Quanti sono a favore dell’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19? Le voci iniziano a uscire allo scoperto, soprattutto in vista delle riaperture massicce della stagione autunnale.
Vaccino obbligatorio sì o vaccino obbligatorio no? La domanda a questo punto è lecita. Sappiamo che il numero dei “no vax” non è così ampio come spesso, allarmisticamente, viene raccontato. Sono appena il 3% della popolazione, ma accanto a chi i vaccini non li vuole fare dobbiamo contare anche quelli che non possono farlo o chi ha paura di farlo (che non rientra necessariamente nei “no vax”).
Ci si può interrogare sugli errori di comunicazione della campagna vaccinale o dell’influenza del web e delle camere di risonanza (in ing. echo-chamber), su chi è più responsabile o più vittima della narrazione sul Covid-19, ma a questo punto bisogna agire.
In questi giorni si fanno sempre più insistenti, o potremmo dire che escono allo scoperto, le voci a favore dell’obbligo di vaccinazione, chi per determinate categorie, chi per tutta la popolazione. Chi sono i favorevoli e chi i contrari al vaccino obbligatorio?
Storia dell’obbligo di vaccinazione: è così strano?
Prima di introdurre le attuali posizioni di favorevoli e contrari sul vaccino obbligatorio, ecco un po’ di storia recente e meno recente dove si è scelto di attuare obblighi simili per impedire la diffusione di determinati virus, come quello del vaiolo.
In Europa, come si legge su EpiCentro, il portale di epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità, l’obbligo vaccinale è stato introdotto all’inizio dell’Ottocento. La necessità era quella di fermare la diffusione del vaiolo. Ci sono ancora oggi determinati vaccini obbligatori, a partire da quelli per i minori dai 4 ai 16 anni, come quelli anti-poliomielitici, anti-difterici, anti-tetanici etc.
È vero anche che all’epoca della prima campagna vaccinale obbligatoria ci furono comunque delle resistenze, ma possiamo dire con estrema sicurezza che senza quell’azione alcune malattie non sarebbero state ancora debellate.
Vaccino obbligatorio: la lista dei favorevoli e dei contrari con le motivazioni
Alcuni sono nomi più conosciuti, altri entrano nel vortice della notorietà per qualche ora proprio per via delle dichiarazioni sul vaccino e l’obbligatorietà. Vediamo insieme chi è pro e chi è contro e quali sono le motivazioni che li fanno stare dall’una o dall’altra parte della barricata.
Favorevoli
Tra i favorevoli troviamo Guido Rasi, ex direttore dell’Agenzia europea per i medicinali e consulente del Generale Francesco Paolo Figliuolo. Secondo Rasi è impensabile saturare nuovamente gli ospedali di persone che hanno bisogno di cure per il Covid-19 quando in due anni si sono tralasciate molte altre patologie.
Walter Ricciardi si è già schierato a favore di un maggior utilizzo del green pass per garantire libertà di movimento (anche se le sue affermazioni rimangono teoriche e rischiano di non prendere in considerazione gli errori e lefalle del sistema Verifica19). Sull’obbligo di vaccinazione è chiaro: “Giusto l’obbligo per i professionisti della sanità, ma andrebbe introdotto anche per chi lavora nella scuola. Va inteso come un modo per proteggere i fragili con i quali si entra in contatto”. Non è il solo che chiede alla politica di prendere una decisione, mentre il premier Mario Draghi sembra cauto sull’idea di obbligatorietà.
Favorevole anche Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che rimprovera al contrario i sindacati. “Per Confindustria l’obbligo vaccinale nei luoghi di lavoro e nella scuola è doveroso, il green pass obbligatorio”, ha affermato al meeting di Rimini. Ha aggiunto che non si può scaricare la responsabilità sulla politica, formata da partiti che difficilmente arriveranno a una decisione comune. Apre quindi alla possibilità di un dialogo e di un tavolo con i sindacati per discutere in merito all’obbligo di vaccinazione.
L’opinione della scienza sull’obbligatorietà dei vaccini
La comunità scientifica è composta da persone e ogni persona può pensarla a modo suo su vaccini, su alieni e molti altri temi. Per questo esiste una comunità, ovvero una maggioranza che determina una posizione e non qualche isolato urlatore di strane teorie.
Giorgio Palù, presidente di Aifa e componente del Comitato tecnico scientifico, vorrebbe l’introduzione dell’obbligo vaccinale per chi ricopre una funzione pubblica. Tra le categorie coinvolte ci sarebbero: operatori sanitari, insegnanti, personale scolastico, forze dell’ordine etc.
A favore anche Sergio Abrignani, immunologo all’Università statale di Milano e membro del Cts: “Proporrei l’obbligo vaccinale perché le malattie infettive le contieni quando vaccini tutti e lo abbiamo visto con la polio, il vaiolo e altre malattie”. Secondo Abrignaniè necessario cercare gli oltre 4 milioni di italiani over 50 non ancora vaccinati, poiché sono i più a rischio di conseguenze gravi o morte se contagiati.
Obbligo vaccinale anche per l’immunologa Antonella Viola, che ha scritto in merito:
I dati sono essenziali nella scienza e lo sono anche per guidare tutti noi, cittadini e governi, nel prendere le decisioni più giuste [...] i dati devono essere, da un lato, costantemente aggiornati sulla base delle nuove evidenze scientifiche e, dall’altro, devono saper essere interpretati. In questi giorni, entrambi gli aspetti sono carenti e, dunque, molte persone faticano a comprendere che i vaccini stanno funzionando bene e che non c’è davvero spazio per esitare: bisogna fare presto e vaccinarci tutti.
Chi sono i contrari?
Tra i contrari si possono contare alcuni esponenti politici di destra, che muovono le loro opinioni non tanto su dati scientifici o risultati evidenti, quanto su base ideologica.
Leggiamo per esempio il tweet nel quale Giorgia Meloni ha dichiarato di sostenere l’opinione della comunità scientifica (che oggi protende per l’obbligo di vaccinazione):
Sui vaccini occorre avere l’umiltà di affidarsi alla comunità scientifica. È un tema che non va affrontato a livello ideologico: lasciamo stabilire a chi ha competenze quali siano i vaccini necessari e obbligatori.
Ora però la posizione di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sembra seguire una linea più ideologica. Ha infatti affermato che “con il green pass la vaccinazione è di fatto obbligatoria”. Comunque Meloni non si è detta contro i vaccini e non si schiera dalla parte dei “no vax”.
Totalmente contrario appare invece Matteo Salvini, leader della Lega, che ha affermato: “Non se ne parla di imporre obblighi, specie ai più giovani”. Eppure sono i più giovani, gli under 30 che hanno dimostrato una maggior consapevolezza sui vaccini e in massa si sono messi in fila per la vaccinazione. Il messaggio suona a favore più delle famiglie che rivolto ai diretti interessati, cioè i giovani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA