L’amministrazione Biden sta valutando se revocare lo scudo di protezione dei vaccini e dei farmaci anti-Covid prodotti negli Stati Uniti.
La Casa Bianca potrebbe revocare lo scudo della proprietà intellettuale sui vaccini e farmaci anti Covid-19. La notizia arriva dai media statunitensi, che citano fonti dell’amministrazione Biden. La mossa permetterebbe ad altri Paesi di replicare i vaccini esistenti, e togliere la pressione internazionale dagli USA che finora non hanno voluto esportare neanche una dose di vaccino.
Pressione su USA per condivisione vaccini
La pressione si è fatta sentire dall’Unione europea, ma anche dai vicini Messico e Canada. Le critiche più pesanti riguardano il fatto che una manciata di Paesi ricchi ha ordinato tutte le presenti e future forniture di vaccini, mentre il resto del mondo rimane senza.
Pertanto la Casa Bianca sta finalmente valutando la sospensione delle protezioni sulla proprietà intellettuale di cui si sono avvalse finora Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson, ovvero le aziende che hanno sviluppato vaccini autorizzati negli Stati Uniti all’uso d’emergenza. La sospensione si applicherebbe a tutte le tecnologie mediche usate per curare o prevenire il Covid-19.
Casa Bianca valuta revoca protezione intellettuale vaccini
La valutazione della Casa Bianca arriva in risposta a una lettera inviata di recente da Nancy Pelosi in cui la speaker della Camera chiede all’amministrazione di studiare la questione. La lettera, che non è stata resa pubblica, è stata a sua volta sollecitata da parte di alcuni parlamentari democratici.
“Il punto è che noi non siamo sicuri finché il mondo non è sicuro”, ha detto una fonte a NBC New York.
Di recente, il Sud Africa e l’India hanno presentato una richiesta formale alla World Trade Organization per revocare le protezioni finché la pandemia non è finita.
L’agenzia per il commercio USA, la U.S. Trade Representative (USTR), che dovrebbe fornire un verdetto finale nei prossimi tempi, ha fatto sapere che salvare vite e mettere fine alla pandemia rimane “una priorità degli Stati Uniti”.
“Mentre ricostruiamo le nostre alleanze, stiamo esplorando ogni via per coordinarci con i nostri partner globali e stiamo valutando l’efficacia di questa specifica proposta secondo il suo vero potenziale di salvare vite”, ha detto un portavoce della USTR.
L’industria farmaceutica si è strenuamente opposta all’eventualità di condividere i brevetti. La preoccupazione è che possa minare l’innovazione necessaria a combattere future malattie.
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