Quali indizi sui futuri piani della Fed rivelano le prime minute dell’anno
C’era discreta attesa da parte dei mercati per nuovi indizi sui prossimi piani della banca centrale USA, su cui hanno fatto un po’ di luce i verbali Fed relativi alla riunione del 28-29 gennaio. Le minute sono state diffuse oggi, mercoledì 19 febbraio, come di consueto alle ore 20.00 italiane.
Cosa è successo nell’ultima riunione Fed
La prima riunione FOMC dell’anno ha deciso, come largamente atteso, di lasciare invariato il costo del denaro, compreso tra l’1,50% e l’1,75%.
Nonostante la scelta di non intervenire, la conferenza stampa del presidente Jerome Powell era stata importante per dedurre indizi sul futuro atteggiamento della Federal Bank. I verbali Fed di oggi hanno fornito ulteriori informazioni in tal senso.
Sotto i riflettori, in particolare, c’è la questione su quando la banca centrale smetterà di acquistare di Titoli di Stato statunitensi. Secondo diversi analisti, i membri del FOMC non vogliono bloccarsi su una traiettoria troppo precisa, ma lo stop dell’acquisto di Titoli di Stato potrebbe avvenire nel corso della seconda metà del 2020.
C’era attesa per qualche chiarimento in merito a quanto consenso ci sia fra i dirigenti della Federal Open Market Committee su quando e come si interverrà sugli attuali tassi d’interesse. Durante la conferenza stampa di fine gennaio, Jay Powell aveva messo delle condizioni piuttosto rigide.
Per interventi sul costo del denaro, infatti, si aspettano ormai soltanto «cambiamenti significativi».
Cosa dicono le minute Fed di gennaio
I verbali Fed rivelano che lo stop all’acquisto dei Titoli di Stato potrebbe avvenire già nel Q2. La previsione è che la crescita economica continui a un «ritmo moderato».
Nel corso della riunione si è parlato dell’affievolirsi delle tensioni commerciali, in particolare a proposito di Brexit e dello stabilizzarsi della crescita globale. L’incertezza commerciale rimane comunque elevata.
Ci si aspettava inoltre che i verbali Fed di gennaio 2020 fornissero previsioni sull’impatto del coronavirus. Venti giorni fa l’emergenza era ancora agli albori e il dibattito sul tema potrebbe essere stagnante, tuttavia qualcuno dei membri del FOMC potrebbe ritenere un’eventuale scoppio dell’epidemia uno di quei «cambiamenti significativi».
E in effetti le varie dichiarazioni indicano raccomandazioni affinché «si guardi da vicino» la situazione del virus.
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