Variante Delta, quale vaccino protegge di più tra Pfizer e AstraZeneca? Un nuovo studio dell’Imperial College di Londra svela chi ha sviluppato più anticorpi dopo la seconda dose.
Con l’emergere di nuove varianti Covid, vaccinati e non vaccinati si chiedono quanto siano efficaci i vaccini contro la variante Delta e quale, tra Pfizer, AstraZeneca, Moderna e Johnson&Johnson, protegge di più.
I dati dello studio REACT-2 condotto dall’Imperial College of London fanno maggiore chiarezza.
Variante Delta, quale vaccino immunizza di più: i dati
I test effettuati su oltre 207.000 persone tra il 12 e il 15 maggio 2021 rivelano che quasi il 100% delle persone aveva anticorpi contro il Sars-Cov-2 due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer o AstraZeneca.
Si tratta di risultati importanti, specie alla luce delle ultime dichiarazioni degli esperti (“La variante Delta contagia anche chi ha due dosi di vaccino”, ha avvertito Walter Ricciardi) e in vista delle contromisure a cui sta pensando di ricorrere anche l’Italia per fermare l’aumento dei casi.
I dati raccolti rivelano che la presenza di anticorpi variava maggiormente nelle persone che avevano ricevuto una sola dose del vaccino bidose, sia per gruppi di età che per tipo di vaccino. Il numero minore di anticorpi è stata riscontrata nelle persone di età pari o superiore a 70 anni, che dopo 3 settimane dal vaccino (al 32% con Pfizer e al 46% con AstraZeneca).
La sola presenza di anticorpi non previene necessariamente l’infezione, ma le prove mostrano che ricevere entrambe le dosi di vaccino offre alti livelli di protezione.
Per le persone che avevano ricevuto il vaccino Pfizer/BioNTech, la prevalenza anticorpale era del 100% due settimane dopo la seconda dose per tutti gli under 80, mentre per gli ultraottantenni scendeva al 97,8%. Per AstraZeneca la prevalenza di anticorpi era del 100% nei soggetti di età compresa tra 18 e 39 anni, per poi diminuire gradualmente con l’età fino all’83,6% negli over 80 anni.
Cosa succede dopo una dose
Lo studio ha rilevato un intervallo molto più ampio nella risposta anticorpale dopo la prima dose del vaccino: si va dal 100% nei 18-24 anni 3 settimane dopo Pfizer al 32,3% nei 70enni. Per AstraZeneca l’intervallo era compreso tra il 72,2% e il 46,2%.
Dopo una singola dose, la percentuale di persone che hanno sviluppato anticorpi ha raggiunto il picco circa 4-5 settimane dopo e poi ha iniziato a diminuire, seguita da un marcato aumento in coloro che hanno ricevuto la seconda dose a 6-8 settimane o 10-12 settimane.
Graham Cooke, professore di ricerca di malattie infettive presso l’Imperial College, ha dichiarato: “Una percentuale molto più alta di partecipanti aveva anticorpi rilevabili dopo due dosi di vaccino, con una maggiore variabilità dopo una sola. È fondamentale che tutti possano ricevere la seconda dose in modo tempestivo, anche se hanno già avuto il Covid-19. Ciò è particolarmente importante ora, poiché riteniamo che siano probabilmente necessari livelli più alti di anticorpi per proteggersi dalla variante Delta, i cui tassi stanno aumentando rapidamente”.
Quanto sono efficaci i vaccini contro la variante Delta
I dati disponibili da più Paesi dicono che i vaccini Pfizer e Moderna sono efficaci al 96% nel prevenire ricoveri e decessi per infezioni da variante Delta. AstraZeneca offre una protezione del 92%, mentre sul vaccino monodose Janssen non abbiamo ancora dati significativi. A inizio luglio Johnson & Johnson ha dichiarato che dalle ricerche condotte, il vaccino offre una protezione forte, anche se in qualche modo ridotta, contro la variante Delta, con un’immunità che diventa maggiore nel tempo.
La variante Delta sfugge ai vaccini?
Nonostante l’alta protezione garantita dai vaccini anche contro la variante Delta, ciò non significa che questo o altri ceppi del virus (come le varianti Beta, Gamma o Lambda) non possano colpire una persona completamente vaccinata o addirittura causare sintomi.
Senza considerare che la variante Delta, oltre che più contagiosa, sembra essere anche più forte nell’eludere i vaccini rispetto ad altre varianti di coronavirus emerse finora.
Ci sono, infatti, casi di persone contagiate anche se vaccinate - casi che sono più comuni tra gli anziani (categoria statisticamente più vaccinata) -, tuttavia gli studi più evidenti condotti finora rilevano che due dosi di vaccino siano ancora altamente efficaci contro il ricovero in ospedale o il decesso, anche negli anziani.
Dai dati elaborati dell’Istituto Superiore della Sanità due dosi sono efficaci al 80% del proteggere dall’infezione e fino al 100% nel proteggere dagli effetti più gravi della malattia. L’efficacia dei vaccini contro i decessi nella fascia 60-80 è pari al 98,7%, mentre nella fascia over 80 è del 97,82%.
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