In Italia si seguirà un criterio nazionale per la vaccinazione fino a giugno, poi quando si inizierà con gli under 60 potrebbero essere le Regioni a stabilire a quali categorie dare la precedenza nelle somministrazioni.
Il piano vaccini in Italia è destinato a dividersi in due fasi. Nonostante le promesse di regole uniche e criteri uniformi per tutte le Regioni sbandierate da Mario Draghi e dal commissario Francesco Figliuolo, da luglio ci potrebbe essere una sorta di liberi tutti.
L’indiscrezione è riportata da La Repubblica e di fatto andrebbe a individuare due momenti ben distinti della nostra campagna vaccinale contro il Covid. La prima fase, quella in corso, dovrebbe terminare a giugno termine entro il quale si dovranno mettere in sicurezza gli over 60.
Come ribadito di recente da Figliuolo di fronte alla fuga in avanti di De Luca in Campania, per gli over 60 si seguirà in tutta Italia un criterio unico con le vaccinazioni che avverranno in base a un ferreo ordine anagrafico: dal più anziano al più giovane.
Proprio per dare la precedenza a questa importante fetta della popolazione, di recente il Governo e il commissario hanno deciso di sospendere le somministrazioni alle categorie professionali (insegnanti, Forze dell’Ordine etc…) che fino a poco tempo fa erano considerate prioritarie.
Vaccino agli under 60, decideranno le Regioni?
Il nuovo obiettivo che si è dato il Governo è quello di vaccinare entro giugno tutti gli over 60. Un modo questo per far ripartire il Paese una volta che è stata messa in sicurezza la fascia di popolazione più a rischio con il Covid.
A partire da luglio dovrebbe così cominciare la seconda fase del piano vaccinale, che interesserà le 25 milioni di persone (il 39% del totale) facenti parte in Italia della fascia di età 30-59 anni.
Stando a La Repubblica, la grande novità nella campagna riguardante gli under 60 è che non si dovrebbe seguire un criterio anagrafico, ma ogni Regione deciderà a chi dare la precedenza fermo restando che, per prima cosa, si dovrà riprendere con quelle categorie prioritarie ora stoppate per accelerare con i più anziani.
Da luglio di conseguenza potremmo ritrovarci per esempio con il Lazio che vaccina prima chi lavora nei supermercati e la Sicilia invece gli operatori turistici. Il rischio di una sorta di caos è elevato, soprattutto visto il gran numero di persone da immunizzare nel minor tempo possibile.
Se dopo AstraZeneca anche Johnson & Johnson dovesse essere limitato in Italia agli over 60, nel terzo trimestre potremmo avere circa 40 milioni di dosi inutilizzabili: se non saranno sostituite, si verrà a creare un autentico buco.
In questo scenario, facile immaginare una sorta di “guerra” tra le varie categorie per essere vaccinate per prime: senza un criterio nazionale e con le Regioni in ordine sparso, si rischia una gran confusione senza parlare dei possibili favoritismi di cui, tristemente, già abbiamo notizia.
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