Università, green pass obbligatorio per il ritorno in presenza? Facciamo chiarezza

Simone Micocci

16 Luglio 2021 - 12:35

La Ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, ha parlato della possibilità che per il rientro in aula a settembre venga richiesto il green pass per alcune circostanze.

Università, green pass obbligatorio per il ritorno in presenza? Facciamo chiarezza

A settembre si torna in presenza all’Università: non si tratta di una certezza, in quanto con la pandemia non si può essere certi di nulla specialmente adesso che la variante Delta sta dilagando, ma di una promessa fatta dalla Ministra dell’Università, Maria Cristina Messa.

Una promessa che tuttavia non sarà semplice da realizzare in quanto bisognerà guardare a come sarà la situazione lato contagi tra qualche mese. Ed è per questo motivo che nel dibattito riguardante il rendere obbligatorio il green pass per usufruire di alcuni servizi è emersa anche la possibilità che questo possa essere richiesto agli studenti che vorranno seguire le lezioni in presenza.

Di questa possibilità ne ha parlato la Ministra dell’Università - Maria Cristina Messa - in un’intervista rilasciata a Fanpage.it, nella quale è stata confermata la sua intenzione di riaprire le aule già per il prossimo settembre.

Cosa serve per riaprire l’Università

L’intenzione, quindi, è quella di riaprire totalmente le aule di Università, permettendo dunque agli studenti di tornare a seguire le lezioni in presenza.

Tuttavia, come spiegato dalla Ministra Messa, servirà lavorare fin da subito per il raggiungimento di questo obiettivo. Come prima cosa servirà “agire con prudenza” in quanto i rischi ci sono ancora. Non si può, però, non guardare al fatto che la maggior parte degli italiani sia stato vaccinato e che dunque ci sarà possibilità - come sempre confermato dal Governo - di allentare alcune restrizioni.

Per il raggiungimento di questo obiettivo - che secondo Maria Cristina Messa potrà essere portato a termine entro la fine di settembre - servirà anche convincere gli studenti dell’utilità del ritorno in presenza. È probabile, infatti, che dopo l’ultimo anno e mezzo molti ritengano questa attività “non così fondamentale” e dunque rinuncino a frequentare attivamente l’Università.

E ancora, sarà necessario promuovere la vaccinazione: perché se fino a oggi non è stato affrontato il tema di coloro che non si vogliono vaccinare, adesso “è arrivato il momento di farlo”.

Insegnanti vaccinati, a che punto siamo?

Per quanto riguarda le vaccinazioni degli insegnanti e del personale universitario, la Ministra ha spiegato di essere ancora in attesa dei “dati precisi”. Al momento siamo, dunque, ancora in fase di raccolta e quindi non possiamo sapere qual è la percentuale di personale non coperto da vaccinazione.

In ogni caso, assicura la Messa, sembra ci sia stata un’adesione “massiccia”.

Verrà richiesto il green pass per l’Università?

Per quanto riguarda gli studenti, invece, i dati sulle vaccinazioni sembrano essere ancora basse. Nella fascia 20-29 anni, infatti, il 45% ha detto sì al vaccino e il 92% di questi ha ricevuto la prima dose. Resta un 55% di indecisi, però, che andranno convinti.

Come? Sicuramente non prevedendo un obbligo di green pass per iscriversi all’Università.

Come spiegato dalla Ministra Messa, infatti, nell’Università non si può fare come in Europa che è richiesto un pass, in quanto questo non può essere obbligatorio in determinate circostanze. Obbligare gli studenti ad avere un green pass, infatti, rappresenterebbe una violazione del diritto allo studio ed è per questo che la Ministra ha escluso categoricamente questa possibilità.

Tuttavia, spiega la Messa, alcune possibilità d’intervento ci sono. Ad esempio, si potrebbe permettere agli studenti con green pass di “muoversi più liberamente rispetto a chi non ce l’ha”, ad esempio “incoraggiando la presenza senza bisogno di distanziamento a seconda dello stato vaccinale”.

In questo modo, anche se le Università devono restare aperte per tutti in quanto a ogni persona va garantito il diritto allo studio, si potrebbe comunque incentivare la vaccinazione tra gli studenti.

E la didattica a distanza? Questa, spiega la Messa, dovrà “restare uno strumento complementare alla presenza” e sarà utile, ad esempio, per permettere agli studenti - ad esempio a chi non può essere in sede per diversi motivi - di poter sempre essere “connessi”. Ma bisogna ricordarsi che “non siamo un’Università telematica” e per questo motivo bisognerà spingere per un ritorno in presenza, anche introducendo l’obbligo del green pass per alcune specifiche situazioni.

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