Gli Stati Uniti e l’Unione Europea si sono incontrati per la prima volta nell’ambito del forum su commercio e tecnologia, che intende rafforzare la collaborazione su temi chiave.
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno concordato di approfondire la cooperazione transatlantica per affrontare alcune sfide strategiche a livello globale.
Il 29 settembre è stato inaugurato il forum Trade and Technology Council Eu-Usa, con il primo incontro tra funzionari USA e dell’UE a Pittsburgh, Pennsylvania.
L’evento è stato l’occasione per impegnarsi in un dialogo continuo e aperto sui temi del momento: crisi di chip, colli di bottiglia nelle forniture, innovazione e tecnologia, crisi climatica, commercio.
Com’è andato il primo incontro del nuovo forum USA-UE, quali sono gli obiettivi futuri e cosa c’entra la Cina (anche se non è stata mai menzionata).
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USA e UE: più collaborazione su questi temi
I principali funzionari di Stati Uniti e UE mercoledì scorso hanno partecipato alla prima riunione del “Consiglio per il commercio e la tecnologia USA-UE” e hanno assunto impegni di alto livello per affrontare le crescenti sfide economiche e di sicurezza a livello mondiale.
Dalla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, l’allentamento della carenza di semiconduttori, fino alla lotta alle violazioni dei diritti umani e al sostegno a un commercio leale, sono stati diversi i punti di discussione.
L’intento del forum è stato quello di confrontarsi e favorire il coordinamento su ambiti ormai non trascurabili per vincere le sfide economiche e politiche.
L’obiettivo della piattaforma è di mantenere un canale di dialogo sempre aperto e non mira, almeno nell’immediato, a stipulare nuovi trattati o patti commerciali.
Il forum, nello specifico, si basa su 10 tavoli tematici nei quali proporre strade e strategie di collaborazione tra USA e UE. Tra i punti in evidenza ci sono:
- rafforzare le catene di approvvigionamento, per esempio dei seminconduttori;
- lavorare per avviare standard tecnologici comuni su intelligenza artificiale, biotecnologie, robotica e altre tecnologie emergenti;
- lottare contro le pratiche illegali e anti-concorrenziali di commercio;
- migliorare gli standard di sicurezza digitale;
- unificare le misure contro il crescente potere di mercato delle Big Tech;
- monitorare l’export delle tecnologie che possono essere impiegate per uso civile e militare;
- affrontare la crisi climatica
Gli incontri sono stati guidati dal segretario di Stato americano Antony Blinken, dal segretario al commercio Gina Raimondo, dalla rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Katherine Tai, dal capo del commercio dell’UE Valdis Dombrovskis e dal commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager.
Stati Uniti e Europa, uniti anche contro la Cina
La dichiarazione congiunta a fine forum non ha menzionato esplicitamente la Cina, sebbene alcune delle sue disposizioni sembrino chiaramente mirate al comportamento di mercato della potenza asiatica.
Un riferimento più o meno esplicito è stato evidenziato nella frase: “Siamo uniti nel continuare a proteggere le nostre imprese, i consumatori e i lavoratori dalle pratiche commerciali sleali, in particolare quelle poste dalle economie non di mercato, che stanno minando il sistema commerciale mondiale.”
Non è un mistero che sia in corso una vera e propria guerra su più fronti tra le due maggiori potenze mondiali. USA e Cina stanno cercando di osteggiarsi attraverso una strategica rete di alleanze.
Biden si è avvicinato a partner importanti nell’Indo-Pacifico, per esempio. L’approccio dialogante con l’UE attraverso il forum ha voluto essere anche un segnale distensivo, visto le recenti tensioni con Parigi.
La decisione degli Stati Uniti questo mese di fornire all’Australia sottomarini nucleari ha spinto Canberra a cancellare un contratto da 40 miliardi di dollari con la Francia, che non ha nascosto la sua rabbia al riguardo.
Un approccio collaborativo su temi cruciali come tecnologia, sicurezza digitale, commercio, intelligenza artificiale è fondamentale sia per l’Europa che per gli USA. La Cina rimane un “terzo attore” non menzionato ma sempre presente in queste occasioni di collaborazione.
Bisogna comunque ricordare che alcuni Paesi membri dell’UE non vogliono irritare Pechino e mantenere aperta la porta per collaborazioni commerciali con il dragone.
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