Vaccino Johnson & Johnson? “Risultati ottimi”

Marco Ciotola

30/01/2021

Lo sostiene l’ex commissario FDA Scott Gottlieb: “Protezione durevole e nessuna reazione allergica significativa”

Vaccino Johnson & Johnson? “Risultati ottimi”

Il vaccino Johnson & Johnson attualmente in fase di sperimentazione? Sta mostrando “risultati ottimi” secondo Scott Gottlieb, ex commissario FDA e parte del CdA di Pfizer.

Intervistato nella serata di ieri dalla CNBC, Gottlieb ha commentato i risultati finora mostrati dalla compagnia, dicendosi fiducioso del fatto che stia per arrivare un “concreto aiuto nella risposta alla pandemia”.

Proprio poche ore prima, J&J aveva comunicato un’efficacia media pari all’85% nella prevenzione del coronavirus, sebbene il livello di protezione vari in base alle aree geografiche di sperimentazione.

Negli Stati Uniti è ad esempio pari al 72%, contro il 66% in America Latina e il 57% in Sud Africa dopo quattro settimane.

Vaccino Johnson & Johnson? “Risultati ottimi”

Secondo i vertici di Johnson & Johnson, il grado di protezione è migliorato nel tempo, mentre finora su nessun partecipante alla fase sperimentale è stato riscontrato un caso di reazione allergica significativa, dopo 49 giorni.

Numeri e statistiche che Gottlieb ha definito un “ottimo risultato”, evidenziando però come sia impossibile fare paragoni tra questo vaccino e quelli già approvati in USA di Moderna e Pfizer-BioNTech:

“Non credo che si possano fare confronti simili negli studi clinici. Si tratta di preparati che sono stati gestiti e lavorati in modo diverso”.

Cruciale anche l’annotazione relativa alle varianti fatta da Gottlieb, che ha evidenziato come la maggioranza dei partecipanti alla sperimentazione di J&J si trovava in America Latina e Sud Africa, dove circolano diverse varianti del coronavirus, elemento che darà possibilità di verificare l’effettiva efficacia sui cosiddetti nuovi ceppi.

Mentre circa le tempistiche della protezione immunitaria, sembra “piuttosto durevole” per Gottlieb:

“Se guardiamo ai dati della sperimentazione clinica di fase due, sulla base di ciò che sappiamo, il livello di immunità innescato dal vaccino ha continuato ad aumentare per tutto il tempo in cui abbiamo seguito i pazienti”.

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