Quanto resisterà la zona bianca in tutta Italia? Domani avremo la risposta: una regione ormai prossima al cambio colore, altre due rischiano (ma solo tra due settimane).
Nella giornata di domani, mercoledì 18 agosto, sapremo se per la prima volta dopo mesi ci sarà una regione che tornerà in zona gialla. È dal 28 giugno, con il passaggio da giallo a bianco della Valle d’Aosta, che tutta Italia è in zona bianca nonostante un estate difficile caratterizzata dall’aumento dei contagi causa diffusione della variate Delta.
Il cambio dei criteri che decretano il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla ha permesso però a tutta la Penisola di mantenere basso il livello d’allerta, senza alcun rischio per le vacanze degli italiani. Tuttavia, dalla prossima settimana potrebbe non essere così: basta guardare ai dati riferiti al 16 agosto per renderci conto che c’è una regione che rischia molto più di altre di passare di nuovo in zona gialla.
Nuove zone gialle: cosa sapremo domani
Come noto, il Ministero della Salute prende la decisione sul “colore” delle regioni guardando al monitoraggio ISS del venerdì. Nel dettaglio, questo prende in considerazione, per quanto riguarda contagi e incidenza degli stessi, i dati riferiti alla settimana precedente (in questo caso quindi dal 9 al 15 agosto); nel monitoraggio, dunque, non vedremo ancora “l’effetto Ferragosto”, in quanto dovremo attendere ancora qualche settimana per capire se i festeggiamenti del 15 comporteranno un aumento dei contagi.
Nel monitoraggio ISS però ci sono altri dati molto importanti: quelli riferiti al tasso di ospedalizzazione. Un’informazione fondamentale in quanto sono proprio questi ad avere maggior peso nella decisione che porta al cambio colore della regione.
In questo caso, però, i dati presi come riferimento non sono quelli della settimana prima, bensì del martedì precedente. Quindi nel prossimo monitoraggio si prenderanno in considerazione i dati di oggi, martedì 17 agosto, i quali saranno svelati dal bollettino di Agenas in arrivo domani.
Allora sì che sapremo se ci sono regioni che, soddisfando tutti e tre i criteri previsti per il cambio colore, dovranno effettivamente passare in zona gialla. Criteri che ricordiamo essere:
- incidenza media settimanale superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti
- tasso di occupazione delle terapie intensive al 10% (o superiore)
- tasso di occupazione delle aree non critiche al 15% (o superiore)
A un giorno dal responso definitivo, quindi, possiamo guardare qual è la situazione nelle singole regioni per capire quale effettivamente rischia la zona gialla dal prossimo lunedì 23 agosto.
Una sola regione a rischio zona gialla
È la Sicilia a rischiare maggiormente la zona gialla. Ma attenzione: ad oggi questa non soddisfa ancora tutti e tre i criteri per il cambio di colore. Considerando che l’incidenza dei contagi sarà sicuramente sopra i 50 casi settimanali, dobbiamo guardare alla situazione negli ospedali che secondo l’ultimo monitoraggio di Agenas (riferito al 16 agosto) vede la Sicilia sopra il 15% dei posti occupati nelle aree non critiche (16% per essere precisi) e appena sotto la soglia di rischio individuata per le terapie intensive. Qui, infatti, la Sicilia è al 9%: basterà crescere dell’1% in queste 24 ore per essere certi di passare in zona gialla dalla prossima settimana. Altrimenti se ne riparlerà per il 30 agosto.
Le altre regioni non sembrano rischiare la zona gialla, perlomeno non da questa settimana. La Sardegna, che pur ha superato la soglia di rischio in terapia intensiva (dove i posti occupati sono all’11%), è distante ben 6 punti percentuali dalla soglia di rischio nelle aree non critiche. È impensabile che questa possa crescere tanto in appena 24 ore.
Lo stesso vale per la Calabria che con il 14% di posti occupati si appresta a superare la soglia di rischio nelle aree non a rischio. Ma anche qui siamo distanti un 6% dal superare la soglia di rischio nei reparti di terapia intensiva.
Entrambe però hanno un trend in crescita, quindi non è escluso che prima della fine del mese possano passare in zona gialla (anche perché in Sardegna c’è da monitorare “l’effetto Salmo”).
Delle altre, nessuna è abbastanza vicina a superare tutte e tre le soglie per potersi definire a rischio. Per il resto d’Italia, dunque, l’estate si concluderà in maniera tranquilla.
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