I nomi delle azioni da tenere sotto osservazione durante la stagione degli utili, per capire se far scattare i sell o i buy nel mezzo della grande febbre.
Per le azioni AI, il momento della verità sta finalmente arrivando: saranno le trimestrali delle rispettive società a decretare se i titoli abbiano ancora spazio per salire, o se la febbre esplosa sui mercati sia stata eccessiva.
Magari non si tratterà di un giudizio netto, ma è certo che chi investe nei titoli delle società che hanno scommesso sul business dell’intelligenza artificiale vuole capire se sia il caso di tenere ancora le azioni in portafoglio, o se passare all’incasso.
I nomi dei protagonisti della grande febbre AI che ha contagiato il mondo intero sono molteplici.
Ogni giorno, sugli schermi degli operatori sbucano nomi nuovi, presentati alla stregua di potenziali ghiotte occasioni su cui puntare, disposte magari a fare meglio anche del colosso americano che più di tutti si è avvantaggiato dell’AI:
parliamo di Nvidia, titolo che negli ultimi 12 mesi è schizzato di oltre il 200%.
Saranno in ogni caso Nvidia e gli altri titani del settore a illuminare la strada ai mercati, nel corso delle prossime sessioni: sia per il peso che vantano in termini di capitalizzazione sugli indici azionari di Wall Street, sia perché saranno i loro outlook a illustrare le potenzialità del business dell’intelligenza artificiale.
Le 10 azioni AI monitorate da Morningstar. Tre fanno parte dei Magnifici 7
Morningstar in particolare ha deciso di puntare i fari su 10 azioni AI in questa stagione degli utili trimestrali: alcuni nomi, come Nvidia, Microsoft, Amazon, fanno parte del club dei Magnifici 7.
Altri titoli sono anch’essi pilastri fondanti dell’hi-tech Usa: si tratta di Arista Networks (ANET), Arm Holdings (ARM), Broadcom (AVGO), Intel (INTC), Marvell Technology (MRVL), Advanced Micro Devices (AMD), Adobe (ADBE).
Morningstar ricorda che il trend degli ultimi giorni non è stato sempre positivo per questi titoli.
Ma ricorda contestualmente anche la performance del Morningstar Global Next Generation Artificial Intelligence Index, che è balzato di ben il 60,56% negli ultimi 12 mesi, e fa notare che lo stesso indice ha guadagnato il 10,95% dall’inizio del 2024, praticamente il doppio rispetto ai rialzi che sono stati riportati in generale dall’azionario Usa.
Il paragone è con il trend del Morningstar US Market, indice di Morningstar che riflette il trend dell’azionario Usa, salito nell’ultimo anno del 22,32%.
Titoli AI da buy o sell? Dei 10 titoli di Morningstar solo uno è sottovalutato
Quello che gli investitori vogliono tuttavia capire è fino a che punto queste azioni siano da vendere o comprare, meritino dunque un buy o un sell.
E Morningstar risponde a questo interrogativo, sottolineando che, tra le 10 azioni AI che vengono presentate nella sua analisi, sei presentano una giusta valutazione, tre sono sopravvalutate (rispetto alle stime del fair value stilate dalla stessa Morningstar) e soltanto un titolo, ovvero Adobe, è sottovalutato.
Gli analisti hanno sottolineato tuttavia che i trader non si sono fatti neanche tanto condizionare dal valore sopravvalutato o meno delle azioni prescelte.
Due nomi che erano considerati sopravvalutati lo scorso anno, ovvero Arista Networks e Nvidia, sono riusciti a fare infatti meglio del mercato di oltre il doppio, con Nvidia che ha riportato una sovraperformance di oltre 9 volte.
Morningstar ha esaminato ogni titolo AI di quelli elencati, assegnando le sue stelle, rendendo note le stime sul fair value e mettendo in evidenza il rating MOAT, noto come Morningstar Economic Moat Rating.
Per quanto riguarda i rating assegnati, va ricordato che le valutazioni di Morningstar si basano su tre componenti, che sono: il prezzo di mercato dell’azione, il fair value stimato dagli analisti, che indica quanto vale al momento l’azienda in base alle previsioni sulla liquidità che sarà in grado di generare nei prossimi dieci anni, e il grado di incertezza sulla stima del fair value.
