Il Russian Direct Investment Fund e l’azienda Adienne Pharma & Biotech hanno raggiunto un accordo per iniziare a produrre il vaccino Sputnik V in Italia: già pronti due stabilimenti in Lombardia e nel Lazio, ma prima servirà il disco verde da parte dell’Ema.
L’Italia potrebbe essere il primo Paese dell’Unione Europea a produrre sul proprio territorio lo Sputnik V, il vaccino anti-Covid made in Russia già in uso a San Marino e che molti politici, vedi Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, vorrebbero presto avere a disposizione anche da noi.
La Camera di Commercio Italo-Russa ha infatti annunciato un accordo che potrebbe essere definito storico tra il Russian Direct Investment Fund, l’ente di Mosca che si occupa del vaccino, e l’azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma & Biotech.
L’obiettivo è quello di iniziare a produrre lo Sputnik V in due stabilimenti della Adienne Pharma & Biotech, uno in Lombardia e uno nel Lazio, ma prima servirà il via libera da parte dell’Ema.
Le procedure per una approvazione del vaccino russo però sarebbero ancora in alto mare, visto che nessuna richiesta ufficiale sarebbe stata ancora presentata all’Ema, che poi impiegherebbe diverse settimane per analizzare tutti i dati.
Se dovesse arrivare alla fine un disco verde, grazie all’accordo raggiunto da luglio 2021 al gennaio 2022 i due centri potrebbero produrre fino a 10 milioni di dosi del vaccino, che poi sarebbero tutte distribuite in Italia.
Anche al fine di aumentare la produzione dello Sputnik V vista l’alta richiesta, la Russia sarebbe in trattativa pure con altri venti Paesi tra cui la Francia e la Germania.
“La partnership permetterà di avviare la produzione già dal mese di luglio 2021 - si legge nella nota della Camera di Commercio Italo-Russa - il processo produttivo innovativo aiuterà a creare nuovi posti di lavoro e permetterà all’Italia di controllare l’intero processo di produzione del preparato”.
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