanto l’immunoprofilassi contro Covid-19 poiché, in un’unica soluzione, i soggetti potranno ricevere anche il vaccino anti influenzale.
Il paese si prepara così a una ulteriore inoculazione per circa 10 milioni di persone, tale sarebbe il numero di cittadini che ha già ricevuto due dosi o il monodose J&J da almeno sei mesi.
L’indicazione sulle tempistiche minime da rispettare arriva infatti dall’EMA, l’agenzia europea del farmaco, che ha anche dichiarato in via definitiva come la terza dose di vaccino possa essere genericamente somministrata agli Over 18.
Analoga la risposta della commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, che fornisce il suo consenso ma demanda ulteriori valutazioni specifiche alla strategia di salute pubblica dello Stato.
A tal proposito si cerca quindi di capire come il governo si stia preparando ad agire: la dose addizionale sarà presto estesa a tutti gli italiani?
Dati rassicuranti per la doppia somministrazione
L’apertura alla nuova fascia viaggia di pari passo con una pratica medica dai promettenti risultati: la doppia somministrazione. Dal 7 ottobre, gli Over 60 che sceglieranno di vaccinarsi con la terza dose potrebbero ricevere infatti anche il vaccino contro l’influenza (qualora lo volessero).
Un nuovo studio pubblicato in preprint sul British Medical Journal e finanziato dal National Institute for Health Research inglese ha infatti evidenziato l’efficacia e la totale sicurezza di questo mix.
La somministrazione dell’antinfluenzale in contemporanea all’anti-Covid-19 è perciò una modalità da incentivare poiché, oltre a velocizzare le tempistiche delle singole pratiche, preserva la risposta immunitaria dell’individuo a entrambi i vaccini.
Terza dose in arrivo per tutti? I chiarimenti
Nonostante le recenti dichiarazioni di molte regioni, al momento non è ipotizzabile un piano di rinforzo immunitario per tutta la popolazione. Le scorte di certo non mancano visti i quasi 14 milioni di dosi presenti sul territorio, ma le priorità sono altre.
A parlarne è Sergio Abrignani, immunologo del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid, che precisa come la priorità sia vaccinare tutti con la prima e la seconda dose nella speranza di raggiungere la soglia del 90% di vaccinati.
Solo intervenendo in tal senso è possibile sventare il rischio, seppur remoto, di una variante di Sars-CoV-2 non riconosciuta dai vaccini. Non si esclude quindi una futura apertura, ma tutto dipenderà dai dati monitorati a cadenza settimanale.
Intento preventivo e dubbi giuridici
In Italia, dal 20 settembre a ora, le somministrazioni della terza dose hanno riguardato 268mila persone. I soggetti fragili, così chiamati a causa dell’elevato rischio di contrarre l’infezione in forma grave, sono ora coperti e si punta a un intervento di più ampio raggio.
L’intento è puramente preventivo come testimonia la differenza che sussiste tra la delibera italiana per gli Over 60 e quelle francesi e statunitense che indirizzano la dose aggiuntiva solo agli Over 65.
Una cosa è certa però, a livello giuridico restano delle perplessità. Nel regolamento sul certificato digitale del green pass non è al momento contemplato il trattamento della terza dose perché la legge è stata redatta molto prima che si discutesse della possibilità di un dosaggio booster.
La questione rimane quindi aperta in attesa di modifiche al testo originario che disciplina la certificazione.
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