Dopo il suggerimento degli esperti è partita la corsa al vaccino antinfluenzale, ma un milione di persone rischia di non averlo, ecco perché.
È partita la corsa al vaccino antinfluenzale per il prossimo autunno dopo il consiglio degli esperti, che hanno esortato i cittadini a sottoporsi alle vaccinazioni contro la malattia stagionale per evirare di sovrapporre i sintomi dell’influenza con quelli del coronavirus, evitando quindi di bloccare gli ospedali e le strutture sanitarie locali, tuttavia l’approvvigionamento potrebbe essere a rischio.
L’allarme arriva proprio da Federfarma, l’associazione dei farmacisti titolari, che sebbene ricordi l’importanza della vaccinazione per rendere più semplice la diagnosi di COVID-19 e gestire i pazienti sospetti, soprattutto in vista dell’ultimo incremento dei contagi, precisa che c’è il pericolo che molte dosi del vaccino potrebbero non essere disponibili.
Vaccino antinfluenzale a rischio: l’allarme di Federfarma
Federfarma pensa di non riuscire a garantire il vaccino a tutti i cittadini, poiché per la campagna antinfluenzale 2020-2021 si stima già un incremento del 50% rispetto al precedente anno delle dosi da somministrare per un totale di oltre 1,2 milioni di vaccini. Dagli esperti arriva il suggerimento di vaccinare non solo i soggetti a rischio, ma anche la popolazione attiva, al fine di alleggerire il carico di lavoro della sanità territoriale.
Quest’anno tuttavia le case farmaceutiche non riusciranno a coprire la richiesta di vaccini da parte delle farmacie dal momento che la maggior parte dell produzione è stata acquisita dalle Regioni, le cui amministrazione hanno fatto registrare un aumento del 43%, con picchi anche del 100% rispetto allo scorso anno. Le varie Regioni hanno fatto partire una vera e propria corsa al vaccino per accaparrarsi più dosi degli anni scorsi e le aziende cercano di accelerare nella produzione, tuttavia la fornitura non può ancora essere assicurata. Marco Cossolo, il presidente Federfarma sottolinea che:
“Questo significa che, in assenza di un canale capillarmente diffuso e facilmente raggiungibile da tutti, qual è la farmacia, molti cittadini, appartenenti soprattutto alla fascia attiva della popolazione e quindi sottoposti a un maggior rischio di contagio, si troverebbero nell’impossibilità di vaccinarsi”.
Serve un provvedimento legislativo
L’impossibilità di accedere alla vaccinazione per una mancanza di farmaci, necessita, secondo Cossolo, di un provvedimento legislativo che consenta al farmacista di inoculare i vaccini, come avviene in altri Paese appartenenti all’Unione Europea.
Anche sul vaccino contro il coronavirus, il virologo dell’Università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco, spiega che l’obbligatorietà della vaccinazione “da un punto di vista igienico sarebbe la soluzione più efficace rispetto a un’esigenza di sanità pubblica”, consentendo “di raggiungere più velocemente l’obiettivo di copertura, la soluzione preferibile per ottenere l’immunità di gregge”, ma questa non può che essere “una decisione politica”, conclude il virologo.
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