Voucher sempre più usati come retribuzione. E il Ministro Poletti attacca: saranno tracciabili.
Voucher: il Ministro Poletti anticipa che saranno pienamente tracciabili.
Dopo il boom negli ultimi anni dell’uso di voucher come retribuzione dei lavoratori, soprattutto giovani, si è reso necessario un intervento sempre più attento da parte del governo sull’uso di questo strumento per pagare le prestazioni di lavoro.
Spesso, infatti, i datori di lavoro approfittano di questa misura per fare i furbetti e negare ai loro dipendenti ciò che effettivamente spetta loro. Per chi non lo sapesse, i voucher sono dei buoni da 10 euro lordi e 7,5 euro netti che vengono utilizzati per pagare le prestazioni lavorative orarie.
Tuttavia, in moltissimi casi il numero dei voucher dati al lavoratore non corrispondono al numero delle ore effettivamente trascorse in ufficio e, soprattutto, il numero dei voucher richiesti dai datori di lavoro non corrisponde mai a quelli versati. Questo significa che una parte della prestazione viene retribuita con i voucher ed un’altra in nero.
Un grande problema, se si considera che un voucher su tre è utilizzato per i ragazzi under 25. Ma andiamo alle cifre, per dare un’idea concreta di come questo fenomeno sia andato crescendo negli ultimi anni.
Voucher: i dati del fenomeno
Dal 2008 la crescita del numero dei voucher erogati è cresciuta del 5000%: questo significa che il numero dei lavoratori che hanno percepito il loro stipendio attraverso questo strumento è passato dall’essere 24.437 a 1,4 milioni. 7 anni fa gli under 25 che usufruivano dei voucher erano il 15%, oggi sono il 31%.
Ad aggravare la situazione il fatto che sia cresciuta anche la percentuale delle donne coinvolte: dal 22% del totale nel 2008 al 52% nel 2015. Un fatto gravissimo, se considerato che le lavoratrici sono già in partenza una classe penalizzata. Basti pensare al terribile uso delle dimissioni in bianco.
Voucher: Poletti spinge per la tracciabilità
In una situazione di emergenza come questa, con un crescente numero di persone coinvolte, il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ieri in un videomessaggio postato su Facebook ha annunciato una stretta sulla questione. In particolare, ha detto che si è resa necessaria una maggiore tracciabilità dei voucher. Ha dichiarato:
“Per limitare ed evitare che si producano furbate, come quelle di imprese che prenotano i voucher, ma li tengono in tasca e li usano solo se passa il controllo. Abbiamo deciso che l’impresa che usa il voucher deve inviare un SMS o una mail agli ispettori del lavoro avvertendo che quel giorno in quell’ora e in quella data attiva i voucher. In questo modo li rendiamo traciabili e saremo in grado di pescare quelli che pagano magari un’ora col voucher e tutto il resto in nero. Noi vogliamo combattere questa cosa in ogni maniera”
Dopo queste dichiarazioni, Poletti ha fatto sapere che le sue intenzioni non resteranno solo parole, ma verranno tradotte in fatti: la mozione di inserimento della norma all’interno del Jobs Act è già in agenda ed aspetta solo di essere tradotta in legge.
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Tracciabilità voucher: le prime proteste degli imprenditori
Mentre il Ministro Poletti “stringe i bulloni” (come ha detto) sulla questione voucher, arrivano le prime proteste dei datori di lavoro. Il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Massimiliano Schiavon, ad esempio, ha dichiarato che continuerà ad utilizzare i voucher, soprattutto ora che la stagione estiva sta per iniziare.
Secondo l’imprenditore, se i voucher sono un sistema legale non c’è motivo per demonizzarlo o smettere di considerarlo un modo utile per pagare i lavoratori. Lo scontro tra governo ed imprenditori sulla questione sicuramente non finisce qui.
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