Le Sardine tornano sotto riflettori con una scelta inaspettata: il leader Santori si candida con il Partito Democratico alle elezioni comunali di Bologna. Cosa significa per il PD?
Sarà una sardina a rilanciare il PD?
Un quesito tornato alla ribalta in queste ultime ore, precisamente alla notizia della candidatura di Matteo Santori, leader delle Sardine, alle comunali bolognesi con il Partito Democratico.
Il movimento nato proprio sotto le due torri per le elezioni regionali in Emilia Romagna, che ha dato una spinta alla vittoria di Bonaccini contro la candidata della Lega, ritorna sotto i riflettori.
Perché Santori si candida con il PD e cosa aspettarsi per il partito?
Santori si candida con il PD: tornano le Sardine
L’ufficialità arriverà la prossima settimana, con la presentazione di Santori dalla segreteria PD di Bologna.
Intanto è stata comunque annunciata la novità, non troppo sorprendente ripercorrendo la storia del movimento e dello stesso suo leader, da sempre vicini al centrosinistra.
Certo, la decisione di entrare in politica nel modo più ortodosso, ovvero con la candidatura nelle liste di un partito nazionale, sta aprendo di nuovo il dibattito sul futuro del Partito Democratico.
Le Sardine daranno una spinta vincente e riporteranno vivacità e partecipazione, come accaduto alle regionali scorse?
Matteo Santori ha così spiegato al Corriere della Sera la ragione della sua scelta:
“...che ho condiviso nel comitato esecutivo e che rispecchia una linea nazionale che da tempo stiamo seguendo. È il momento in cui si mette la faccia e si presidia la politica nelle istituzioni. A Bologna come in altre città”
L’idea è di candidare anche altri esponenti nelle città chiave come Roma o Milano, non necessariamente con il partito di Letta.
Intanto, però, l’eco della scelta di Santori sarà importante. Innanzitutto perché la piazza bolognese conta da sempre nella costruzione dei partiti di centrosinistra. Il leader del movimento ha precisato:
“le mia e le altre saranno candidature indipendenti. Io sono coerente con il sostegno dato a Lepore durante le primarie. Il Pd ha diverse facce, quello che vogliamo sostenere è quel progetto che si chiamava Piazza Grande e che ora è diventato le Agorà. Visto che il Pd si sta aprendo all’esterno sta alle forze esterne decidere da che parte tirarlo, di certo non da quella dei cavalli di troia di Matteo Renzi che hanno ampiamente inquinato gran parte del partito”
E qui si legge, quindi, uno dei punti cruciali: combattere non solo il centrodestra, ma anche una visione della politica legata al cosiddetto renzismo. D’altronde proprio a Bolagna Lepore ha sconfitto alle primarie la renziana Conti.
Sardine con il PD: quale effetto sul partito?
La tornata elettorale delle comunali sta scaldando la politica italiana e soprattutto i partiti, schiacciati in un Governo Draghi più subito che scelto.
Anche per il PD di Letta le urne nelle grandi città si preannunciano importanti. Per questo, la scelta di tornare in primo piano delle Sardine potrebbe giovare.
La figura di Santori va ad affiancarsi a quella del giovane Lepore, osservato speciale nel partito. Sebbene non ci sia la dimensione delle elezioni politiche e nemmeno la risonanza di competizioni nazionali, l’esito in queste città sarà di grande impatto per il futuro dei partiti.
A Bologna l’appeal di Santori potrebbe essere positivo. E risvegliare una passione per il centrosinistra che, di nuovo, si è andata perdendo tra varie vicende complesse come la fuoriuscita di Zingaretti.
Ai tempi, si ricorda, proprio Santori e alcune Sardine si erano presentate alla sede PD di Roma con i sacchi a pelo per vigilare sul partito, etichettato come un “marchio tossico” preda di lotte intestine e di correnti.
I riflettori si stanno riaccendendo sulle dinamiche partitiche. Una sardina ridarà luce al PD?
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