Un rating di 4 o 5 stelle, spiega Francesco Lavecchia, research editor di Morningstar, segnala una buona idea di investimento, 3 stelle raccomandano un atteggiamento prudente, mentre una valutazione di una o 2 stelle indica che la stock è sopravvalutata dal mercato.
Morningstar adotta per ciascun titolo anche un altro metro di paragone, che è indica i vantaggi competitivi duraturi (quello che Morningstar chiama Economic Moat) di una società.
Nvidia
Sulla base di questi parametri adottati da Morningstar, emerge che Nvidia, il colosso dei chip che annuncerà i conti il prossimo 22 maggio, ha un fair value stimato pari a $910, (a fronte di un titolo che scambia attorno a $804), un Moat Rating ampio, un rating di 3 stelle.
Questo ultimo aspetto significa che Morningstar raccomanda un atteggiamento prudente e che in ogni caso il titolo versa in una condizione di equilibrio, non essendo né sottovalutato, né sopravvalutato.
Detto questo, come ha commentato Brian Colello, “il margine lordo” di Nvidia, la società che continua a essere l’epicentro dello sviluppo dell’AI, “dovrebbe rimanere stellare”.
Certo, sono stati gli stessi vertici di Nvidia a prevedere un rallentamento verso la fine dell’anno, in concomitanza con lo sbarco sul mercato dei nuovi Blackwell GPU.
Ma la domanda dei GPU continua a superare l’offerta, al punto che Colello anticipa che il fatturato del gruppo continuerà a crescere nei prossimi trimestri.
Nel mentre fioccano i giudizi positivi sul titolo Nvidia, battezzata dal Nasdaq “il volto” non ufficiale della rivoluzione AI.
Con una capitalizzazione superiore a $1,9 trilioni, forte di un boom delle azioni pari a +60% dall’inizio del 2024, e a dispetto dei timori di una bolla AI, il titolo si è guadagnato anche la fiducia di Mark Lipacis di Evercore ISI Group, che ha avviato la copertura delle azioni con un rating “outperform”.
Microsoft
Riceve un giudizio 3 stelle anche Microsoft (MSFT), con una stima del fair value pari a $420, rispetto ai $407 circa attuali.
Il Moat Rating assegnato da Morningstar, anche in questo caso, è ampio.
L’analista Dan Romanoff ricorda che alla fine di quest’anno sul mercato debutteranno i chip del colosso Maia e Cobalt.
E’ di ieri , intanto, la notizia della partnership che Microsoft ha avviato con Coca Cola: un sodalizio che durerà cinque anni, e che vedrà il colosso delle bevande analcoliche investire $1,1 miliardi in Microsoft Cloud e nelle capacità di AI generativa del gigante software Usa che, ricordiamo, è anche componente dei Magnifici 7.
Amazon
Amazon gode anch’essa di un MOAT rating ampio, così anche di un Morningstar Rating di 3 stelle.
La stima del fair value è di $185, a fronte di un titolo scambiato attorno ai 176 dollari.
In vista della trimestrale, che sarà resa nota il prossimo 30 aprile, l’analista Dan Romanoff di Morningstar ha detto di ritiene che le entrate pubblicitarie di Amazon si confermeranno “forti nel breve termine, probabilmente sovraperformando altri grandi colossi che puntano sulla pubblicità online”.
La redditività viene considerata “sorprendente”, per la crescita messa a segno negli ultimi trimestri.
Advanced Micro Devices
Advanced Micro Devices (AMD) pubblicherà i conti anch’essa il prossimo 30 aprile.
La stima del fair value è pari a $145, al di sotto dei $151 circa attuali, con un Moat Rating in questo caso stretto.
Il rating è di 3 stelle.
Il vantaggio competitivo duraturo in questo caso è stretto in quanto, secondo Brian Colello, equity strategist di Morningstar, è possibile che il business del gruppo sconti alcuni fattori, tra cui un rallentamento della domanda di CPU per i server e che dunque un qualsiasi potenziale di rialzo del fatturato legato alla vendita di GPU venga ridimensionato.
Intel
Anche il titolo Intel gode di un rating 3 stelle di Morningstar, a fronte di una stima sul fair value pari a $40, rispetto ai $34,5 delle azioni.
