WhatsApp è a lavoro per trovare un sistema in grado di risalire all’età dei suoi utenti e far finalmente rispettare la normativa che vieta l’uso dell’app ai minori di 16 anni. In gioco la protezione dei dati dei giovani utenti.
WhatsApp, l’app di messaggistica più famosa e utilizzata al mondo, dopo le recenti modifiche che hanno visto l’introduzione dello sblocco tramite impronta digitale per la versione Android dei dispositivi abilitati, torna protagonista del dibattito tecnologico con alcune novità in tema di sicurezza.
Dopo l’introduzione dello sblocco con impronta come ulteriore forma di protezione delle chat, sembra infatti che in Europa WhatsApp si avvii deciso verso l’applicazione di quel famoso divieto di utilizzo dell’app ai minori di 16 anni. misura da tempo in vigore senza però trovare un effettivo riscontro nella realtà, e che mira a proteggere i dati dei giovani utenti del web.
Secondo il Regolamento europeo per la privacy, la norma che fissa l’età di emancipazione degli utenti su internet (16 anni) e quindi il corrispettivo divieto, di fatto già esiste. Ai singoli Paesi sta poi decidere se abbassare l’età a 13 anni. Ma se fino ad ora la norma è sempre stata facilmente aggirata dai giovani utenti, sembra che le cose stiano davvero per cambiare.
WhatsApp vietato ai minori di 16 anni, la normativa che c’era
Basta dare uno sguardo alle condizioni generali di utilizzo dell’app per capire che da tempo l’Unione Europea ha emanato una normativa di divieto di utilizzo ai minori di 16 anni. Fino ad oggi però per i giovani utenti è risultato estremamente facile aggirarla.
Quando si scarica l’app cominciare a chattare è facile, non si deve in alcun modo fornire alcuna informazione circa la data di nascita, e tutto ciò che occorre per iniziare a comunicare con i propri contatti è una semplice sim telefonica.
Come sempre il rischio che i giovani utenti corrono, complice l’inesperienza, è quella di regalare dati personali preziosi a possibili truffatori oppure anche peggio.
Fino a questo momento non si è mai capito come si muovesse lo staff di WhatsApp per far rispettare la normativa, visto che l’app stessa non prevede la richiesta di informazioni personali che possano indicare l’età dell’utente. A riguardo qualcosa si sta comunque muovendo.
Cosa può cambiare
Un limite quindi che fino ad oggi è rimasto solo teorico e che sembra ora destinato a diventare realtà. Ma come? Nella nuova WA Beta info si legge che nell’Unione Europea, Italia compresa, bisognerà avere almeno 16 anni per usufruire dei servizi dell’app; oppure avere esplicito consenso di genitori e/o tutori legali.
WhatsApp è deciso quindi a bannare gli utenti che non rispettano la normativa. Il problema però, come mette il luce lo stesso WABetaInfo una delle fonti più autorevoli del settore, è sempre lo stesso: come riuscire ad applicare il divieto.
Come detto WhatsApp non ha modo di risalire all’età dei suoi utenti, non esistendo una vera fase di registrazione che ne raccolga i dati. Se per ora rimane un mistero, tra le fonti più autorevoli e ben informate circola l’ipotesi dell’incrocio dei dati anagrafici estrapolati da Facebook e Instagram.
Facendo parte dell’ecosistema di Zuckerberg, WhatsApp potrebbe in questo modo risalire all’età di ciascun utente. Inoltre, essendo la norma ovviamente retroattiva, i provvedimenti saranno presi anche nei confronti degli utenti già iscritti.
Se WhatsApp riuscirà nella sua missione, si tratterà di una vera e propria rivoluzione per l’app. Il rischio potrebbe essere quello di perdere un bacino di utenti importante, e anche l’appeal dei più giovani che potrebbero riversare la loro sete di chat sul noto competitor Telegram. La partita però è tutta da giocare.
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