Stati Uniti: il mercato del lavoro alle prese con il coronavirus. I dati che fanno riflettere
Negli Stati Uniti le richieste di sussidi alla disoccupazione sono nuovamente finite sotto i riflettori.
Il tutto sulla già di quanto già accaduto nelle ultime settimane, durante le quali l’effetto dirompente del coronavirus si è mostrato in tutta la sua potenza anche nel Nuovo Continente.
Il mercato del lavoro è stato travolto dall’emergenza e sia le richieste di sussidi alla disoccupazione che i Non Farm Payrolls (le buste paga del settore non agricolo) sono finiti ripetutamente sotto i riflettori.
USA: cosa dicono i dati di oggi sui sussidi alla disoccupazione
Come si può osservare sul nostro Calendario Economico, le richieste iniziali di sussidi alla disoccupazione (in pratica quelle avanzate solo nella settimana terminata l’11 aprile) hanno toccato quota 5,245 milioni.
Il dato ha lasciato osservare una frenata rispetto all’ultima rilevazione (da 6,615 milioni) ma ha comunque rivisto negativamente tutte le attese degli analisti a quota 5,105 milioni. Come molti hanno fatto notare, infatti, nonostante la lieve discesa i danni subiti dal mercato del lavoro USA a causa del coronavirus rimangono profondi.
Non è andata certamente meglio alle richieste di disoccupazione continua. Nell’ultima occasione la rilevazione macroeconomica aveva alzato il velo su 7,446 milioni di domande, mentre oggi ha toccato quota 11,976 milioni. In questo caso le previsioni avevano stimato un dato di 13,500 milioni.
I dati hanno portato il totale delle richieste iniziali di sussidi delle ultime 4 settimane oltre quota 22 milioni. Per dirla in altre parole, il coronavirus ha cancellato quasi tutti i posti di lavoro creati dopo la Grande Depressione.
“Poiché conosciamo appieno lo stato attuale del mercato del lavoro con ondate di licenziamenti di massa, la domanda chiave è quante di queste persone saranno riassunte quando l’economia inizierà a riaprire”,
si è chiesto Peter Boockvar, Chief Investment Officer presso Bleakley Group, secondo cui, purtroppo, per tornare ai livelli pre-crisi ci vorrà molto tempo.
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