Goldman Sachs, banca d’affari statunitense, ha pubblicato le sue previsioni sulla velocità del processo di immunizzazione che interesserà la popolazione mondiale il prossimo anno.
Quando arriverà il vaccino anti-Covid? E, soprattutto, quanto ci vorrà affinché si raggiunga un livello di immunizzazione tale da impedire al coronavirus di diffondersi con la velocità a cui ci ha abituati?
Domande, queste, a cui non è possibile ancora dare una risposta. Tuttavia, la banca d’investimento americana Goldman Sachs ha pubblicato alla fine della scorsa settimana le sue previsioni sulla distribuzione dei vaccini.
Dal rapporto emerge un sostanziale ottimismo degli analisti sul fronte della lotta al coronavirus nel 2021, ma permangono alcuni ostacoli che potrebbero prolungare la stagione pandemica.
Vaccino anti-Covid: quando arriva secondo Goldman Sachs
Per redigere il rapporto gli esperti di Goldman Sachs hanno incrociato i dati sulla capacità di distribuzione dei principali fornitori mondiali – come Pfizer, AstraZeneca e Moderna – con le stime relative alla domanda.
Il risultato, secondo la banca d’affari, è che entro l’autunno del 2021 il 70% della popolazione residente nei Paesi sviluppati sarà vaccinato e, dunque, immune al coronavirus. Più nel dettaglio, gli analisti di Goldman Sachs prevedono che negli Stati Uniti e in Canada i vaccini verranno somministrati alla metà dei cittadini entro aprile.
Spostandoci in Europa, il rapporto evidenzia la possibilità di una rapida vaccinazione nel Regno Unito, con circa la metà della popolazione inglese che dovrebbe essere immune al virus già a marzo. Analisti più prudenti sul resto del continente che, al pari di Giappone e Australia, non dovrebbe raggiungere questo livello di immunizzazione prima di maggio.
Il cuore dello studio di Goldman Sachs confida inevitabilmente in una distribuzione dei vaccini disponibili già a partire dalle prossime settimane. La banca d’affari scommette infatti che la Food and Drug Administration – ente statunitense che si occupa di regolamentare i prodotti farmaceutici – approvi i vaccini Pfizer e Moderna a metà dicembre.
Gli ostacoli all’arrivo del vaccino contro il Covid
D’altra parte, in un rapporto permeato da un robusto sentimento di fiducia e ottimismo sulle prospettive della lotta al virus, Goldman Sachs non manca di riferire quelle che sono le principali incognite sul fronte pandemico.
Tra queste l’efficacia dei vaccini, con l’Università di Oxford e l’OMS che hanno richiesto ad AstraZeneca di fornire maggiori informazioni sul trial clinico del suo prodotto. Un’evoluzione negativa avrebbe delle forti ripercussioni soprattutto sulle vaccinazioni nell’Unione europea, dato che il vecchio continente confida ampiamente sul vaccino dell’azienda britannica.
A preoccupare anche la stabilità della domanda di prodotti anti-Covid nel medio periodo, con gli USA e il Giappone che, secondo Goldman Sachs, potrebbero subire la crescente riluttanza dei cittadini dopo i primi cicli di vaccinazioni.
Buone notizie invece per Australia e Canada. Secondo gli analisti statunitensi, infatti, i due Paesi sarebbero immuni dalle principali minacce del 2021. Entrambi hanno firmato diversi contratti per la fornitura di vaccini, tutelandosi di conseguenza dal rischio di fallimento di uno dei prodotti in commercio. Confortanti anche le rilevazioni sul fronte della domanda, che secondo Goldman Sachs dovrebbe mantenersi stabile durante il corso dell’anno.
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