Il 40% delle università italiane si trova tra le prime 1.000 al mondo secondo lo studio sulla reputazione degli atenei nostrani di Italiadecide con Intesa Sanpaolo. Superate Francia, Cina e USA. Nessuna tra le prime 100.
Il 40% delle università italiane si colloca tra le prime 1.000 migliori al mondo.
A mettere in evidenza il dato sulle università italiane al 40% tra le 1.000 migliori al mondo è la ricerca sulla reputazione degli atenei italiani nel mondo di Italiadecide con Intesa Sanpaolo, e condotta dal Comitato scientifico guidato dal professor Domenico Asprone con Pietro Maffettone, Massimo Rubechi e Vincenzo Alfano.
La classifica tuttavia sottolinea come le università italiane non si trovino tra le prime 100 migliori al mondo, come d’altronde evidenzia anche la classifica CWUR 2020-2021. Ma cosa ha evidenziato nel dettaglio lo studio?
La ricerca mostra come effettivamente le università Italiane siano state in grado di fronteggiare l’emergenza sanitaria e mantenere alto il numero delle immatricolazioni.
La ricerca si è basata, per definire la posizione delle università italiane sulle 1.000 migliori a livello mondiale, sui dati forniti dalle varie classifiche e fermi alla fine del 2020.
Università italiane tra le 1.000 migliori al mondo: la classifica
La ricerca sulle università italiane che per il 40% si collocano tra le 1.000 migliori al mondo ha potuto determinare una sorta di classifica; le università nostrane non si collocano tra le prime 100, ma sono avanti a Cina, Francia e USA.
Vediamo nel dettaglio che la ricerca ha preso in riferimento i ranking QS e THE, come spiega il documento di Italiadecide, che sono i principali per prestigio e risonanza.
La ricerca si basa sui dati, aggiornati al 2020, delle classifiche internazionali e alla quale viene aggiunta l’analisi dell’impatto della pandemia e la risposta delle università italiane a confronto con gli altri Paesi.
Lo studio ha analizzato il numero di università che si trovano tra le prime 100, 200, 500 e 1.000 posizioni a livello globale.
Dall’analisi si evidenzia che l’Italia in entrambi i ranking QS e THE non ha università tra le prime 100, ma si posiziona tra le prime 500 e 1.000.
L’Italia infatti si posiziona con il 40% delle università tra le prime 1.000 a livello mondiale superando Francia, Cina e Stati Uniti.
L’Italia, secondo lo studio che ha normalizzato i dati dei due ranking considerando tutte le università nei diversi Paesi, supera tutti con i suoi atenei. Le università Italiane in questo caso sono di più tra le prime 1.000 migliori, prima anche del Regno Unito.
Ci sono infatti il 40% delle università italiane, mentre per esempio per Cina, Francia e Usa gli atenei tra i primi 1.000 sono solo il 10%.
Secondo lo studio tuttavia, le università italiane sono penalizzate perché l’approccio metodologico usato nelle classifiche, che si basano sui principali ranking di cui abbiamo detto, tengono conto dei singoli atenei e non del sistema universitario nel suo complesso.
Università italiane: come possono migliorare
Lo studio che ha valutato la posizione delle università italiane nelle classifiche mondiali evidenzia anche quello che i nostri atenei possono fare per migliorare.
L’Italia, come si evince dallo studio, per le sue università deve investire di più e migliorare anche il reclutamento del personale. Si legge nello studio di Italiadecide:
“Per salire nei ranking e aumentare l’attrattività internazionale bisogna incrementare gli investimenti, intervenire su politiche di reclutamento del personale accademico, migliorare la macchina amministrativa, collaborare con imprese e tra atenei per internazionalizzazione, comunicare meglio a livello sistemico.”
Secondo lo studio tuttavia l’università italiana ha affrontato bene la pandemia e le immatricolazioni, come detto in apertura, sono anche aumentate:
- del 9% nelle università pubblica;
- del 7,1% nelle private.
Una classifica sulle università che in merito alle immatricolazioni nel Paese vede primo il Sud, con un incremento che supera il 6% e poi il Nord con una variazione del 5,5% sebbene a livello di numeri:
- al Sud ci sono state 8.000 immatricolazioni in più;
- nelle università del Nord 10.000 in più.
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