Il giudice federale della California Haywood Gillian ha emesso un’ingiunzione con la quale ha bloccato i fondi di 1 miliardo di dollari destinati alla costruzione del muro tra Usa-Messico.
In un momento in cui il presidente Trump sembra essere al centro dell’attenzione per la sua guerra commerciale con la Cina, arriva una prima sconfitta: Il Washinton Post e il New York Times, in prima pagina, pubblicano la notizia che il giudice Haywood Gillian della corte Federale della California ha bloccato l’utilizzo dei fondi che erano stati stanziati a febbraio dall’amministrazione per il completamento della barriera tra Usa e Messico.
I finanziamenti per il muro USA-Messico e l’autorizzazione del Congresso
L’istanza da parte della corte Federale della Californiana ha come base l’accettazione di due cause che pongono seri dubbi sullo spostamento di fondi per la costruzione del muro e che si innestano in una serie di azioni legali contro la sua costruzione, intentate già da altri stati. L’American Civil Liberties Union per conto del Sierra Club e la Coalizione delle comunità del confine meridionale, accusavano il presidente Trump di aver deviato, senza autorizzazione del Congresso, miliardi di dollari per realizzare il progetto del muro. Le azioni sono state presentate poco dopo che la Casa Bianca aveva dichiarato un’emergenza nazionale al confine del Messico e chiesto al Congresso lo stanziamento dei fondi, pari a 5,7 miliardi di dollari, per costruire 200 miglia di barriera d’acciaio, di cui 1,4 miliardi non erano stati concessi dal Congresso.
Le conseguenze dell’ingiunzione: stop alla costruzione del muro
L’ingiunzione emessa dal giudice Haywood riguarda circa un miliardo di dollari per la costruzione delle sezioni di El Paso, Tex E. Yuma e Ariz.
Il giudice federale ha specificato nell’atto, che “l’idea che il presidente possa agire senza l’autorizzazione del Congresso, quando viene rifiutata una richiesta di finanziamento all’amministrazione, non è in linea con i principi fondamentali della divisione dei poteri che è alla base della Repubblica Americana”.
Per l’avvocato dell’American Civil Liberties Union, Dror Ladin, questa è “una vittoria per il sistema di controlli e contrappesi e per uno stato di diritto”.
La reazione della Casa Bianca allo stop
Per ora non si è avuto nessun commento diretto da parte del presidente Trump, mentre come riportato dal New York Times, l’unica risposta alla sentenza federale è stata quella di Mick Mulvaney, il capo staff della Casa Bianca, ieri sera alla Fox News, il quale ha ribadito “che il muro si costruirà anche senza il Congresso”.
La sentenza è l’ultimo capitolo del tentativo del presidente di tenere fede alla sua promessa, che era stata uno dei cavalli di battaglia della sua compagna elettorale, di costruire il muro e risolvere il problema dell’immigrazione clandestina.
Un tale stop sembra essere un duro colpo in un momento particolare in cui le sue decisioni sembrano essere oggetto di numerose critiche e soprattutto in procinto delle prossime elezioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA