Giulio Tremonti in un’intervista a Il Giornale ha parlato dell’attuale situazione economica in relazione alla crisi in corso, sottolineando come i problemi vengano da lontano a partire da quando “lo scettro è passato dalla politica alle banche centrali e poi da queste ad un mercato monetario che, prima o poi, deciderà di fare da solo”.
Torna a indossare i panni del professore Giulio Tremonti in un’intervista rilasciata a Il Giornale in occasione del suo settantatreesimo compleanno dove, con una serie di citazioni storiche e filosofiche, ha cercato di spiegare l’attuale scenario economico alle prese con la crisi dovuta dal coronavirus.
Una situazione quella attuale molto complessa, dove “la pandemia non conta tanto per i suoi effetti sanitari quanto per i suoi effetti sistemici: la rottura del meccano mentale globale con effetti di discontinuità, effetti che vediamo appena iniziati, geopolitici e politici, sociali ed economici”.
Per capire cosa sta accadendo in questo momento per l’ex ministro però occorre fare un passo indietro, spostando le lancette dell’orologio di dodici anni indietro quando sono stati commessi “tragici errori nella gestione della crisi a partire dal 2008 e poi nel successivo decennio”.
“Quella crisi non aveva causa nelle finanze pubbliche ma nella finanza privata ed in specie in quella franco-tedesca e dintorni - ha spiegato Tremonti - In ogni caso, un conto sarebbe stato un pronto soccorso, un altro conto è stata la lunga degenza, una cura - si fa per dire una cura - che è durata otto anni”.
Per il professore questa cura magica “da un lato ha generato una massa finanziaria artificiale ormai cifrata in trilioni di euro, noti trilioni al posto dei vecchi miliardi, in questo modo determinando l’emersione di numeri sempre più grandi e senza limiti. Senza limiti perché, alla cura che somministrano, ormai non credono più neppure i suoi dottori. Non solo, una cura che ha prima spiazzato e poi annichilito la democrazia in Europa, se intesa la democrazia come il luogo della responsabilità”.
Il piano di Tremonti del 2009 che sarebbe servito con il coronavirus
Le attuali problematiche sarebbero in parte conseguenza di una sorta di cambiamento avvenuto in Europa nell’ultimo decennio, sentenziato per Giulio Tremonti dalla presenza di tutti i principali capi di Stato a Francoforte lo scorso autunno in occasione della cerimonia di avvicendamento alla guida della BCE.
“Avremmo mai visto Adenauer, Kohl, De Gaulle, Mitterand o Cossiga - ha sottolineato l’ex ministro - sponsor di una cerimonia di questo tipo? È dall’iconografia che emerge la verità: lo scettro è passato dalla politica alle banche centrali e poi da queste ad un mercato monetario che, prima o poi, deciderà di fare da solo, con il rischio che tutto questo ci porti al nulla o al peggio prossimo venturo”.
In merito alla pandemia in corso, Tremonti ha poi raccontato un retroscena riguardante il G20 durante il 2009-2010, gli anni della crisi, sede in cui il governo italiano chiese di non limitarsi ad agire a valle sugli effetti ma a monte sulle cause, visto che “con la turbo globalizzazione il mondo era passato di colpo da liberté, fraternité, egalité ma anche da un capitalismo che ancora era basato sulle regole ad un mondo nuovo in cui l’unica regola era che non ci fossero regole”.
La soluzione di Giulio Tremonti era quindi quella passare dal Free Trade al Fair Trade, dato che “non era sufficiente che fossero giusti i prezzi dei beni e dei servizi fatti sul mercato, ma necessario che ne fosse giusta la produzione con regole capaci di risalire a monte nelle relative filiere di produzione”.
Venne così ideato per essere infine votato dall’assemblea dell’Ocse il Global Legal Standard (GLS), una bozza pionieristica di un trattato multilaterale internazionale che però fu battuto dal “Financial Stability Board (FSB), un organismo che basava la sua ragione d’essere sulla finanza e nella difesa della finanza, che solo avrebbe dovuto essere un po’ sistemata”.
Un decisione questa che avrebbe influito anche nella pandemia in corso, visto che Tremonti ha tenuto a specificare come “al punto 4 del GLS si chiedevano regole in materia ambientale ed igienica! Le dice niente? Noti che si era, con qualche anticipo, dieci anni fa, nel 2009/2010!”.
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