Emergono particolari del contratto siglato tra la Pfizer e l’Unione Europea che è secretato: l’Italia è pronta ad adire alle vie legali a causa dei ritardi e dei tagli nella fornitura del vaccino anti-Covid, ma il colosso farmaceutico americano sembrerebbe avere ben poco da temere.
L’Italia è pronta alle carte bollate nei confronti di Pfizer-Biontech a causa dei ritardi nella consegna dei vaccini anti-Covid, con i tagli che sono stati decisi in maniera unilaterale dai fornitori che hanno scelto in maniera autonoma su quali Regioni fare cadere la propria scure.
“Certamente noi pensiamo che Pfizer al momento sia inadempiente - ha dichiarato il commissario straordinario Domenico Arcuri due giorni fa a La Stampa - Stiamo lavorando con l’Avvocatura”.
Al pari dell’Italia, anche l’Unione Europea sembrerebbe essere sul piede di guerra, visto che il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha parlato di “intenzione di fare rispettare i contratti firmati da Pfizer, anche ricorrendo alle vie legali se fosse necessario”.
Ma cosa dice il contratto siglato da Bruxelles con la Pfizer per la fornitura dei vaccini? In teoria si tratta di documenti secretati, ma come si può leggere dall’edizione odierna del Corriere della Sera diversi passaggi sarebbero ormai noti e, per l’Italia, non sembrerebbe esserci buone notizie.
Vaccino, il contratto di Pfizer con l’UE
Lo scorso 11 novembre l’Unione Europea ha siglato un accordo con la Pfizer per la fornitura del vaccino anti-Covid. Al pari dei contratti firmati con le altre cinque aziende per i fondamentali sieri, i documenti sono secretati.
A gestire la trattativa e la distribuzione è infatti Bruxelles, questo per evitare possibili disparità all’interno dell’Unione, ma il costo è a carico dei singoli Stati. Per quanto riguarda l’Italia, da Pfizer in totale arriveranno 40 milioni di dosi che dovrebbero costare ognuna 14,5 dollari.
In data 8 gennaio però l’UE tramite l’Ema ha autorizzato Pfizer a sostenere che ogni fiala di vaccino contiene sei dosi e non cinque. Dai documenti citati dal Corriere, emerge poi che la Biontech avrebbe siglato un accordo parallelo con la Germania per ulteriori 30 milioni di dosi extra, andando contro così ai dettami di Bruxelles.
Stando agli accordi, Pfizer nel primo trimestre del 2021 è chiamata a fornire all’Italia 8,7 milioni di dosi. Un dettaglio questo non di poco conto e che potrebbe mettere al riparo il colosso americano da eventuali penali.
Per prima cosa ci può essere una contestazione sulle forniture trimestrali, non settimanali. L’azienda avrà così tempo fino al 31 marzo per recuperare gli attuali ritardi, che intanto a noi costeranno lo slittamento di un mese dell’avvio della vaccinazione per gli over 80.
In più parlando di dosi e non di fiale, con la certificazione delle sei dosi e non cinque per fiala, Pfizer ha così aumentato la propria fornitura del 20%. In questo momento, si è stimato che l’ammanco nelle consegne nel nostro Paese sia pari al 29%, quindi lo scarto sarebbe alla fine molto più ridotto.
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L’Italia pronta alla battaglia legale
L’autentica beffa contenuta nel contratto siglato da Bruxelles è però che “l’applicazione delle penali non è automatica”, stabilendo che “alla fine del primo trimestre deve inizialmente essere esplorata la strada per un rimedio all’inadempienza”.
“Tra le possibilità ci sono: il diritto al rimborso, la cessazione del contratto e, solo alla fine, l’applicazione della penale - si legge sul Corriere - Un meccanismo che di fatto lascia alle aziende la totale libertà di azione compresa, almeno in teoria, l’eventualità di pagare le penali a fronte di un’offerta alternativa che dovesse rivelarsi più vantaggiosa”.
L’Italia però è pronta a contestare a Pfizer il mancato rispetto della pianificazione settimanale, visto che è stata l’azienda a decidere in maniera unilaterale di diminuire le consegne e in quali Regioni tagliare.
Considerando che i ritardi siano dovuti “esclusivamente a circostanze aziendali”, il governo potrebbe avanzare un esposto alla Procura di Roma per valutare una “possibile frode nelle pubbliche forniture e aggiotaggio”.
Dal canto suo Pfizer ha giustificato i ritardi con la necessità di adeguare lo stabilimento belga di Puurs dove vengono prodotti i vaccini per l’Europa, sottolineando però che al tempo stesso come “con la decisione del governo di somministrare sei dosi anziché cinque, abbiamo ridotto il numero di fiale ma non di dosi previste che resta lo stesso”.
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