In questo caso, il Moat Rating è però nullo, a causa dell’incertezza che avvolge il futuro della divisione Intel Foundry, ovvero la fonderia che Intel ha lanciato per la produzione di chip per l’intelligenza artificiale, che ha riportato perdite maggiori rispetto alle attese.
Marvell
Per quanto riguarda Marvell, la stima sul fair value è pari a $65, a fronte dei $63,7 circa del titolo e di un Moat Rating stretto. Il rating è di 3 stelle.
l titolo viene considerato da Morningstar “lievemente sopravvalutato”. Pur rimarcando la fiducia nel business di Marvell, che gode di una “posizione estremamente forte nel mercato dei chip per i ricetrasmettitori”, Morningstar continua a ritenere che le azioni prezzino uno scenario di crescita fin troppo roseo.
Broadcom
Broadcom (AVGO) pubblicherà i conti il prossimo 12 giugno. La stima del fair value di Morningstar è di $1.090, al di sotto degli attuali $1249 circa, e l’Economic Moat Rating è ampio. Le stelle sono 2.
Morningstar ricorda che Broadcom è il secondo produttore di chip per l’AI in termini di fatturato dopo Nvidia che, per l’anno fiscale, la società prevede vendite di chip per l’AI di 10 miliardi di dollari, in rialzo rispetto agli 8 miliardi di dollari di fatturato inizialmente attesi.
L’analista William Kerwin di Morningstar prevede una “crescita immensa per le vendite di chip per l’AI di Broadcom”.
Allo stesso tempo, “per giustificare le sue valutazioni attuali, le aspettative dovrebbero essere di una crescita del fatturato di AI costante al ritmo del 50% nel corso dei prossimi cinque anni”. Morningstar prevede invece un tasso di crescita annuo composto pari al 30%.
Arm Holding
Gli utili dell’altro grande colosso dei chip Arm Holding (ARM), sono attesi per il prossimo 8 maggio.
Le stime sul fair value del titolo sono pari a $57, decisamente al di sotto dei $98,5 circa attorno a cui le quotazioni oscillano, mentre il Moat Rating è ampio.
Il rating assegnato alle azioni è di 1 stella, a conferma del fatto che, secondo Morningstar, si tratta di un titolo sopravvalutato.
L’analista di Morningstar Javier Correonero scrive che società come Arm, Synopsys (SNPS) e Cadence (CDNS) sono destinate a “un futuro brillante nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale”.
Tuttavia, “non crediamo che possano beneficiare dell’AI allo stesso modo di Nvidia”.
Arista Networks
Infine, Arista Networks (ANET) pubblicherà i conti il prossimo 7 maggio. Le stime del fair value sono di $195, ben al di sotto dei $254 del valore attuale del titolo e il Moat Rating è ampio. Il rating è pari a 2 stelle.
Si tratta di un altro titolo che, secondo l’analista William Kerwin, prezza un outlook eccessivamente positivo sulla febbre AI, sebbene anche in questo caso le opportunità vengano definite immense.
Il dubbio che quella dell’AI sia una bolla destinata ben presto a scoppiare continua ad assillare i mercati, soprattutto se a fare paragoni preoccupanti con la bolla dot-com esplosa più di 20 anni fa sono esperti del calibro di Jeffrey Gundlach, numero uno di DoubleLine Capital, tra le voci più ascoltate della finanza mondiale.
In una conversazione su X Spaces di qualche settimana fa, Gundlach ha ammesso che il contesto attuale, a suo avviso, somiglia molto al 1999.
Era il quarto trimestre del 1999 quando il Nasdaq balzò infatti dell’80%, per poi capitolare nei 12 mesi successivi a un valore inferiore dell’85% rispetto al picco testato.
Anche Gundlach, tuttavia, pur affermando di non avere alcun interesse a puntare sui titoli dei Magnifici 7 (Apple, Amazon, Alphabet-Google, Meta Platforms, Nvidia, Tesla, Microsoft) ha ammesso che le Big Tech del calibro di Meta presentano un livello di redditività che i titoli protagonisti della bolla dot-com potevano solo sognare di avere.
Tuttavia, l’investitore ha ripetuto il vecchio adagio di Wall Street, secondo cui più velocemente e più alto si va, “più forte sarà la caduta”.
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