Arrivano i verbali Fed: vediamo quali novità trapelano dall’ultima riunione del FOMC e analizziamo le reazioni di euro-dollaro alle ultime news sui tassi di interesse USA.
I verbali Fed sono stati pubblicati come da programma alle ore 20:00 di stasera e le attenzioni di tutto il mercato si sono rivolte verso le diatribe interne ai membri del FOMC.
L’interesse, dopo una giornata negativa sui listini europei, era quello di capire quanto problematica fosse l’attuale gestione del board da parte della Yellen analizzando il resoconto dello scorso meeting.
Durante la riunione della Fed di settembre, per la prima volta negli ultimi cinque anni, si è infatti creata una spaccattura all’interno del committee, con tre voti dati a sostegno di un rialzo dei tassi di interesse.
La politica sostenuta da Janet Yellen ha sempre contenuto più che favorito una ripresa dei tassi, mentre la volontà di una percentuale sempre più ampia del FOMC sembra piano piano dissociarsi.
Ad oggi le probabilità di un rialzo dei tassi nella prossima riunione sono del 20% mentre si raggiunge il 66% con riferimento al mese di dicembre. I verbali Fed di oggi erano quindi attesi a sciogliere questi dubbi e a chiarire le future intenzioni del consiglio.
Dopo aver visto le possibili prospettive del cambio euro-sterlina, capiamo ora quali novità arrivano dai verbali della Fed e che tipo di reazioni hanno scatenato sul cambio euro-dollaro.
Verbali Fed: membri del FOMC spaccati, rialzo vicino
I verbali Fed da poco rilasciati hanno chiarito e confermato le incertezze interne al board relativamente all’annosa questione del rialzo dei tassi di interesse.
La decisione di lasciare i tassi invariati lo scorso settembre non è stata scontata, queste le prime impressioni che trapelano dai verbali appena pubblicati:
“Diversi membri del comitato hanno valutato come appropriato un incremento del range dei tassi di interesse nel breve termine, coerentemente con la realizzazione delle prospettive economiche attese dal FOMC. ”
Il documento che entra nel dettaglio della riunione di fine settembre mette in evidenzia un’anomalia che si sta manifestando all’interno della Fed, dove si sta creando una spaccattura.
I presidenti della Fed di Kansas City Esther George, di Cleveland Loretta Mester e di Boston Eric Rosengren si sono eretti in disaccordo con la maggioranza del consiglio e hanno infatti votato a favore di un rialzo dei tassi di interesse già lo scorso mese.
Dai verbali Fed è inoltre stato reso noto come la stessa divisione si è manifestata anche all’interno della commissione dei membri non votanti.
Tuttavia la decisione finale è stata a favore di un mantenimento degli stessi paramentri, come ben noto. Alcuni passi falsi dell’economia USA, il rallentamento della crescita in Asia e le conseguenze della Brexit sono state annoverate tra le motivazioni del non-agire, soluzione che però potrebbe avere ancora vita breve.
La riunione di novembre non sarà con ogni probabilità il momento buono per prendere decisioni, visti i sei giorni che la separano dalle presidenziali, ma dicembre a questo punto comincia ad assumere dei controrni quasi inevitabili.
Il committee ha dibattuto i potenziali benefici di lasciare il mercato del lavoro al di sotto della piena occupazione, con diversi membri che vedono in un rialzo dei tassi il presupposto ideale per favorire un suo rafforzamento sotto queste condizioni.
Le tensioni all’interno del FOMC hanno quindi già visto a settembre un acceso dibattito e il mercato ora attende dicembre per trovare una nuova unione di intenti, finalmente rivolta all’intervento.
Cambio euro-dollaro incerto con verbali Fed: test dell’1,100
Il cambio euro-dollaro si mantiene in equilibrio poco sopra l’1,10 dopo l’uscita dei verbali Fed, mostrando qualche movimento più intenso diretto al ribasso.
Dal seguente grafico H1 è evidente come negli ultimi giorni EUR/USD sia letteralmente crollato sotto la forza di una rinascita del biglietto verde:
Il trend ribassista ha aumentano la sua inclinazione questa settimana e la quotazione di euro-dollaro è stata incapace di tornare sopra la media mobile a 20 periodi.
L’abbattimento dell’ultimo livello di prezzo rilevante a 1,104 ha lasciato alle spalle del cambio una doppia importante resistenza, a 1,104 e 1,110, pronta a frenare eventuali movimenti di rialzo.
Nell’ottica ribassista è ormai rimasta proprio la soglia psicologica dell’1,10 ad EUR/USD prima di vedere una sua continuazione del ribasso verso livelli di prezzo che non tocca da un trimestre.
I verbali Fed di oggi potrebbero rafforzare e favorire nel resto della settimana il movimento ribassista, almeno fino ai dati USA previsti per venerdì.
© RIPRODUZIONE RISERVATA