Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha annunciato un nuovo cambiamento per i vaccini anti-Covid in Italia: le chiamate avverranno per anno di nascita, mentre per accelerare nelle somministrazioni sarà creato un hotspot in ogni città.
La parola d’ordine sui vaccini da tempo è “accelerare”, ma la campagna in Italia stenta ancora a decollare nonostante la rivoluzione apportata dal nuovo Governo per quanto riguarda la governance dell’emergenza Covid.
I problemi rimangono sostanzialmente sempre gli stessi: la scarsa efficienza di alcune Regioni e i tagli nelle consegne da parte delle aziende farmaceutiche. Se del secondo tema se ne sta occupando Bruxelles, risolvere il primo invece è compito nostro.
Nel nuovo piano vaccini si dovrebbe così passare da una gestione regionale a quella nazionale, con il Governo pronto a mettere in campo Esercito e Protezione Civile per aiutare le Regioni.
Intervistato dal Corriere della Sera, il nuovo numero uno della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha ribadito la disponibilità a dare una mano visto che “entro fine anno dobbiamo riprendere la nostra vita migliore”.
Piano vaccini: come può cambiare in Italia
Complice anche il caos AstraZeneca, in Italia al momento si viaggia su una media di 200.000 somministrazioni al giorno. L’obiettivo però è iniziare da aprile a farne 500.000 al giorno: al momento abbiamo la capacità di effettuare 400.000 somministrazioni giornaliere, però mancano le dosi.
Sperando che nel secondo trimestre arrivino effettivamente le 50 milioni di dosi previste, i problemi palesati da AstraZeneca e Johnson & Johnson non promettono nulla di buono a riguardo, l’Italia comunque deve farsi trovare pronta.
A livello strutturale, Fabrizio Curcio ha così annunciato al Corriere che verranno creati degli hotspot vaccinali in ogni città, con la Protezione Civile pronta a mettere in campo i suoi 200.000 volontari.
“Le linee guida su cui stiamo lavorando tutti insieme saranno uguali ovunque - ha spiegato Curcio - grande parcheggio, entrate e uscite separate, area di attesa, medici che verificano le condizioni di idoneità, sale per l’inoculazione e altre dove aspettare i 15 minuti obbligatori”.
La grande novità riguarderebbe però i criteri di chiamata, con la modalità che diventerà la stessa in tutte le Regioni che si dovranno adeguare visto che probabilmente si utilizzerà la piattaforma messa a disposizione da Poste Italiane.
Non si procederà dunque in base a modalità di chiamate differenti in base alle Regioni ma “ per anno di nascita ”, che per Fabrizio Curcio è “l’unico criterio oggettivo”, con questo sistema che dovrebbe valere anche per le liste delle riserve.
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