Il Testo unico per caregivers è in esame alla Commissione Lavoro del Senato: previste nuove agevolazioni e bonus per chi assiste un familiare disabile o anziano.
Il testo unico per il caregiver familiare continua l’iter legislativo; presso la Commissione Lavoro del Senato, infatti, sono ripresi i lavori sul testo di legge che introduce diverse agevolazioni fiscali e previdenziali, nonché aiuti economici per il sostegno del reddito, per coloro che assistono familiari disabili o anziani.
Con l’approvazione del testo unico, quindi, il legislatore si concentra non sulla figura del disabile bensì del suo familiare, il quale solitamente dedica gran parte della giornata alla sua assistenza. Basti pensare alle tante donne impiegate in lavori di cura, le quali per assistere un genitore anziano con invalidità accertata - o anche nei casi di disabilità del figlio - sono costrette ad abbandonare il loro lavoro per dedicarsi a tempo pieno all’assistenza del familiare.
Prima di andare avanti analizzando le novità in esame con il testo unico, ricordiamo qual è il significato del termine caregiver. Di origine anglosassone, questo è entrato ormai nell’uso comune anche in Italia con il significato di “colui che si prende cura”, ad indicare quindi tutti quei familiari che assistono un congiunto malato o disabile.
A questi, attualmente, la legge riconosce diverse agevolazioni: ad esempio ai caregivers viene permesso di ricorrere alla Quota 41 per anticipare il pensionamento, permettendo così di andare in pensione con 41 anni di contributi. Questo però vale solamente per coloro che sono “lavoratori precoci”, ossia che hanno maturato 12 mesi di contributi prima del compimento del 19° anno di età.
Per chi assiste familiari con disabilità, inoltre, la Legge 104 riconosce altre tutele, come il diritto a dei permessi per assentarsi dal lavoro in caso di necessità.
Con l’approvazione del testo unico per caregivers, però, saranno introdotte nuove tutele; ad oggi, i disegni di legge al vaglio della Commissione Lavoro - e Previdenza sociale - sono tre, il ddl 2266, il ddl 2048 e il ddl 2128. Vediamo cosa prevede ognuno di questi e quali sono le novità che verranno introdotte in caso di loro definitiva approvazione da parte del Parlamento.
Sgravi fiscali per caregiver
Il primo disegno di legge - il n° 2048 - stabilisce che coloro che hanno un reddito Isee inferiore ai 25mila euro annui e assistono un familiare con più di 80 anni (quindi non necessariamente invalido) hanno diritto ad uno sgravio fiscale pari ad una detrazione Irpef pari al 19% per le spese sostenute per la loro assistenza (fino ad un massimo di 10.000€ ogni anno).
Il disegno di legge 2266, invece, riconosce un credito di imposta per il 50% delle spese sostenute per la cura dell’assistito, fino ad un massimo di 1.000€ annui.
Rimborso spese per caregiver
Oltre alla detrazione di imposta, il disegno di legge 2048 prevede anche un bonus per caregiver, ossia un rimborso spese - fino ad un massimo di 1.900€ - per i costi sostenuti per l’assistenza.
Potranno accedere a questo bonus, però, solamente le persone che versano in una grave condizione di difficoltà economica; per averne diritto, infatti, bisogna essere parzialmente o totalmente incapienti (quindi con reddito inferiore a 8.000€ annui).
Nuovi permessi sul lavoro
Il disegno di legge 2266 per valorizzare e sostenere la conciliazione tra attività lavorativa e quella di assistenza chiede che i permessi previsti dalla Legge 104 siano estesi anche ai caregivers familiari assunti con “ogni forma di contratto di lavoro subordinato o parasubordinato”.
Inoltre, ai fini del raggiungimento del suddetto obiettivo, bisognerà attivare dei programmi specifici per il supporto alla “collocazione o ricollocazione dei caregivers familiari al termine della loro attività di cura e di assistenza”; questo sarà possibile grazie ad interventi ad hoc e ad azioni di politica attiva nell’ambito dei servizi per l’impiego.
Contributi figurativi anche per caregiver
Spetterà allo Stato, secondo quanto previsto dal disegno di legge 2128, farsi carico della copertura assicurativa e previdenziale del caregiver versando a questo i contributi figurativi per il periodo in cui non può prestare attività lavorativa.
In tal caso, quindi, i contributi figurativi per caregiver saranno equiparati a quelli per il lavoro domestico.
Inoltre, lo stesso disegno di legge, prevede che sia lo Stato a farsi carico delle spese di assistenza, ad esempio tramite un rimborso spese, qualora il caregiver, a causa di una malattia o di un altro grave motivo, sia momentaneamente impossibilitato a prendersi cura del proprio familiare.
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