Veneto Banca: il primo semestre 2016 si chiude con un rosso di 259 mln. Intanto il Fondo Atlante riceve offerte per i due istituti del Nord Est e non esclude una fusione.
I primi sei mesi del 2016 si sono chiusi per Veneto Banca con un passivo di 259 milioni di euro, con rettifiche sui crediti per 258 milioni. L’istituto veneto - che ha visto i propri ricavi attestarsi a 359 milioni e la raccolta diretta scendere a 22,2 miliardi a fronte dei 24,4 miliardi conseguiti alla fine dello scorso anno - ha un Cet1 ratio phased pari al 10,74% (in crescita rispetto al 7,23% di fine 2015), mentre la posizione di liquidità Lcr è passata dal 53% di fine 2015 al 71%.
Nel semestre è rimasto pressoché invariato l’ammontare dei crediti deteriorati netti. Il livello di copertura delle sofferenze è salito invece al 39,2%.
A incidere sul risultato negativo di Montebelluna sono stati i costi straordinari per 47 milioni legati a oneri per la riorganizzazione e il clima di incertezza causato dalla posticipata conclusione dell’aumento di capitale da un miliardo, che ha avuto notevoli effetti sul business ordinario e sulla profittabilità della banca controllata dal Fondo Atlante con il 97,64% del capitale sociale.
Veneto Banca: piano industriale entro fine anno
Intanto il nuovo cda ha deciso di rivedere la posizione strategica sul gruppo Bim - optando per un’uscita dalle attività in via di dismissione - e di costituire un Fondo di solidarietà per gli azionisti che versano in condizioni di maggiore difficoltà.
Archiviata la semestrale, i vertici di Veneto Banca lavorano alla stesura del nuovo piano industriale, che dovrebbe essere presentato entro la fine dell’anno.
Veneto Banca: Atlante riceve offerte e non esclude fusione con Vicenza
Nel frattempo, in occasione dell’ultimo convegno di Banca Ifis sui crediti non performanti, è intervenuto anche l’amministratore delegato di Atlante Paolo Petrignani, il quale ha affermato che per le due banche del Nord Est controllate dal fondo salva-banche (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) “sono arrivate molteplici offerte, alcune più serie di altre”.
Petrignani non ha escluso la fusione tra i due istituti, come pure un nuovo aumento di capitale per BpVi.
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